Anteprima

Dying Light

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a cura di Hybr1d

Dopo averlo soltanto visto a Los Angeles e provato con mano in occasione della GamesCom di Colonia, il nuovo titolo Techland torna a far parlare di sé con un video di gameplay prenatalizio infarcito di zombie e adrenalina. Sebbene il mercato videoludico rasenti la saturazione in tema di non morti, fin dal primo incontro Dying Light ci aveva convinto, forte di un’azione non troppo lenta ma pur sempre ragionata, una vasta struttura open world e la costante opprimente sensazione di essere davvero all’interno di una città che ha scampato per un pelo l’apocalisse. Il manipolo di persone che si sono salvate dall’infezione vive rintanato in palazzi diroccati e pericolanti, opponendo una strenua resistenza ai non morti che infestano le strade, e cercando in ogni modo di difendere i magazzini e le vie principali dalle quali passano i rifornimenti. Armati di ascia e chiave inglese, ci buttiamo nella mischia.

Corsa contro il tempoIl nostro protagonista è impegnato in una missione per difendere un punto di rifornimento molto importante per i superstiti, che non possono permettersi di perderlo. Le strade sono ovviamente infestate da orde di zombie, ma potremo contare su un vasto assortimento di trappole già installate in giro per la città che aspettano solo di essere utilizzate. A darci manforte abbiamo una solida chiave inglese, con cui spaccare la testa ai nemici con un paio di colpi, tuttavia con questo filmato di gameplay gli sviluppatori hanno voluto porre l’accento sui tanti modi in cui è possibile farsi largo tra le strade infestate.Torniamo a parlare delle trappole ambientali, che però non sono di immediato utilizzo e richiedono il nostro intervento per essere attivate. Ovviamente saranno presidiate da orrendi non morti, il che ci obbliga innanzitutto a stordirli o farli cadere, per guadagnare tempo e azionare i vari interruttori. Ad esempio, con una mossa corpo a corpo il giocatore ha assestato un violento calcio in corsa in piena faccia allo zombie, facendolo cadere a terra. Mentre il non morto si rialzava lentamente, ha attivato una centralina collegata a un cancello elettrificato e l’ha fritto in pochi istanti, rendendolo inoffensivo. Quando invece ci troviamo ad affrontare orde di infetti, a differenza del collega “caciarone” Dead Rising, la mossa più saggia è quella di cercare strade secondarie difficilmente raggiungibili dagli impacciati nemici. Di armi da fuoco nemmeno l’ombra, e il rischio di venire sopraffatti è troppo alto per provare il combattimento ravvicinato. Allora ci si arrampica fino a raggiungere il punto più alto di una casetta semidistrutta, per poi saltare di tetto in tetto, superare l’ammasso di nemici e mettere in atto un diversivo. Lanciando alcuni petardi, indirizziamo la mandria dal lato opposto, riguadagnando la via principale saltando su un cumulo di sacchi per attutire il rumore della caduta e procedere indisturbati verso l’obiettivo. Una valida alternativa è la manomissione della batteria di una delle tante automobili abbandonate che occupano le lugubri strade baciate dai raggi del sole al tramonto, facendo scattare l’allarme prima di farla esplodere in un fragoroso botto corredato da fiamme e scintille. Oppure avvicinarci di soppiatto a uno zombie munito di bombola di ossigeno per danneggiarla e allontanarci gambe in spalla prima che deflagri portando con sé un nutrito numero di suoi compari.

Un suggestivo tramontoAlternare corsa, salti, spintoni e movimenti silenziosi è l’unico modo per procedere senza intoppi, ricercando sempre un tetto o un’altura per allontanarci dalla strada appena ne abbiamo la possibilità. Da qui, oltre a salvare la pelle, possiamo monitorare la situazione e prenderci il tempo necessario per pianificare una corretta strategia di fuga. Spesso infatti solo da una nuova prospettiva le soluzioni diventano visibili. Dal piano più alto di una palazzina possiamo usare un filo della corrente come fune e calarci sui tetti sottostanti per arrivare ad aiutare il nostro collega barricato nella baracca con i rifornimenti, ma per toglierlo dal mirino degli zombie e attivare tutte le trappole, è necessario azionare il generatore di corrente centrale. Una volta risolto il problema elettrico, possiamo finalmente rientrare alla base, ma il sole è già tramontato e le strade sono più che mai infestate dai non morti. Muniti solamente di torcia e ascia, dobbiamo cercare di evitare scontri inutili che ci rallenterebbero e utilizzare l’arma solo quando strettamente necessario, correndo all’impazzata tra il dedalo di viuzze secondarie che fa da scheletro alla città infestata. L’adrenalina sale, la musica crescente accompagna l’azione frenetica e la fuga si fa serrata, con zombie che spuntano da ogni angolo sempre più aggressivi. Se capita di venire agguantati, possiamo difenderci in una sorta di qte premendo ripetutamente il tasto X e spingendo via il nemico, poi due fendenti di ascia per scaricare la tensione e di nuovo di corsa verso la safe house. A livello tecnico Dying Light offre un ottimo dettaglio grafico, un buon sistema di illuminazione e folti fili d’erba che si muovono leggeri sotto i sospiri della brezza al tramonto. Se da un parte le sinuose movenze della lussureggiante vegetazione ci hanno positivamente colpito, dall’altra sono emersi difetti di compenetrazione poligonale e una scarsa distruttibilità degli oggetti nelle ambientazioni, ma solo con una prova più approfondita potremo esprimerci con più sicurezza in tal senso. Anche l’audio è convincente: la sensazione di desolazione post apocalittica è resa alla perfezione, con un silenzio tetro, quasi assordante, che, quando rotto dai gemiti e dai gorgoglii dei non morti, si farà inevitabilmente rimpiangere.

– Ottime atmosfere

– Mix equilibrato tra action e survival horror

– Adrenalinico

Con un corposo video di gameplay, Techland torna a far parlare di sé e del suo Dying Light, produzione a tema zombie che riconferma una volta di più quanto di buono emerso in occasione degli incontri precedenti. L’ambientazione open world e il giusto mix tra meccaniche action e survival horror ne fanno un titolo estremamente interessante, nonostante l’esagerata quantità di zombie apparsi sulle nostre console negli ultimi anni. L’ottimo comparto tecnico si distingue per dettaglio, pulizia grafica e un’ottima gestione delle fonti di luce, determinanti in un titolo in cui il tramonto avrà un ruolo di primo piano. Come avrete capito, Dying Light continua a stuzzicarci e non vediamo l’ora di poterlo provare nuovamente.

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