Dragon Ball FighterZ, provati nuove modalità e combattenti del picchiaduro più atteso

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a cura di Matteo Bussani

L’universo di Dragon Ball, successivamente al passaggio dagli antichi fasti dei Budokai-Tenkaichi al futuro ludico che tutti conosciamo, ci era apparso sempre alla ricerca di una sua dimensione. Tanti titoli si sono avvicendati nel corso del tempo, alcuni fallimentari e altri invece che hanno saputo intrattenere, abbandonando la natura di picchiaduro classico e abbracciando invece quella di GDR con grosse componenti online.
 Xenoverse e il seguito, sono stati capitoli che hanno avuto un incredibile impatto sul pubblico e sono riusciti a riaffezionare una buona fetta di giocatori al Dragon Ball dei videogiochi. La serie però, non è solo un mondo da scoprire tramite il continuo allenamento e miglioramento del proprio personaggio, è prima di tutto un universo dove si lotta, e tanto. Questo è il motivo per cui l’annuncio di Dragon Ball FighterZ è arrivato ai giocatori assetati della serie come un bicchiere di acqua fresca: 2D, Arc System Works al comando e un’ambientazione che si prestava incredibilmente a questa combinazione. 


Il gioco non poteva quindi mancare al LevelUp invernale di Bandai Namco a Parigi e, dopo un’oretta di prova di un capitolo di Story Mode e dell’Arcade Mode, nuovi personaggi da scoprire e un torneo tra la stampa europea, si è confermato come il pilastro fondamentale di Bandai Namco per il 2018.

 

Un’onda energetica di entusiasmo

L’approccio con Dragon Ball FighterZ è sempre incredibile. Ogni volta che abbiamo avuto modo di provare il gioco ci siamo ritrovati con un’idea sempre più positiva dello stesso. Questo perchè fin dalla prima volta che ci siamo messi nei panni di uno dei personaggi di Toryiama il gioco ha dimostrato di avere le carte in regola per puntare a un successo che manca da tempo nel mondo di Dragon Ball, ma probabilmente anche in quello dei picchiaduro. 
Graficamente l’impatto è quanto di più fedele possa esserci con il manga, ma è nel gameplay che il gioco dà il suo meglio, FighterZ esalta sia neofiti alla prima partita con la semplicità di realizzazione delle combo più semplici e si inerpica in una profondità incredibile quando si tratta di combo avanzate: il tutto in battaglie fino a 3vs3 che inglobano nel quadro delle partite una ricercatezza invidiabile anche sul piano della strategia. 
Tutto per non soffermarci sul fatto che l’accesso a mosse particolarmente note al pubblico risulta, sia galvanizzante, sia rende di facile comprensione le partite più frenetiche: FighterZ non è soltanto bello da giocare, ma anche da vedere. 

Sebbene la beta del gioco avesse già chiarito in parte questi fattori, ora che ci siamo avvicinati sempre di più al completamento del gioco siamo riusciti ad apprezzarli anche nei dettagli e nelle rifiniture: trovando un bilanciamento dei personaggi in divenire già ad ottimo punto.
 Non solo, perchè l’occasione ci ha anche permesso di provare due modalità ancora inesplorate: la campagna, presente con una sola missione, e l’arcade, che guida il giocatore in partite di difficoltà crescente.

 

Le modalità

Della campagna abbiamo giocato il capitolo 4, mappa 4. Al suo interno gli scontri sono disposti come su un grafo, sono affrontabili nell’ordine preferito dal giocatore con l’unica regola di proseguire una volta per turno sui nodi adiacenti del grafo. Sinteticamente: non tutti gli scontri sono disponibili da subito, ma il giocatore è libero di muoversi su questo diagramma, fino ad arrivare allo scontro con il boss, sconfitto il quale si passa al capitolo successivo. Un modo graficamente chiaro per farci combattere e proseguire su una storia che narrativamente non ci è apparsa particolarmente accattivante (ma saremmo lietissimi di essere smentiti), ma che ci ha dato l’idea di essere propedeutica agli scontri nella modalità arcade e contro altri giocatori. Durante le battaglie ci viene infatti chiesto di compiere determinate azioni, similmente a quanto accadrebbe con un tutorial, per ottenere punti aggiuntivi.

A ciò dobbiamo aggiungere la modalità arcade, caratterizzata stavolta da un albero (non preoccupatevi ci fermiamo qui con il saggio breve sugli algoritmi) con diverse ramificazioni a seconda del livello scelto.
Quattro erano quelli disponibili con il primo che era ripetuto per due volte, la seconda con difficoltà maggiorata. L’unica differenza è stata il numero degli scontri che variava da 3 a 7. Dopo ogni scontro a patto di vincere, a seconda del tipo di vittoria schiacciante o sofferta, si può salire di livello o rimanere sullo stesso proseguendo sull’albero, fino ad arrivare alla fine avendo definito nel corso delle partite la difficoltà di quella successiva. Abbiamo provato quella da 7 partite e le abbiamo vinte senza problemi fino al penultimo livello, ammettendo però le difficoltà (abbondanti) a superare l’ultimo. La modalità “Hard” dello stesso dovrebbe tanto impegno per i giocatori non troppo esperti. 



Anche i nuovi personaggi

Tra le ultime novità troviamo gli altri 3 personaggi che sono approdati nel roster del gioco. Legati alla serie Super di manga e anime, nascono per soddisfare la crescente notorietà di questa tra il pubblico più o meno giovane. Tutti e tre ci sono sembrati davvero forti, ognuno con caratteristiche talmente peculiari, che se non fosse stato per le mosse base, avremmo sicuramente creduto di star giocando a un gioco diverso di volta in volta. Hit per esempio, è votato al teletrasporto e ai colpi dal basso tramite il ghiaccio che può spostarsi liberamente per il terreno di gioco, mentre Beerus riesce a disporre sulle due dimensioni delle bolle energetiche che se ben posizionate da un giocatore esperto, possono trasformare l’avversario in una pallina del flipper. Goku Black è sicuramente il più classico dei tre, ha una finisher a proiezione orizzontale, che può essere letale contro personaggi che preferiscono il gioco a terra.


Tecnicamente il lavoro svolto con Dragon Ball FighterZ e con un Unreal Engine 4 sempre più duttile e performante è pazzesco, non sembrano esserci problemi di sorta, con la meraviglia che regna sovrana di fronte alle scazzottate al fulmicotone a schermo. Colori che esplodono in Kamehameha e Cannoni Garlick, mentre una regia pazzesca trova il tempo per inserire intermezzi adrenalici tra una speciale riuscita e un cambio di personaggio durante le ultimate.

Dragon Ball FighterZ è il picchiaduro del 2018, un titolo che con queste premesse può davvero scalare le gerarchie del mondo videoludico di Dragon Ball e del genere intero. Non vediamo l’ora di mettere le mani sul gioco completo, perchè le poche ore passate con il titolo ci hanno dato sensazioni incredibili e l’occhio critico ha faticato a trovare difetti, al di là della possibile mancanza d’appeal della campagna single-player, che però è ancora quasi interamente da scoprire.