Demon’s Souls, un gioco di ruolo che lo scorso anno si è fatto profondamente apprezzare per la genuinità con cui era stato sviluppato e -a seconda delle prospettive più o meno hardcore- altrettanto profondamente odiare per la spietata difficoltà che presentava, è pronto a risorgere dalle sue ceneri, in forma evoluta e con un nuovo nome: Dark Souls.Dopo qualche tempo di silenzi, grazie ad alcune informazioni lasciate trapelare direttamente dal direttore di sviluppo Hidetaka Miyazaki, i primi dettagli sul prodotto sono finalmente emersi, lasciando delineare in maniera molto più precisa ciò che i fan dovranno attendere con trepidante ansia.
Mondo di tenebraSi precisi prima di tutto una cosa: Dark Souls non rappresenterà un vero e proprio sequel, bensì solo un seguito spirituale. Il gioco vuole tagliare i ponti con il passato, proponendo meccaniche e contenuti tanto diversi e nuovi da negare qualsivoglia genere di eredità digitale, sperimentando inedite soluzioni di gioco.Un ingrediente davvero in comune col precedente Demon’s Souls sarà piuttosto l’altissimo livello di difficoltà presente, pronto a mettere un’altra volta a dura prova abilità e pazienza dei giocatori. Questo consistente tasso di sfida ha sempre voluto farsi carico, secondo le intenzioni degli sviluppatori, di un significato preciso: riflettere le difficoltà della vita reale. Vivere non è semplice, affrontare le sfide di tutti i giorni mette in costante e dura prova la forza interiore di ognuno di noi e quale miglior modo di trasporre quest’aspetto esistenziale se non proponendo situazioni virtuali disperate, contestualizzandole in un azzeccato universo fantasy tinteggiato di colori cupi?Nel corso delle fasi iniziali dello sviluppo di Dark Souls si era proposta la possibilità di inserire livelli di sfida liberamente selezionabili, per poter venire incontro alle esigenze e capacità degli utenti meno dotati. Questa opzione è però successivamente stata scartata. Il team di lavoro puntava ad altro, ovvero dare a tutti la soddisfazione personale di avere compiuto un’impresa e averlo fatto senza agevolazioni, ma solo con il sudore della propria fronte e il sangue sputato ad ogni ripetuta morte, condizione che anche questa volta saprà presentarsi davvero molto frequentemente.
“E’ come gettare semi su un terreno arido” – dice Miyazaki in un’intervista – “Solo alcuni di loro finiscono per fiorire. Ed è esattamente ciò che voglio comunicare con Dark Souls. Non penso che ogni gioco debba essere tanto difficile, ma per questo lavoro tale è l’idea in mente. Non si vuole semplificarlo solo per la ricompensa, la felicità e il compiacimento derivanti dal vedere i semi germogliare”.
Nonostante tutto, le intenzioni sembrerebbero comunque quelle di offrire un prodotto finale che possa essere completato da chiunque. Questo grazie a un più accorto bilanciamento complessivo, meno focalizzato sullo skill level. Gli utenti insomma non dovranno affaticarsi per raggiungere quanto più velocemente possibile abilità potenti, ma piuttosto soffermarsi sull’attento e cauto approccio ai combattimenti, sul loro aspetto strategico, creandosi un proprio personale stile di gioco. Una stessa strategia non potrà essere utilizzata più di una volta, pena l’irrimediabile morte del personaggio. Analizzare il nemico, il suo pattern d’attacco e le sue debolezze si rivelerà fondamentale come in nessun altro titolo analogo, riuscendo a fare davvero la differenza tra la vita e la morte, costantemente dietro l’angolo.
Scegliere il proprio destinoUna delle prime caratteristiche esclusive di questo pseudo-sequel sarà l’enfasi data all’utilizzo simultaneo di due armi, una per mano, feature che parla molto sulla stessa natura del lavoro. Perché quel che questo riuscirà a portare all’intera esperienza digitale sarà solo un ulteriore accrescimento generale della sua già proibitiva difficoltà, settata sulla classica accoppiata spada a una mano e scudo. Privarsi della protezione offerta da quest’ultimo e armare l’arto così rimasto libero con un’altra lama diminuirà drasticamente la stamina in possesso del personaggio, complicando proprio in tale maniera la sua già barcollante esistenza. La scelta è solo a carico del giocatore. Può sentirsela di rischiare più di quanto già non farebbe, adoperando uno stile di combattimento tanto votato all’attacco quanto deficitario in difesa, aspetto così vitale in un impresa impietosa come quella affrontata? E il team al lavoro è consapevole dell’aspetto elitario di questa nuova opzione introdotta, aspettandosi pochissimi giocatori disposti ad abbracciarla.Presenti nel gioco saranno le classi e archetipi già visti in Demon’s Souls. Maghi, barbari e guerrieri potranno allora calcare le scene come nel passato, poggiandosi però su una struttura di sviluppo decisamente diversa. Volume ed evoluzione di ogni classe saranno portati su ben più alti livelli qualitativi e quantitativi. Le opzioni si sono moltiplicate, e ben più ampia ne risulterà la libertà lasciata nel mondo virtuale, per una conseguente personalizzazione senza pari.Brutte notizie invece riguardo il versante cooperativo del titolo. Coloro che si aspettassero novità e aggiunte sotto questo aspetto rimarranno probabilmente delusi: Dark Souls intende focalizzare tutta la propria attenzione sulla campagna single player, nei confronti della quale l’interazione con altri giocatori svolgerà un ruolo di puro contorno, atto piuttosto a darle solo maggior spessore. L’utilizzo del network dovrà sostanzialmente essere finalizzato alla mera condivisione della propria esperienza. Niente concetti di amicizia o chat vocale. Ogni utente sarà chiamato a giocare il suo ruolo nell’universo digitale in completa solitudine, facendo affidamento sulle sue sole forze e risorse. Grandi sono stati gli sforzi profusi dagli sviluppatori per delineare con precisione un simile standard, andando contro le prevedibili richieste di opzioni multiplayer, e spiccando in questo modo proprio per la ricerca di direzioni ludiche inusuali e alternative, almeno per il mercato occidentale.
– Grande personalizzazione della propria esperienza di gioco
– Libertà, profondità, volume
– Livello di sfida per chi desideri una vera impresa fantasy
Dark Souls si propone insieme come sequel e negazione dello stesso. Rimette in gioco le caratteristiche che hanno tanto distinto il fortunato Demon Souls, come il setting tenebroso e il livello di sfida punitivo, lasciandole affiancare da orizzonti ampliati sotto il profilo della profondità evolutiva del proprio avatar e la personalizzazione dell’esperienza di gioco. Il fatto che il team di lavoro abbia voluto concentrare le proprie forze unicamente sulla campagna single player, quasi brutale per la propria mancanza di agevolazioni nei confronti dell’utenza più casual, ignorando scelte multigiocatore e utili strumenti di supporto, è un attributo che si tinge di colori contrastanti, spenti per non rendere il prodotto fruibile da chiunque, e caldi per creare un universo così elitario, nell’accezione più positiva del termine. Le zone in ombra o ancora apparentemente contrastanti sono però molte, e non tarderemo ad aggiornarvi per ogni futura novità in merito.