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Rise of Incarnates

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a cura di Pregianza

Pubblicato il 22/04/2014 alle 00:00
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Berlino – In Giappone c’è un gioco che negli arcade non smette di funzionare neanche un secondo, un titolo che tutti quelli che passano di cabinato in cabinato non possono fare a meno di fermarsi a guardare, e davanti a cui partono in continuazione tornei e sfide galattiche. Quel gioco si chiama Gundam Extreme Vs, ed è una sorta di picchiaduro competitivo due contro due, dove tattica, gestione delle risorse e tempismo sono tutto.
Molti aficionados della terra del sol levante chiedono da tempo a gran voce a Bandai Namco di portare la serie anche in Europa, ma non c’è mai stato niente da fare. Primo nella classifica vendite per mesi con la sua versione per console in oriente, non ha comunque sorvolato le acque per giungere nei nostri lidi ed è dunque divenuto uno dei titoli più importati in assoluto dagli amanti dei robottoni. 
Forse è dovuto al fatto che la serie Gundam, per quanto nota anche da noi, non lo sia abbastanza da risultare un investimento sicuro a livello di distribuzione, o forse a una subdola paura di sminuire un marchio leggendario in Giappone con vendite inferiori alle aspettative, fatto sta che all’ultimo Level Up organizzato in Germania qualcosa si è smosso, e quel qualcosa ha un nome: Rise of Incarnates.
Incarnati, mica incarniti
Lo sappiamo, Il titolo del gioco non è dei più ispirati, ma immaginate la nostra sorpresa quando sul palco del Level Up è stato presentato un prodotto nel cui team vi sono ex designer di Tekken, Soul Calibur e del succitato Gundam Vs. Meno stupefacente è stato invece l’impatto con il trailer, un’accozzaglia banale di frasi fatte e personaggi non particolarmente ispirati pronti a darsele di santa ragione. Pare che l’art style del gioco punti proprio all’audience europea e americana, e che sia stato ritoccato sensibilmente a seguito di alcune ricerche di mercato. La presenza di due anonimi bestioni troppo pompati e di una prosperosa ragazza in abiti succinti nel cast iniziale di quattro combattenti lasciano però intuire come tali indagini non siano state fatte con grande criterio. 
Ciò che vi consigliamo noi, oggi, è di ignorare bellamente l’aspetto non brillantissimo dei personaggi e di concentrarvi sul gameplay, che in un lavoro di questo tipo è la cosa più importante in assoluto. Le meccaniche di Rise of Incarnates sono prese direttamente proprio da Gundam Extreme Vs, e utilizzano uno strano sistema a squadre dove la collaborazione è importantissima. In quel gioco due compagni sceglievano un robottone, contraddistinto da un valore variabile, e si gettavano nella mischia contro altri due guerrieri robotici in un turbinio di schivate, poteri speciali, laser e quant’altro. In Rise succede esattamente la stessa cosa, solo che i valori dei personaggi selezionabili vanno (almeno per il momento) dall’uno al tre, di robot (almeno per il momento) non se ne vedono, e le manovre disponibili sono (indovinate? “Almeno per il momento”) leggermente aumentate. Spieghiamo le basi: questo non è il solito picchia picchia 3D, la visuale è in terza persona, con un targeting system che permette di tenere sotto controllo il bersaglio e attaccarlo con precisione. Il movimento e il posizionamento sono fondamentali, e costringono a tenere sott’occhio una speciale barra del boost che si consuma ad ogni scatto o balzo, si ricarica alla svelta e non permette di spostarsi rapidamente per qualche istante se viene consumata del tutto. L’offensiva si basa principalmente su attacchi dalla distanza, combo corpo a corpo e abilità speciali, con personaggi unici e dotati di capacità molto differenziate. Vince chi manda a zero la barra vitale congiunta del team avversario, che è divisa in sei tacche e si svuota più velocemente a seconda del valore iniziale del personaggio che viene eliminato in battaglia. Quest’ultima soluzione può sembrare sbilanciatissima, ma in realtà personaggi con valori iniziali più alti sono più resistenti e solitamente dotati di mosse più dannose, mentre guerrieri come Lilith, di valore 1, muoiono rapidamente e fanno danni limitati ma possono respawnare un numero maggiore di volte prima della sconfitta.
Tattica gratuita
All’apparenza dà l’impressione di essere piuttosto semplice come combat system, ma non è così. Lasciate arrivare allo zero la barra del boost e sarete facile bersaglio dei proiettili avversari, abusate delle mosse speciali, contate e lentine a ricaricarsi, e non potrete colpire duro quando serve di più. Insomma, è uno di quei titoli da giocare con la testa, ove ignorare il proprio partner in battaglia equivale a un suicidio e non mancano manovre di movimento, targeting, e difesa avanzate.
