Abby è molto più muscolosa in The Last of Us - Part 2 che nel primo trailer: ma perché?

Come mai Naughty Dog ha deciso di rendere la muscolatura di Abby più evidente in The Last of Us - Part 2 rispetto al primo trailer?

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a cura di Stefania Sperandio

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Abby è sicuramente uno dei personaggi più chiacchierati di The Last of Us e, in particolare, di The Last of Us - Parte II, dove compare per la prima volta – seppur la sua storia sia fortemente legata alle vicende del primo capitolo.

La giovane donna, infatti, ha a suo modo diviso la community sia per il ruolo che riveste nella sceneggiatura del secondo gioco (di cui trovate su Amazon lo splendido artbook), sia per le interessanti scelte che Naughty Dog ha deciso di operare attorno alla sua figura.

Tuttavia, qualche occhio allenato si è accorto di un interessante dettaglio: nel trailer della Paris Games Week 2017, dove potemmo vedere Abby per la prima volta, la donna appariva sì con un fisico molto allenato, ma sensibilmente meno muscoloso rispetto a quello che abbiamo visto poi nel gioco finale.

Come mai? La risposta è nella sceneggiatura del gioco.

Che cosa ci dice il corpo di Abby

Attenzione! Questo articolo contiene enormi spoilerda The Last of Us - Parte 2.Vi raccomandiamo di interrompere la lettura se non avete ancora completato il gioco.

Il corpo atletico e allenato di Abby è un modo scelto da Naughty Dog per raccontarci il percorso della giovane donna e i traumi che ha affrontato nella sua vita.

Figlia del dottor Anderson, la ragazza dopo la sua morte ha giurato di vendicarsi di Joel Miller, che lo aveva ucciso, per cercare di darsi pace e provare a elaborare l'ingiusto lutto che la aveva colpita. È da quel momento che Abby, unitasi ai WLF, approfitta delle loro strutture e della sicurezza dello stadio che i miliziani usano come rifugio per mantenersi in costante ed estenuante allenamento.

Addirittura, un flashback del gioco ce la mostra mentre ha un appuntamento con Owen, che respinge all'acquario proprio perché intenzionata a non saltare gli allenamenti al quartier generale dei WLF. Il gioco ci comunica un po' in tutti i modi, insomma, che per Abby l'allenamento venga prima di tutto.

E il motivo è piuttosto evidente: Abby sa di dover affrontare Joel e quello che sa di Joel è che non solo ha ucciso suo padre, ma anche che ha eliminato tutte le Luci che erano presenti all'ospedale, dopo essere arrivato lì attraversando il Paese soltanto in compagnia di una ragazzina (Ellie) – la stessa ragazzina che doveva servire a salvare l'umanità, con l'intervento del dottor Anderson, ucciso però da Joel prima che fosse possibile.

Abby, insomma, nonostante la sua giovanissima età sa di aver a che fare con una persona letale e pericolosissima: l'unico modo per prepararsi e sentire di stare facendo dei passi in avanti in una ricerca di vendetta che ha il sapore dell'ossessione è tenersi pronta, allenarsi, provare a diventare altrettanto letale.

Per esprimere questa sua ossessiva ricerca del miglioramento e della letalità, Naughty Dog ha fatto parlare il suo corpo, decidendo che dovesse essere visibile, fin dal primo momento e anche solo al colpo d'occhio, quanto Abby avesse investito in una vendetta che l'avrebbe poi solo trascinata verso il baratro.

Se il suo aspetto nel 2017 dava l'idea di una donna che si teneva in allenamento, quello che abbiamo visto nel gioco finale del 2020 rimarca in modo più netto questa caratteristica, supportandola poi dalle diverse scene in cui è Abby stessa a rimarcare di non voler saltare nessun allenamento, per essere pronta nel momento in cui si metterà sulle tracce di Joel.

Forza fisica e vulnerabilità interiore

Oltretutto, è interessante anche il modo in cui l'apparenza del fisico atletico di Abby contraddica invece la sua personalità. A forza di allenamenti, la giovane Anderson ha sicuramente un aspetto che potrebbe intimidire i suoi nemici, ma al di sotto delle sue spalle larghe si nasconde una personalità che deve fare i conti con più vulnerabilità di quelle che vorrebbe ammettere.

Pensiamo al rapporto con Lev, pensiamo alla ferita aperta della relazione con Owen, pensiamo alla sua difficoltà di gestire l'amicizia con Mel e pensiamo anche al fatto che, nonostante la rabbia per quanto accaduto, sia lei a decidere di lasciare andare Ellie al culmine del loro scontro al teatro di Seattle.

Abby non è spietata, non ha trovato consolazione per elaborare il lutto di suo padre uccidendo Joel ed è in antitesi con Ellie, le è praticamente complementare: la giovane "figlia" di Joel è molto più minuta, molto meno minacciosa a vedersi, ma estremamente più feroce.

È un messaggio che il gioco passa benissimo nel momento dello scontro tra le due donne, quando noi nei panni di Abby siamo ovviamente esitanti, mentre Ellie è (per motivi ovvi tanto quanto i nostri) letteralmente un demone che può ucciderci in un solo colpo.

Abby ha nascosto sotto un manto di sicurezza datole dalla forza del suo corpo tutte le vulnerabilità che l'hanno fatta sentire non forte abbastanza nel momento in cui non ha potuto evitare l'uccisione di suo padre. La sua muscolatura sottolinea il suo percorso ed è stata rimarcata per tutti questi motivi da Naughty Dog.

Ma, al di là delle apparenze, in Abby c'è ancora l'animo gentile della giovane che piangeva davanti al corpo senza vita di suo padre, e che nei tre giorni che abbiamo trascorso a Seattle con lei abbiamo visto da vicino.

In precedenza, su SpazioGames avevamo anche analizzato alcuni interessanti aspetti del personaggio di Mel: potete scoprire più dettagli su di lei (anche in questo caso, spoiler inclusi) nel nostro articolo dedicato.

The Last of Us - Parte II è stato premiato dalla nostra redazione come gioco della scorsa generazione. Disponibile su PS4 (ma gira anche su PS5), il titolo fa parte di un filone narrativo che arriverà presto in TV con una serie firmata da HBO.

Non sappiamo ancora se e quando vedremo anche il personaggio di Abby in questa produzione, ma sappiamo già che Pedro Pascal sarà Joel e Bella Ramsey sarà invece Ellie. E sappiamo anche, e questo fa un po' più sorridere, che proprio Pascal ha ammesso di non essere capace di giocare a The Last of Us.