Animal Crossing: New Horizons ha ancora il fascino del primo giorno

Sono tornato sull’isola più famosa di Tom Nook & Co. per passare un po’ di sano relax virtuale, e non potevo fare scelta migliore

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a cura di Marino Puntorieri

Redattore

Nonostante lo scorrere inesorabile del tempo, adoro prendermi delle pause dai videogiochi dell’ultimo momento per ritornare su quelli vissuti nel passato più o meno recente e riviverne i migliori momenti davanti allo schermo.

I videogiochi sono spesso un punto di incontro tra i giocatori e le loro emozioni; alcune volte basta entrare in empatia con un determinato personaggio per provare quelle emozioni che nella quotidianità difficilmente riusciamo ad esternare. Altre volte invece non c’è un motivo preciso, ma succede e basta. Quest’ultimo caso riguarda ciò che ho provato con Animal Crossing: New Horizons, uscito poco più di un anno fa e al quale ho dedicato tantissime ore di gioco – soprattutto nei primi mesi – per poi andare verso un lento e graduale abbandono, relegandolo a sparuti accessi casuali nel corso dei primi mesi del 2021 esclusivamente per manciate di minuti e poco più.

Di recente, però, ho deciso di ritornarci in modo più deciso e costante, attraverso accessi continuativi spalmati su più giorni consecutivi, per passare del tempo in compagnia dei miei isolani preferiti e – piccolo spoiler – mi ha trasmesso le stesse emozioni dei primi mesi di gioco.

La strada di casa non si scorda mai

Cosa mi ha spinto a tornare con più decisione su Animal Crossing: New Horizons dopo averlo sostanzialmente messo da parte? Se dovessi replicare sinceramente a questa domanda faticherei a trovare una risposta diversa dalla più semplice curiosità. Curiosità nel cercare di scoprire quanto un gioco riesca con il passare del tempo a mantenere un legame con l’utente, andando oltre il semplice ricordo.

Non smetterò mai di ribadirlo, il periodo complesso che abbiamo vissuto a livello sociale e psicologico nel recente passato, e che in parte continuiamo a vivere, ha permesso ad un gioco come Animal Crossing: New Horizons di massimizzare il target di riferimento, raggiungendo giocatori delle più disparate tipologie. Tutti, me compreso, siamo stati attratti da quel faro di speranza digitale che chiudeva in un cassetto tutte le paure e le insicurezze della quarantena a favore di un mondo di gioco colorato e da scoprire con i propri tempi, semplicemente per divertirsi senza pensare a quello reale.

A più di un anno dalla prima volta che ho premuto il tasto di accensione – uscendo dalla zona di comfort fatta di sparatutto e titoli calcistici – scopro che Animal Crossing: New Horizons è rimasto lo stesso titolo accogliente che mi ha tenuto compagnia durante il primo lockdown per settimane, con disinvoltura.

Si tratta di un aspetto che va oltre la mera aggiunta di qualche contenuto per la personalizzazione della propria isola e che, semplicemente, ne conferma la formula vincente alla base: non dettare tempistiche e obiettivi ristretti ai videogiocatori oltre a delle utili linee guida, lasciando la piena libertà sul come approcciarsi al titolo per scoprirne le varie sfaccettature.

Animal Crossing: New Horizons è uno dei più evidenti e riusciti casi di libertà creativa che da sempre contraddistinguono la filosofia di Nintendo; ho deciso di ritornarci partendo dal presupposto di scoprire le reazioni dei vari e fidati abitanti, per poi immergermi nei soliti meccanismi di routine giornalieri - interagendo con gli NPC o i giocatori di altre isole - fino al perdermici senza accorgermene.

Non è mai un addio, ma un arrivederci

Il primo accesso dopo molto tempo su Animal Crossing: New Horizons è iniziato con il mio piccolo alter ego svegliatosi dal sonno virtuale durato forse troppo tempo, davanti alla porta di casa con i capelli decisamente scompigliati e una faccia intontita che riflette un richiamo tanto brusco quanto improvviso.

Basta però qualche secondo e con una piccola rotazione del mini me i capelli tornano in ordine, mentre un largo sorriso si espande sulla parte inferiore del viso e ci suggerisce che tutto è tornato al proprio posto e siamo pronti a giocare.

