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Recensione

Ace Attorney: Apollo Justice Recensione

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Avatar di Nicolò Bicego

a cura di Nicolò Bicego

Redattore

Pubblicato il 10/12/2017 alle 00:00
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Il Verdetto di SpazioGames

7

Viviamo in un’epoca in cui le rimasterizzazioni di vecchie glorie, si sa, sono all’ordine del giorno, e non riguardano ormai solamente i franchise più blasonati: anche serie di nicchia vengono regolarmente riproposte, alla ricerca di un nuovo contesto in cui essere inserite. E’ questo il caso di Phoenix Wright, la saga di visual novel targata Capcom che in tempi recenti abbiamo visto riproposta sia su Nintendo 3DS che su dispositivi Android ed Apple. Stavolta tocca al quarto capitolo della serie, originariamente uscito nel lontano 2006 su DS, essere tirato a lucido: stiamo parlando, ovviamente, di Apollo Justice: Ace Attorney (solo Apollo Justice d’ora in poi).

Largo ai giovani

La trilogia di Phoenix Wright si era felicemente conclusa con Trials & Tribulations, ma il successo che la serie stava riscuotendo su DS spinse Capcom a volere un quarto capitolo. Shu Takumi, lo scrittore originale della saga, non voleva riutilizzare il personaggio di Phoenix, convinto che avesse ormai detto tutto quanto poteva avere da dire. Optò così per la creazione di un nuovo personaggio, vale a dire l’Apollo Justice che dà il nome al gioco. Le vicende si aprono sette anni dopo la conclusione di Trials & Tribulations e vedono il novello avvocato difensore Apollo Justice alle prese con le sue prime avventure professionali. Come da tradizione, il gioco è diviso in casi, ciascuno dei quali ha una sua storia autoconclusiva, ma che insieme possiedono anche una notevole trama orizzontale. Il primo caso vedrà sedere al posto dell’imputato proprio il nostro amato Phoenix, e sarà nostro dovere scagionarlo dalle accuse. Nel corso della storie rivedremo qualche vecchia conoscenza, ma a dominare la scena saranno i nuovi personaggi, come Trucy Wright e Klavier Gavin, giusto per fare due nomi. La caratterizzazione dei personaggi è ineccepibile e le loro storie albergheranno nella vostra mente per molto tempo a venire.
Per questa riedizione su 3DS non sono stati previsti casi aggiuntivi, e la mancanza di novità caratterizza anche il comparto tecnico. Sebbene il gioco la risoluzione del gioco sia leggermente migliorata rispetto al passato, regalandoci una resa più nitida dei personaggi e delle ambientazioni, le differenze con la versione originale non sfanno certo gridare al miracolo. Lo stesso si può dire del comparto audio: dei leggeri miglioramenti rendono ancora più godibile la splendida soundtrack del gioco, che non ha niente da invidiare ai capitoli precedenti.

Avvocati in erba

Apollo Justice, come i suoi predecessori , si divide essenzialmente in due fasi. Nella prima dovremo raccogliere delle prove per la difesa del nostro assistito, viaggiando in diverse location e dialogando con il variegato cast di personaggi secondari che arricchisce ogni caso. Apollo Justice era il primo capitolo pensato esclusivamente per DS (la trilogia originale era infatti uscita inizialmente su Game Boy Advance) ed è dunque il primo capitolo a fare un uso intensivo delle peculiarità della console: touch screen e microfono giocano così una parte fondamentale durante le indagini, e questo elemento è stato riproposto invariato in questa riedizione su 3DS. Una volta terminata la fase investigativa, si entra in tribunale: qui dovremo utilizzare le prove raccolte per aiutare il nostro cliente e rivelare le discrepanze nelle testimonianze dei diversi personaggi, fino a costringere il vero colpevole ad ammettere la verità. L’altra novità introdotta da Apollo Justice sta nelle capacità del suo protagonista: durante un interrogatorio dovremo osservare attentamente il personaggio interrogato alla ricerca di stranezze nella sua gestualità, come tic nervosi. Una volta individuati, Apollo potrà incalzare il personaggio portandolo ad aggiungere dettagli alla sua testimonianza o ad ammettere una verità prima nascosta.
Essenzialmente, dunque, il gioco rimane pressoché identico alla trilogia che lo ha preceduto, e questa riedizione su 3DS non aggiunge niente all’offerta originale. Anzi, a dire il vero qualcosa viene tolto: è infatti inspiegabilmente assente la traduzione italiana, presente originariamente nell’edizione per DS. Non sappiamo le motivazioni dietro la scelta di Capcom, ma appare quantomeno bizzarra, soprattutto considerando la mole di testo da leggere presente nel gioco. Chiariamoci, normalmente questo non costituirebbe un problema e sarebbe comprensibile visto che stiamo parlando di una serie di nicchia. In questo caso, però, stiamo parlando di un titolo che aveva già a disposizione una traduzione nella sua versione originale. Allo stesso modo, risulta difficile da comprendere la scelta di vendere Apollo Justice come titolo a sé stante. Il gioco è infatti tranquillamente giocabile tramite l’originale cartuccia per DS. E se la Phoenix Wright Trilogy aveva dalla sua il fattore risparmio (tre titoli al prezzo di uno), Apollo Justice viene venduto da solo. Non basta il prezzo budget a rendere il boccone meno amaro: avremmo gradito qualche sforzo in più da parte di Capcom, sebbene il gioco rimanga indubbiamente la perla che era undici anni fa.

– Cast di personaggi eccezionale

– Narrativamente ineccepibile

– Gameplay solido e collaudato

– Si discosta di poco dalla versione originale

– Scomparsa la traduzione italiana presente nella versione DS

– Prezzo discutibile

7.0

Apollo Justice: Ace Attorney era un degno erede della trilogia di Phoenix Wright undici anni fa e lo rimane tutt’oggi, con un cast di personaggi eccezionale che dà vita ad una delle migliori esperienze narrative della serie. Il solido gameplay della serie rimane pressoché invariato, con qualche gradita aggiunta ad insaporire il tutto. Peccato che questa riedizione su 3DS si limiti a qualche semplice ritocco al comparto visivo e audio, perdendo peraltro la traduzione originale che pure era presente nella release su DS.

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