Milano – Il genere degli FPS, nutrito dal grande successo di pubblico che continua a premiarlo con elevate vendite ed ottime valutazioni, sta via via riempiendo gli scaffali dei negozi con diversi esponenti di spessore. Trascinati dal clamore che serie affermate come Call of Duty o Halo riescono a scatenare, titoli apparentemente di profilo più basso tentano di fare leva su peculiarità proprie per farsi notare anche dai non addetti al lavoro, come ad esempio è successo per il recente Metro 2033 di THQ. Lo stesso publisher ha in serbo per gli amanti del genere un altro prodotto sicuramente da tenere sott’occhio, un FPS militare che punta molto sulla componente narrativa e l’atmosfera. Dopo averci mostrato la modalità multiplayer, Homefront torna a farsi provare grazie ad un evento organizzato in un pittoresco ristorante coreano di Milano: ecco le nostre impressioni dopo una breve presentazione della modalità di gioco, una chiacchierata con Jeremy Grainer, developer di Kaos Studios, e soprattutto una sessione pad alla mano.
What if?Se seguite periodicamente le nostre pagine, avrete già un’infarinatura generale sull’interessante background narrativo di Homefront. Il prologo narra di un futuro davvero prossimo in cui la Corea del Nord assurge a nuova super potenza militare, dopo esseri congiunta con la Corea del Sud e aver conquistato i territori limitrofi, lancia un ferocissimo attacco agli Stati Uniti. La guerra tra le due nazioni vede gli asiatici riuscire nell’intento di invadere gli USA cambiando completamente faccia alla terra delle opportunità, ridotta a zona di guerra dove gli abitanti, per sopravvivere, si sono ritrovati a doversi nascondere o a coalizzarsi con i nemici. Gli sviluppatori, guidati dallo sceneggiatore americano John Milius, si sono premurati di ricreare con dovizia di particolari preoccupandosi di mostrare oggetti di uso comune in contesti completamente stravolti, al fine di creare un efficace effetto straniante.Su questo sfondo si muoverà il vostro alter-ego, un uomo che si ritrova schierato con alcuni combattenti decisi a non piegarsi all’invasore. Il livello provato rappresentava proprio il principio della campagna single-player e vedeva il protagonista prelevato dalla propria abitazione da un generale coreano per essere trasportato in un centro di detenzione: la super potenza asiatica lo vuole arruolare tra le sue file per sfruttarne l’abilità di pilota. Una lunga sequenza iniziale che ci ha riportato alla memoria l’indimenticabile incipit di Half Life ci ha permesso di immergerci completamente nella raffinata atmosfera, seduti in un autobus, ma con la possibilità di volgere lo sguardo a piacere e osservare con attenzione quanto accadeva fuori dal finestrino. Mentre un altro prigioniero ci raccontava sottovoce di quanto gli era successo e di un gruppo di ribelli, uno spettacolo orrendo si è mostrato ai nostri occhi. Scene di guerra atroci quanto realistiche vedevano gruppi di forze coreane fermare dei rivoltosi con la forza, separare gli uomini dalle proprie compagne ed eseguire esecuzioni sommarie. Il gioco ha mostrato un profondo lato oscuro quando ci ha costretti a guardare un soldato sparare a due genitori davanti al figlio in lacrime. L’atroce spettacolo è stato bruscamente interrotto da un camion in rotta di collisione col nostro bus. Approfittando dell’incidente, tutt’altro che casuale, un gruppo di uomini ci trae in salvo. Inizia così la fase giocata vera e propria.
Guerra in casa Dopo alcune brevi sequenze sfruttante come di consueto per permetterci di familiarizzare con i comandi gioco, assolutamente standard, seguendo due compagni di squadra ci siamo fatti strada per livelli dalla struttura tipicamente lineare eliminando le forze nemiche. Sebbene si poggi su dinamiche già viste, Homefront tenta di distanziarsi dall’impostazione alla Call of Duty mettendoci sempre in situazioni di costante svantaggio sia numerico che di potenza di fuoco, potendo unicamente contare su armi trovate in giro o lasciate cadere da soldati nemici, ritrovandoci di continuo a corto di munizioni e con l’unico supporto fornito dai compagni di sventure. Similmente ad alcune delle fasi più intense dell’ultimo Medal of Honor, le sensazioni restituite dal gameplay sono di costante tensione, con un unico obiettivo in mente: fuggire e salvare la propria pelle. Lo scopo ultimo della campagna non sarà infatti la salvezza del proprio paese natale, ma il compimento di una semplice missione per conto del gruppo dei ribelli, riducendo il ruolo del protagonista a quello di uno dei tanti tasselli che compongono un mosaico più e complesso, che poco possiamo influenzare.Le impressioni restituite dalla fase giocata sono decisamente buone in quanto il prodotto THQ ha messo in mostra un gameplay solido basato su un’intelligenza avversaria abbastanza convincente, una difficoltà puntata con decisione verso l’alto e compagni efficaci ed in grado realmente di darci una mano. Verso la fine della demo abbiamo potuto anche provare una variante rappresentata da un grosso mezzo corazzato da guidare tramite controlli a distanza. Tramite un mirino era infatti possibile puntare dei bersagli che, una volta confermati, venivano presi d’assalto dal blindato. Una simpatica variante che insieme ad altre permetteranno, a detta degli sviluppatori, di regalare un minimo di variabilità alla campagna principale che comunque nel primo livello giocato si è prodigata nel mantenere alta la tensione passando da fughe a perdifiato ad estenuanti difese di un’abitazione, passando per momenti più distesi confermando la grande cura per il ritmo dichiarata dagli sviluppatori. Da un punto di vista tecnico il gioco di Kaos Studios non riesce ad impressionare, almeno nella versione mostrata, ovvero per Xbox 360, ma come detto Jeremy Grainer, il team proprio in questi mesi sta lavorando assiduamente per limare tutti i difetti e per elevare la qualità tecnica. Basato sull’Unreal Engine 3, Homefront ha comunque messo in mostra uno stile molto colorato e luminoso (come ci ha detto Mr. Grainer: “Non è che se gli Stati Uniti dovessero subire un invasione il sole smetterebbe di sorgere”) che non punta al realismo, quanto piuttosto al delineare un mondo di gioco denso di dettagli e riferimenti a tutto vantaggio dell’immersione nel raffinato background narrativo. Di spessore l’accompagnamento sonoro, che ha messo in mostra un’elaborata orchestrazione di musiche, suoni e silenzi di grande impatto. Il developer ci ha descritto come anche la componente audio rappresenti un’importantissima componente sfruttata per emozionare e raccontare la storia di cui saremo protagonisti. A tal proposito ci ha fatto notare come nel gioco non saranno presenti cut-scene, ma tutto verrà vissuto dagli occhi del nostro alter ego, muto come il buon Gordon Freeman, ma circondato da personaggi secondari tratteggiati con cura.
– Storia ed atmosfere intriganti
– Gameplay solido
Homefront non è prodotto che punta a rivoluzionare il genere degli FPS, ma semplicemente a fornire una personale interpretazione puntando l’accento sulla componente narrativa. Le premesse sono sicuramente solide, vedi la penna di John Milius, la cura nei dettagli o la scelta di narrare tutto in prima persona, e se gli sviluppatori saranno in grado di accompagnare la loro storia con un gameplay solido e sufficientemente intrigante potrebbero stupire l’utenza con un titolo di spessore. L’uscita è prevista per il mese di marzo del prossimo anno, data che dovrebbe garantire a Kaos Studios di limare il comparto tecnico e portare così sugli scaffali un prodotto al passo coi tempi in tutti gli aspetti.