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World of Warcraft: Shadowlands - Provato

Ci siamo uniti all'alpha di World of Warcraft: Shadowlands e vi raccontiamo le novità più succose per il titolo Blizzard

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a cura di Redazione SpazioGames

A cura di Simone Lelli

Sebbene sia davvero difficile mettere d’accordo i fan di World of Warcraft su qualcosa, i vari giocatori hanno trovato un punto di contatto dopo tanto tempo: Battle for Azeroth, purtroppo, non è stata un’espansione gradita. Vedendo tutti i post sparsi su Reddit, molte mancanze risiedono soprattutto nell’anima del gioco, ormai desaturata al punto da non essere riconoscibile (o meglio, non come i giocatori la vorrebbero). Non serve quindi Confucio per capire che, talvolta, guardare al passato può dare la chance di modificare il futuro e renderlo più luminoso.

Cosa c’è di meglio di una riuscitissima opera nostalgica come World of Warcraft Classic, capace di riaccendere il fuoco che la versione vanilla del gioco aveva fatto divampare sedici anni fa? World of Warcraft: Shadowlands fa questo, e lo fa (per ora) molto bene. Già il fatto di metterci mano molto tempo prima, con delle fasi di Alpha e Beta prolungate, fa capire come Blizzard sia intenzionata stavolta a dare il massimo, cercando di accontentare tutti.

Essendo una fase molto prolungata di testing, le funzionalità di gioco vengono inserite di volta in volta, e molti bug di vario genere fanno capire come questa sia una versione (molto) provvisoria: per questo eviteremo di analizzare il comparto tecnico nei suoi errori, visto che saranno sicuramente corretti in corso d’opera.

Nelle lande delle anime

Le Shadowlands sono, per approssimare, l’aldilà del mondo di World of Warcraft: già citate nel corso dei vari titoli, le azioni di Sylvanas hanno creato uno squarcio tra queste terre e Azeroth, causando non pochi problemi. L’aldilà del mondo di Warcraft, a sua volta, è diviso in vari territori: oltre a Oribos, piattaforma da dove l’Arbiter smista le anime dei caduti nelle varie zone, abbiamo quattro grandi “regioni” che ospitano invece le anime dei deceduti a seconda di come hanno vissuto la loro vita. Abbiamo provato a fondo Bastion, zona iniziale che rappresenta ciò che c’è di giusto e “legale”, oltre che al primo dungeon, il Necrotic Wave. L’incipit, molto interessante, apre tantissime opportunità per tutti quei personaggi morti nel corso della storia di World of Warcraft (o anche precedentemente nei capitoli RTS), permettendo di esplorare storyline fino ad ora lasciate in naftalina.

Ovviamente l’espansione ci farà visitare anche le altre tre grandi aree: avremo infatti Maldraxxus, zona per chi in vita ha cercato il potere, Selvarden, per tutti quegli esseri collegati alla natura, e Revendreth, zona per chi ha vissuto un’esistenza piena di orgoglio. A queste quattro grandi zone si aggiunge la Fauce, quinta sezione di queste Shadowlands – che ospita invece i malvagi. Ad eccezione di quest’ultima, le quattro aree avranno ognuna una congrega: i Kyrian occuperanno Bastion, mentre le altre tre saranno rispettivamente dei Necrosignori, i Silfi della Notte e i Venthyr.

La meccanica delle congreghe è la prima grande novità di Shadownlands: nel corso del gioco potremo scegliere una delle quattro per il nostro personaggio. Questa decisione influenzerà, oltre che per delle estetiche davvero interessanti, anche lo sblocco di alcune skill molto potenti (e appaganti): per questo la scelta sarà influenzata soprattutto dal ruolo che vorrete ricoprire nel party.

Fortunatamente, World of Warcraft: Shadowlands ha ritoccato le dinamiche legate ai personaggi secondari (quelli che giocherete dopo aver potenziato al massimo il vostro personaggio principale): stavolta potrete scegliere subito la congrega, oltre che partecipare alle varie missioni principali e accedere subito all’endgame.

Ritorno alle origini

World of Warcraft Classic, oltre a premere il cuore dei fan nel punto più nostalgico, ha mostrato come all’epoca le cose fossero più genuine: non si parla di frasi fatte, ma di una vera appartenenza al proprio personaggio. Nel corso del tempo, espansione dopo espansione, molte classi si sono destrutturate: alcune skill infatti diventavano inutili, tanto da vederle venire rimosse. Questo, nonostante non abbia influenzato la giocabilità, ha reso le varie classi molto simili.

