Anteprima

Enslaved: Odyssey to the West

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a cura di andymonza

Abbiamo già parlato moltissimo di Enslaved: Odissey to the West nelle nostre precedenti anteprime, che vi consigliamo di recuperare nel caso non vi siate ancora avvicinati al titolo. A cura dei ragazzi di Ninja Theory (gli stessi di Heavenly Sword), l’action adventure metterà i giocatori nei panni di Monkey, eroe solitario in fuga dai robot che hanno preso il controllo del nostro pianeta in un futuro non molto lontano. Dopo essersi mostrato più volte ed aver riscosso pareri positivi, il titolo si è recentemente reso disponibile sotto forma di una versione preview completa dei primi sette livelli di gioco, più che sufficienti per farci un’idea ancor più precisa del gameplay e delle sue peculiarità.

Vita di coppiaIl cocktail di differenti stili di gameplay che dà vita alla nuova creazione Ninja Theory vede azione corpo a corpo e platforming mescolati in parti uguali, aggiungendovi un’interessante dualità: oltre a guidare Monkey negli intricati livelli, dovremo infatti occuparci anche di Trip, la sua controparte femminile. La prestanza fisica del protagonista farà sì che tocchi sempre al giocatore compiere i lavori più “sporchi”, come combattere ed arrampicarsi su strutture pericolanti, mentre la compagna attenderà paziente la rimozione del successivo ostacolo per procedere. Un menu sempre disponibile durante il gameplay permetterà inoltre di attivare interessanti mosse cooperative, ad esempio chiedendo a Trip di distrarre un nemico mentre ci si muove non visti. Queste meccaniche saranno perfette per affrontare i vasti livelli costellati di minacce elettroniche, da robot dotati di sensori di movimento a micidiali torrette: ad ogni ingresso in una nuova area, Trip si occuperà di scansionare il territorio con una libellula meccanica dotata di telecamera, che ci permetterà di osservare con calma la posizione degli ostacoli e delle varie minacce grazie ad una rapida carrellata a volo d’uccello. Stare attenti durante queste brevi sequenze video sarà fondamentale per trovare la propria strada una volta tornati ai controlli, compito non sempre facile a causa della natura spesso intricata delle mappe. A rendere più vario il gameplay ci pensa un design dei livelli strutturato in modo che ci sia sempre più di una soluzione possibile per superare i vari ostacoli, lasciando al giocatore la scelta tra aggirarli tramite lunghe sessioni di platforming oppure affrontare le minacce a viso aperto. In quest’ultimo caso, il sistema di combattimento si è rivelato molto accessibile e semplice da padroneggiare: attacco rapido e potente si concatenano nelle classiche combo, cui si affianca la possibilità di sparare dalla distanza speciali munizioni rinvenute direttamente sul campo di battaglia. Disponibili in quantità molto limitata, esse si dividono in differenti tipologie, rendendo necessario scegliere accuratamente i proiettili in base al nemico da affrontare.

Action-puzzleLa netta divisione tra i vari livelli di gioco, intervallati da divertenti cut scene che mostrano l’evolversi del delicato rapporto tra i due protagonisti, unita alla struttura che a tratti ricorda i puzzle isometrici di un tempo, dona a Enslaved un gusto per certi versi retrò. D’altra parte, questa scelta di design è fonte di una ripetitività di fondo delle meccaniche, che per il primo terzo di gioco vengono riproposte senza varianti di sorta: solo durante il quinto capitolo fa capolino una novità sostanziale, sotto forma di una sezione di livello completamente allagata che è possibile “surfare” a bordo di un fantascientifico disco luminoso. La speranza è che questo tipo di trovate abbiano spazio anche nella seconda metà dell’avventura, in modo da garantire sufficiente varietà all’offerta ludica. Di buona qualità si conferma il comparto visivo, come già anticipato nelle precedenti anteprime: l’Unreal Engine è stato sfruttato ponendo particolare attenzione alla direzione artistica più che agli aspetti puramente tecnici. Il risultato è un look molto personale, in grado di dipingere con efficacia una New York del futuro disabitata il cui codice genetico viene progressivamente riscritto dalla natura, con piante ed animali che trionfano sul cemento e sull’acciaio; se avete presente la pellicola Io sono leggenda capirete di cosa parliamo. Colori accesissimi ed una grande quantità di dettaglio si affiancano ad una buona resa dei personaggi, animati con cura e dotati di una riproduzione dei movimenti facciali talvolta sorprendente per realismo ed efficacia. La colonna sonora presenta una buona scelta di pezzi originali, anche se il mix audio non definitivo non permette ancora di capire quanto verranno sfruttati durante il gameplay. Il doppiaggio in italiano è purtroppo solo discreto, soprattutto se confrontato all’eccezionale qualità di quello originale, che vede tra le fila degli attori anche l’Andy Serkis de Il Signore degli Anelli.

– Dualità del gameplay interessante

– Direzione artistica di livello

Provare Enslaved lontano dalla confusione degli eventi stampa ci ha permesso di farci un’idea molto più precisa del ritmo che ne caratterizza il gameplay: affrontare uno dopo l’altro i livelli strutturati a mò di puzzle d’altri tempi si è rivelato sempre divertente ed anche nel caso si decida di utilizzare la forza bruta, i comandi rispondono sempre bene. A vedersi, il lavoro di Ninja Theory è altrettanto piacevole, di certo non al top tecnicamente ma graziato da un design di assoluto spessore. Solo la versione finale del gioco potrà aiutarci a rispondere agli ultimi quesiti rimasti, ovvero la longevità dell’avventura e la sua capacità di non ripetersi troppo. Rimanete con noi!

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