The Game Awards: voti del pubblico sono diventati una guerra pro o contro The Last of Us - Part II

Che The Last of Us - Part II fosse stato amato e odiato era risaputo da tempo: che le persone si sarebbero organizzate per i TGA 2020 no.

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a cura di Stefania Sperandio

Editor-in-chief

Nel mondo ideale che immaginiamo, i videogiocatori passano ogni istante di tempo libero che vogliono mettere a disposizione del loro tempo libero a... videogiocare, ovviamente. Terminato il lavoro, la scuola, l'università, gli impegni in genere, cosa c'è di meglio di sedersi davanti al proprio PC, la propria console e partire per un nuovo viaggio? Farsi la guerra tra videogiocatori, a quanto pare.

Come vi abbiamo riferito, infatti, la candidatura di The Last of Us - Part II tra i giochi dell'anno votati dagli utenti ai The Game Awards 2020 sta creando dei curiosi (non siamo sicuri che sia l'aggettivo adatto) casi, anche in seguito a un tweet in cui Neil Druckmann di Naughty Dog invitava gli appassionati a votare per «far perdere il caps lock agli hater»

Così come a giugno un gioco che parla di punti di vista e della volatilità dell'essere nel giusto e avere ragione era diventato terreno di battaglia tra chi aveva già deciso cosa pensarne, sei mesi dopo il fenomeno si sta ripetendo. Inizialmente in vantaggio nelle votazioni del pubblico, il titolo di Naughty Dog è stato sorpassato ampiamente dall'incolpevole e apprezzato Ghost of Tsushima, che si ritrova suo malgrado coinvolto in una diatriba di cui Sucker Punch avrebbe fatto volentieri a meno.

Apprendiamo, infatti, che sul sito 4Chan delle vere e proprie "spedizioni" si sono organizzate per votare il gioco ambientato nell'antico Giappone per assicurarsi che The Last of Us - Part II non vincesse il premio del pubblico.

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Poteva il fenomeno finire qui? Ovviamente no, perché dall'altra parte dello schieramento i sostenitori del gioco, con alcuni che lo scrivono apertamente sui social, si sono organizzati con account multipli per votare ripetutamente il titolo con protagonista Ellie.

È essenzialmente la replica di quanto accaduto all'uscita, con valanghe di 0 e di 10 senza nessun commento a corredo che avevano invaso Metacritic (con il primo gruppo che, complici i contenuti del gioco anche dal punto di vista politico, era estremamente più agguerrito del primo, va detto), al punto da costringere l'aggregatore a cambiare la politica per le recensioni degli utenti.

Sei mesi dopo, insomma, la community è ancora ferma allo stesso identico punto: farsi la guerra su un videogioco di cui, non fanno altro che confermarlo facendosi la guerra sostenendo di aver ragione, c'era estremamente bisogno.

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