Shadowlands punta fin dai primi secondi a farci tornare ad una sorta di “appartenenza di classe”: tornano tante skill storiche, e lo fanno a prescindere dalla specializzazione, creando una sensazione di appartenenza alla propria classe che col tempo si era persa, nel brand. Anche le Professioni hanno subito un cambiamento, bilanciandole tra di loro ed evitando di renderne un paio fondamentali (mentre le altre risultavano inutili). A concludere il pacchetto ci pensa anche l’estetica del personaggio: con una svecchiata a quelle texture che andavano in giro da anni, ogni razza ora avrà nuove customizzazioni per quello che riguarda l’estetica, così da rendere i vari personaggi diversi gli uni dagli altri.

Per quanto riguarda le missioni della trama principale, sebbene siano sempre le solite fetch quest che hanno come obiettivo quello di portarvi al livello massimo (così da accedere all’endgame) hanno comunque ricevuto un aggiustamento per quello che concerne le reward: diluite tra i vari livelli, saranno di sicuro più appaganti di come erano una volta.

Ricordiamo infine che in World of Warcraft: Shadowlands avviene il primo level squish della storia del brand: i personaggi al livello 120 verranno portati al 50, dando quindi 10 livelli da conquistare dentro questa nuova storyline.

Occhio di riguardo anche per i nuovi giocatori: essi potranno viversi tranquillamente i primi 10 livelli di tutorial per poi passare a fare i restanti 40 nell’ultima espansione, Battle for Azeroth, oppure rivivendo gli eventi storici delle precedenti espansioni.

Un incontro tra passato e presente

Se la storia principale e le novità inserite nel gioco riescono a dare un assaggio di come Blizzard abbia lavorato davvero bene, stavolta, il primo dungeon che abbiamo provato è la ciliegina su questa torta (provvisoria). Necrotic Wave porta il party a scoprire delle ambientazioni fantastiche: mentre ci ricorda molto i dungeon di Wrath of the Lich King, in questa mappa molto aperta e ben strutturata faranno la comparsa molti non morti, necromanti e creature di Maldraxxus

La struttura, non troppo difficile da capire, presenta vari trash mob sparsi nella mappa che, inesorabilmente, porteranno a scontrarsi con i quattro boss di questo primo dungeon. Tutti differenti gli uni dagli altri, essi avranno come al solito vari pattern d’attacco che porteranno a studiare al dettaglio il miglior approccio per sconfiggerli. Tra i quattro, il più intrigante è risultato il Surgeon Stitchflesh: capace di creare delle creature con l’abilità di accalappiare i giocatori (un po’ come fa Roadhog in Overwatch), richiederà ai vari eroi di saper evitare questi colpi al tempo giusto, così da poter focalizzare l’attacco contro il nemico principale (nonostante sia stato necessario alcune volte ripulire l’area). Tutto sommato il primo dungeon ha molto potenziale, e la sfida si preannuncia ancora più divertente alle altre difficoltà.

+ Riesce a svecchiare il brand

+ Compie alcune scelte coraggiose

+ Congreghe

+ Novità per customizzazioni e reward

World of Warcraft: Shadowlands è pianificato per quest’anno e, nonostante non ci sia una data ufficiale per la release, rimane ad ora una delle operazioni più grandi di “svecchiamento” del brand: sebbene infatti il gioco fosse già in ottima forma (grazie ai contenuti aggiunti post lancio con BFA), Shadowlands sembra essere proprio quel passo coraggioso che da tempo il brand non faceva, ma di cui iniziava a necessitare. Questa prima prova mostra come le basi siano più che ben strutturate, ma solo scoprire tutte le altre dinamiche che arriveranno nel corso di questi test potrà dirci se queste terre dell’aldilà saranno ciò che può dare nuova linfa vitale alla serie.

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World of Warcraft: Shadowlands è pianificato per quest’anno e, nonostante non ci sia una data ufficiale per la release, rimane ad ora una delle operazioni più grandi di “svecchiamento” del brand: sebbene infatti il gioco fosse già in ottima forma (grazie ai contenuti aggiunti post lancio con BFA), Shadowlands sembra essere proprio quel passo coraggioso che da tempo il brand non faceva, ma di cui iniziava a necessitare. Questa prima prova mostra come le basi siano più che ben strutturate, ma solo scoprire tutte le altre dinamiche che arriveranno nel corso di questi test potrà dirci se queste terre dell’aldilà saranno ciò che può dare nuova linfa vitale alla serie.