Ubisoft, Yves Guillemot ci mette le faccia dopo gli scandali: mi dispiace, riconquistiamoci la fiducia

Il CEO di Ubisoft, Yves Guillemot, è protagonista di un video dove si scusa in prima persona per i recenti scandali

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a cura di Stefania Sperandio

Editor-in-chief

Sarà una giornata importante per Ubisoft, considerando che alle 21.00 di oggi è atteso l'appuntamento con Ubisoft Forward, la conferenza dove troveremo sicuramente novità su Watch Dogs Legion, su Hyper Scape e su Immortals (il fu Gods & Monsters), come da trailer dell'evento. Prima che si alzi il sipario, però, il CEO Yves Guillemot ha pubblicato un video messaggio sui canali social della compagnia transalpina, mettendoci la faccia per rispondere ai recenti scandali che hanno coinvolto la sua azienda.

Nel video, dalla durata di quattro minuti, il CEO anticipa che (probabilmente) non sentiremo parlare degli scandali questa sera, che dovrebbe essere dedicata a «celebrare la nostra comune passione per i videogiochi». In compenso, il dirigente fa sapere di essere «profondamente dispiaciuto» per i recenti avvenimenti che hanno portato all'allontanamento per molestie di diversi esponenti della compagnia transalpina, tra cui elementi che erano di fatto lo zoccolo duro del team creativo di Ubisoft.

A questo, si è sommato un ulteriore polverone, alzato quando Tom Clancy: Elite Squad aveva (inavvertitamente?) scimmiottato i simboli di Black Lives Matter, il movimento per i diritti delle persone di colore che si è innescato di recente negli Stati Uniti – resosi necessario dopo gli ennesimi casi di violenza razziale perpetrata ai danni della comunità. All'interno del gioco, il pugno alzato di Black Lives Matter era stato associato al gruppo fittizio Umbra, che si macchia di atti di terrorismo. Dopo che la community si era sollevata per questa associazione, Ubisoft aveva aggiornato il gioco rimuovendo il simbolo, spiegando che includerlo era stato «dannoso e poco sensibile.»

Nel suo video messaggio, Yves Guillemot si è scusato con tutte le parti recentemente offese da Ubisoft – che iniziano a essere parecchie – e ha promesso impegno per riconquistare la fiducia dei fan e dei dipendenti, dopo quanto è accaduto. La compagnia francese proverà a farlo raddoppiando i suoi investimenti nell'Ubisoft Graduate Program, il programma di due anni che vuole reclutare neolaureati per portarli a lavorare nel mondo dei videogiochi – per aprire sempre di più le sue porte anche alle categorie meno rappresentate nella sua azienda, come le donne e le persone di colore.

«Il cambiamento richiede tempo» ha spiegato Guillemot, «ma siamo determinati a garantire un ambiente di lavoro in cui tutti possano sentirsi a loro agio, in Ubisoft». La speranza è che gli sforzi e le promesse del dirigente, finalmente intervenuto in prima persona dopo le note degli scorsi mesi, possano tradursi in misure che facciano di Ubisoft non più un esempio di una realtà a dir poco migliorabile per gli ambienti di lavoro nell'industria, ma di capacità di cambiamento, apertura e presa di posizione.

Vedremo come la situazione evolverà da qui ai prossimi anni per i dipendenti della compagnia della famiglia Guillemot, in attesa di Ubisoft Forward di questa sera.

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