Non è una formula di facile assorbimento, e potrebbe essere per questo motivo che Namco ha deciso di lanciarla in Europa e negli USA come free to play. Non potendo prevedere la reazione occidentale a tale tipo di picchiaduro 2 vs 2, a Namco hanno preferito dare modo a tutti di provarlo, per testare un po’ le acque. La scelta ci sembra sensata, e gli sviluppatori non sembrano voler inserire microtransazioni capaci di facilitare la vita ai giocatori. Lo stile di Incarnates non è dei migliori, lo abbiam già sottolineato, ma il suo gameplay è una novità in Europa, è molto diverso dai comuni titoli online competitivi che si trovano in giro, e ha tutte le carte in regola per conquistare i giocatori più tecnici. L’inserimento di un accurato sistema di ranking e la volontà della software house di tenere costantemente updatato il prodotto ci fanno ben sperare.
Ah, abbiamo lasciato per ultima l’informazione più importante. Il gioco è per PC, e arriverà su Steam più precisamente. Già, avete capito bene, niente console, solo un attacco diretto all’utenza online più elitaria al mondo. Siamo davvero curiosi di vedere come si evolverà il tutto. Quel che è certo è che Rise, in quanto pensato per computer, si difende nettamente meglio dei Gundam Vs dal punto di vista tecnico, e che la strategia di mercato di Namco si sta muovendo con forza anche verso il mercato digital. 
Completata la nostra prova, abbiamo scambiato quattro chiacchiere con il producer del titolo, Ryuichiro Baba (niente parentele con il papà della serie Tales). Ecco cosa ci ha raccontato
Spaziogames: Rise of Incarnates è estremamente simile ai Gundam Vs, un successo stratosferico in Giappone. Perché avete deciso di puntare su una nuova ip invece di importare il titolo su cui si basa, considerando che il marchio Gundam è piuttosto noto anche da noi?
Ryuichiro Baba: ci sono varie ragioni per questa scelta, come hai detto Gundam è molto popolare in Giappone, non altrettanto in occidente ma comunque resta riconoscibile. Detto questo, però, in Giappone Gundam è una ip nota da trent’anni e i videogiochi dedicati contengono tutte le iterazioni della saga, mentre altrove spesso non sono arrivate tutte le serie, molte cose non verrebbero riconosciute. Abbiamo quindi deciso che si trattava di un’ottima possibilità per prendere questo modello di gameplay e appaiarlo a un’IP completamente nuova. Una cosa che recentemente non abbiamo avuto molto modo di fare a Bandai Namco. Non si tratta comunque di un semplice restyle dei Gundam Extreme Vs, le novità sono tante, e non riguardano solo la storia. La tecnologia ad esempio, l’engine e via così, è tutto nuovo. 
Un’altra cosa: è vero che il franchise Gundam è molto popolare in Giappone, ma non significa necessariamente che tutti i giocatori lì si siano avvicinati al gioco solo a causa del marchio. Un gran quantitativo di persone sono attratte dal gameplay, e diventano fan dei Gundam solo dopo aver giocato. Il nostro obiettivo quindi, più che espandere il marchio Gundam in Europa, è portare il gameplay della serie in occidente, in modo che possano apprezzarlo anche loro. 
SG: state cercando di “testare le acque” in occidente e negli USA? Per questo motivo il gioco è free to play? Dopo tutto il sistema è molto più tecnico di quanto sembra e potrebbe spaventare molti giocatori.
RB: deriva dal sistema 2 contro 2 più che dalla tecnicità del gameplay. Se fosse un comune picchiaduro o un fps, i giocatori avrebbero già familiarità con il formato del gioco, ma trattandosi di un due contro due è qualcosa di piuttosto unico, almeno in occidente. Penso sia difficile per i fan capire subito quanto profondo sia il gameplay, è un genere completamente nuovo per questo pubblico di giocatori, ed è difficile capire quanto facile o complesso sia l’approccio con il sistema. Per questo motivo abbiamo voluto creare un free to play, per dare a tutti la possibilità di metterci sopra le mani.
In più è stato importante il tempismo, ci stiamo spostando verso le piattaforme next gen, pertanto abbiamo deciso di spostarci prima sul pc e su Steam.
SG: cosa c’è di nuovo nel sistema, al di là delle combinazioni aeree, che ci potete svelare più nel dettaglio?
RB: anche la serie Gundam, se guardi i titoli due contro due, ha aggiunto di volta in volta varie novità alla formula, ma questo gioco è alquanto diverso in molti aspetti. Potrei descriverti molti piccoli cambiamenti, legati alla telecamera libera e all’uso dei pulsanti o il cambiamento principale, che riguarda la componente tecnica, purtroppo in questo momento non possiamo parlarne nel dettaglio.
SG: possiamo aspettarci dei contenuti singleplayer nel futuro del gioco? 
RB: trattandosi di un 2 vs 2, ciò che rende il gioco interessante sono gli scontri tra giocatori ed è questo il focus primario del titolo. Non vogliamo dire che c’è lo 0% di probabilità che arrivino contenuti singleplayer in futuro, semplicemente al momento non ci stiamo pensando. 
C’è ad ogni modo una modalità per allenarsi in solitudine.
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