In effetti girovagando per l’isola di Biribiri – così chiamata nell’intenzione di attribuirle un nomignolo tenero e invitante – il tempo sembra essersi cristallizzato, come se aspettasse il mio primo accesso dopo molto tempo per rilasciare in un sol colpo su schermo quella sensazione familiare di accoglienza che solo un ritorno a casa può dare.

Ammetto che dopo aver passato un po’ di tempo alla meticolosa pulizia dell’isola da tutte le varie erbacce presenti – così come dell’eliminazione degli scarafaggi presenti in casa, come per ricordare la mia scarsa attitudine nel mantenere in ordine persino una cameretta fatta di pixel – mi sono sentito un po' spaesato.

Non avevo un obiettivo specifico da seguire e il semplice girovagare per scambiare due chiacchiere con i vari abitanti era utile, prima, a ricevere ammonimenti verbali sulla mia assenza e, dopo, a confortarmi con un rinnovato benvenuto come se non fosse accaduto nulla di male.

Agli isolani di Animal Crossing New Horizons, infatti, non interessa se non ti sei collegato per un mese o un anno, perché dopo avertelo fatto notare sono pronti a buttarsi il tutto alle spalle e tenerti compagnia come l’amico più fidato di sempre. Loro non mi hanno mai abbandonato e sono sempre rimasti ad aspettarmi con un sorriso o una battuta.

Persino rientrando nel municipio per cercare l’ispirazione in qualche attività da seguire, le parole di Tom Nook mi ribadiscono cosa significhi giocare ad Animal Crossing: New Horizons:

Hai imparato tutto il possibile. Adesso vai e pensa a divertirti e a goderti la vita sull’isola.

Un monito quasi genitoriale sulla necessità di divertirsi senza pensieri, vivendo l’isola con spontaneità. Effettivamente, a ripensarci, quante ore impiegate per decidere come posizionare la bottega o la sartoria di Ago e Filo, senza dimenticare il museo di Blatero e il tempo impiegato alla caccia di tutta la fauna o dei fossili!

La mia isola, con quella specifica planimetria frutto un po’ di ingegno e un po’ di semplice adattamento degli spazi è un piccolo tesoro da custodire gelosamente e nella quale ho passato nuovamente numerosi giorni a girovagare e raccogliere risorse, tuffandomi nei piacevoli ricordi delle prime scoperte.

Tra una chiacchierata improvvisata con qualche abitante e un compleanno al quale presentarmi all’ultimo minuto per scambiare doni di ogni tipo, ho anche finalmente dedicato un po’ di tempo ai sogni. Parlo dell’opzione, andando a dormire comodamente dal letto di casa, che permette di collegarsi e trovare casualmente isole di altri giocatori da visitare a fini semplicemente esplorativi.

Si tratta di una meccanica presente in Animal Crossing: New Horizons da diversi mesi, ma che non ho mai avuto voglia di testare, e che invece scopro rivelarsi utile per trarre ispirazioni su alcuni oggetti da creare o porzioni di isola da modificare completamente, programmando inevitabilmente le mie prossime sessioni di gioco per le prossime calde settimane.

Non so se questo mio improvviso ritorno di fiamma si protrarrà nei mesi o durerà solo qualche giorno, ma al momento si è rivelata la miglior scelta che potessi fare. Una boccata d’ossigeno lontana dalle logiche opprimenti della corsa al gioco del momento  che ormai coinvolge la realtà videoludica che viviamo, soprattutto quella sbandierata sui social.

Animal Crossing: New Horizons ti accoglie abbraccia aperte con la stessa enfasi, indipendentemente dal fatto che si tratti di una visita mordi e fuggi o dell’ennesima giornata passata intensamente sull’isola. Ti riempie di attenzioni e di complimenti e, come nel caso del sottoscritto, ti fa apprezzare quelle piccole cose che non dovremmo mai dare per scontate.

Forse domani sarò di nuovo collegato su Animal Crossing: New Horizons alla ricerca di nuove avventure con gli altri isolani, o semplicemente ad attendere che si palesi quel lestofante di Volpolo con la sua collezione di opere contraffatte, ma ciò che è certo e che il gioco di Nintendo sarà sempre pronto ad accogliermi con lo stesso brio che lo contraddistingue sin dal lancio. E riscoprirlo è stata una bella sorpresa.

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