Il conflitto in Afganistan è una guerra troppo attuale, prossima e viva per essere sfruttata in maniera leggera ed irresponsabile come setting di un videogame, per via dei tanti interessi e delle tante vite ancora in gioco che renderebbero problematici una frase mal detta o un livello mal programmato. Nonostante questo pericolo e le prime avvisaglie di polemica, i ragazzi di EA Los Angeles hanno deciso di ambientare durante il recente conflitto mediorientale il primo capitolo nell’era moderna della storica serie di Medal of Honor: l’intento non è infatti scatenare scandali o lanciare un messaggio politico più o meno condivisibile, ma semplicemente parlare di un gruppo di soldati, semplici uomini coinvolti in qualcosa più grosso di loro, spediti in un paese straniero per colpa di un ideale, ma con in testa un’unica cosa, tornare a casa, possibilmente con i propri piedi.
Live from StockholmInvitati presso gli studi DICE, i curatori del comparto multiplayer di Medal of Honor, abbiamo potuto provare in prima persona anche le prime tre missioni della campagna singolo giocatore, grazie alle quali cominciare a farci un’idea dello stile e del gameplay di questo atteso first person shooter, in uscita il prossimo 15 ottobre.Un taglio decisamente più adulto e realistico, che prova a colpire lo spettatore non tanto con esplosioni sempre più spettacolari e situazioni sempre più al limite dell’assurdo, ma agendo su sensazioni forti, quali l’ansia, l’impotenza e la disperazione. Il primo livello è forse quello che meglio incarna questa visione. Durante lo sbarco di alcune truppe alleate nei pressi di una zona montuosa, assistiamo impotenti ad un’imboscata che spazza via il nostro supporto aereo, lasciando i soldati in balia delle forze talebane. Riorganizzata alla meglio squadra procediamo lentamente lungo una valle arsa dal sole, nonostante i continui scontri con i guerriglieri, annidati tra le rocce che costeggiano il percorso. L’obiettivo è quello di distruggere una postazione fissa in mano ai nemici, che impedisce ai soccorsi di avvicinarsi alla zona di guerra. Avvicinandoci lentamente alla mitragliatrice dobbiamo fare fuoco di soppressione, ovvero sparare alla cieca sperando di interrompere il fuoco incrociato, per consentire ad un nostro compagno di segnalare con precisione assoluta, tramite fumogeni, la postazione da colpire con un attacco aereo. Ripulita la zona proseguiamo verso la zona d’estrazione, un piccolo spiazzo ai piedi di una montagna. Non facciamo in tempo a raggiungere una postazione sicura che un’esplosione ci investe e uno sciame di nemici non propriamente benintenzionato comincia a calarsi dalla montagna. Dopo i primi istanti relativamente tranquilli al riparo, i proiettili cominciano a scarseggiare e veniamo ricacciati indietro a suon di RPG che frantumano ogni nostra difesa. I nostri compagni, in preda al panico, continuano a richiedere un supporto aereo che non ne vuole sapere di arrivare. Circondati e praticamente inermi veniamo finalmente tratti in salvo da una squadra di Apache in un crescendo di musica imperioso, capace di sottolineare al meglio l’epicità della scena.
ApacheL’arrivo della cavalleria aerea viene sfruttato per cambiare la prospettiva. A bordo dell’elicottero ci troviamo a ripulire le montagne, il luogo ideale dove piccoli gruppi armati possono trovare rifugio. Tramite il controllo degli armamenti dell’Apache dobbiamo cercare di ripulire la scena prima che qualche RPG colpisca noi o l’elicottero alleato. Le armi a nostra disposizione sono la mitragliatrice a nastro ed i missili in dotazione del veivolo, più la possibilità di selezionare alcuni bersagli per Aurora, una potente arma a lungo raggio in dotazione dell’esercito. Proprio quando la messa in sicurezza della valle appare finita un ultimo sopravvissuto armato di RPG si accinge ad abbatterci, ma un preciso tiro da cecchino ci salva da una sicura fine.
SniperPassati nei panni del tiratore dovremo coprire le spalle ai nostri commilitoni, agendo in maniera veloce, silenziosa e letale, ripulendo il fianco di una montagna dalle milizie nemiche. Dall’alto di una postazione riparata avremo un’ampia visuale sulla valle che consentirà al nostro operatore di indicarci l’obiettivo: a noi starà trovarlo, inquadrarlo, trattenere il fiato ed eliminarlo. Prima che i guerriglieri capiscano cosa stia capitando loro, dovremo ripulire completamente la zona senza lasciare tracce. Nonostante tutto, le montagne pullulano di attività ostile, tanto che ci imbattiamo in una pattuglia solitaria. Riposto il fucile da cecchino, passiamo velocemente ad un approccio più diretto, limitati nei movimenti dal ripido crinale presso il quale siamo appostati. Terminato lo scontro ci rendiamo conto che la nostra posizione è compromessa e siamo costretti a spostarci velocemente prima che qualcun altro decida di passare nelle vicinanze e si accorga della mattanza appena terminata. Lungo la strada ne approfittiamo per ripulire un campo nemico nascosto tra le rocce, quando intercettiamo una richiesta d’aiuto. Alcuni ragazzi sono assediati da milizie ostili, intenzionate a far loro la pelle. Riallineato il fucile in posizione di tiro cominciamo a far fuori un bersaglio alla volta, allentando la morsa degli attaccanti.
ConsiderazioniL’approccio scelto da EA Los Angeles per questo Medal of Honor ricorda per certi versi la guerra portata su schermo da The Hurt Locker, la pellicola trionfatrice all’ultimo Academy Awards. Fasi di gioco emozionanti e spettacolari si alternano a momenti ricchi di silenzio e tensione per un gameplay, in questa nostra prova diretta, sempre vario e convincente. Tecnicamente i grafici EA hanno spinto l’Unreal Engine al massimo, restituendo ambienti dettagliatissimi e molto puliti, ricchi di effetti speciali e con una linea dell’orizzonte davvero vasta. Dal punto di vista del gameplay le tre differenti sessioni sono piuttosto classiche nel loro genere, ma sicuramente molto ben realizzate. Da sottolineare una sorta di scivolata quando si corre dietro un riparo, capace di dare maggior dinamismo e realismo all’azione. In sede di recensione dovremo scoprire la durata della campagna e soprattutto se Medal of Honor saprà mantenere alto il livello emozionale mostrato finora, possibile solo attraverso fasi serrate ed un’IA avversaria sempre all’altezza, che sappia nascondere la sua natura “artificiale”.
– Tecnicamente molto solido
– Emozionante
– Vario
I primi istanti col nuovo Medal of Honor hanno rivelato un prodotto davvero solido e ben fatto. Non nascondiamo che la prima missione è stata capace di emozionarci, grazie al forte senso di ansia che si prova durante l’assedio: se il resto dell’offerta manterrà questo livello qualitativo avremo di fronte un prodotto di ottima fattura e tecnicamente notevole. Resta da verificare in più frangenti l’intelligenza artificiale nemica. Tra pochi giorni vi sveleremo le ultime novità sul comparto multigiocatore, rimanete con noi.