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Spider-Man, provate le prime due ore del titolo Insomniac

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Avatar di Gottlieb

a cura di Gottlieb

Pubblicato il 01/08/2018 alle 00:00
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Dopo la prima prova a Los Angeles, durante l’E3, Spider-Man ci aveva lasciato con sensazioni contrastanti: da un lato il desiderio di vedere di più, di continuare a lanciarci tra i grattacieli di Manhattan con le nostre ragnatele, dall’altro un senso di incompiutezza, di un titolo che avrebbe voluto dire tanto, ma che non riusciva a farcela. Per questo era necessaria una seconda prova prima della review, che arriverà a inizio settembre: era fondamentale per approfondire molte delle tematiche trattate durante il primo hands on e soprattutto per ascoltare le parole del team di Insomniac, che ha raggiunto Milano per spiegarci il suo Spider-Man.

Peter incontra SpiderLa nostra prova si è inerpicata nelle prime due ore di gioco del primo atto, pertanto le fasi iniziali, quelle di apprendimento delle meccaniche e quelle che ci permettono di familiarizzare con i vari protagonisti della vicenda. Partiamo proprio da Spider-Man, perché il nostro amichevole ragno di quartiere ha tanto da raccontare in quella sua sfaccettatura più umana quale è Peter Parker. La prima novità rispetto all’hands on di Los Angeles è proprio questa: avere la possibilità di muovere il liceale che si nasconde dietro la maschera rossa e gli occhi bianchi, e con lui imparare non solo cosa significa essere un ragazzo a New York, ma anche subirne tutti gli effetti dei sentimenti che gli appartengono. Soprattutto nel rapporto con Mary Jane Watson. La storica ragazza di Peter gioca un ruolo fondamentale, non solo da comprimaria, ma proprio come personaggio giocabile: perché MJ farà parte dell’avventura in prima persona, tra l’altro in un ruolo completamente inedito, quello della giornalista del Daily Bugle. Tra poche righe vi racconteremo di più sul suo gameplay e sulle sessioni nei suoi panni, ma prima vogliamo continuare a parlarvi dei personaggi, tutti ottimamente caratterizzati, da zia May fino al Dottor Octavius, che ben sappiamo che fine dovrà fare di lì a poco, pur non sapendo a che punto della narrazione avverrà la mutazione. Spider-Man si ritrova all’interno di un ecosistema che non risparmia nessun personaggio dal dettaglio approfondito, com’è che giusto che sia, ma riesce a lasciare anche quel fascino del misterioso, che ritroviamo anche in Yuri Watanabe, il nostro principale e primo contatto telefonico in gioco: il nome suggerisce già quale sarà il suo futuro, ma non sappiamo se si concretizzerà realmente e se lo farà in questa avventura.

Il costume fa il ragnoDella trama non vi racconteremo nulla, sia perché in un certo qual modo potete intuire da voi cosa potrà accadere in una storia con Spider-Man protagonista, sia perché non rappresenta l’informazione attorno alla quale vogliamo far girare la nostra disamina. Ciò che realmente ci interessa esaltare è quel gameplay che riprende, come noto, le meccaniche di Batman Arkham Asylum e le adatta, coniugandole perfettamente, all’Uomo Ragno. Al di là di ciò che è stato mostrato da Sony e da Insomniac negli ultimi trailer, avremo dalla nostra la possibilità di cambiare costume e aggiungervi dei power up specifici nel corso della nostra avventura, grazie a un sistema di progressione che si basa sull’accumulo di punti esperienza. Per questi ultimi sarà necessario tanto seguire la modalità principale, quanto soffermarsi sulle missioni secondarie, dal debellare dei criminali nei vari quartieri di New York fino al recupero degli zainetti che Spider-Man ha lasciato sulle pareti della città nel corso delle sue precedenti avventure: i famosi zaini di Peter Parker, insomma. Nelle nostre due ore siamo riusciti a sbloccare tre varianti del costume propostoci, tra cui anche quello originale: abbiamo potenziato alcune abilità sfruttando lo skill tree, che ci ha permesso di sbloccare nuove mosse da combattimento, nuovi gadget e nuove capacità di slancio tra i grattacieli. Anche i gadget, dalla loro, vi permetteranno di applicare una sorta di crafting, che avremo però modo di approfondire in fase di review: tutto questo per dirvi, però, che di personalizzazione attorno al personaggio di Spider-Man ce n’è, tanto per giustificare la presenza di 24 diversi costumi da poter sbloccare e per avere sempre un miglioramento nella vostra esperienza finale. Gli stessi combattimenti ovviamente ne gioveranno, così come le vostre abilità: se all’inizio dovrete gradualmente scoprire come gestire anche la ricarica della salute e come districarvi tra i vari nemici che si proteggono dietro scudi o che lanciano granate fumogene, col tempo diventerà tutto automatico, unendo passo dopo passo attacchi dalla distanza, schivate, pugni, calci e catapulte, che vi aiuteranno a spostare l’attenzione del vostro combattimento in aria. Sebbene l’azione sia sempre molto frenetica è nelle boss battle che abbiamo denotato, per ora, una ripetitività che non sembra appartenere a Spider-Man: costretti a ripetere diverse volte lo stesso pattern di mosse, ci siamo ritrovati dinanzi a un combattimento davvero poco illuminato e accattivante, che ci ha lasciato con la speranza di poter ritrovare, più avanti, battaglie ben più elaborate e più in linea con il dinamismo che il titolo di Insomniac ci ha fatto assaporare in quei voli di grattacielo in grattacielo.

Dinamismo e stasiAccennavano della questione MJ Watson, altro aspetto che ci auguriamo possa subire interessanti modifiche nel corso del gioco. La storica fidanzata di Peter Parker si ritrova, come dicevamo, in questa avventura nei panni di giornalista e la ritroviamo proprio armata di macchina fotografica a doverla gestire come se fossimo in una sorta di poliziesco. Quasi come in un titolo di Sherlock Holmes, con la rutilante ragazza di New York dovremo andare alla ricerca di indizi che ci aiuteranno a risolvere enigmi ambientali abbastanza scontati e che, vi assicuriamo, potreste superare anche senza dover cercare tutti i suggerimenti in gioco. Le stesse fasi stealth che ci vengono proposte sono abbastanza puerili e ingenue, soprattutto per quanto riguarda i nostri eventuali carnefici. Tra l’altro la lentezza dell’azione legata a Marie Jane smorza tantissimo il ritmo di Spider-Man: probabilmente è una scelta ponderata che a lungo andare potrebbe essere premiata o dalla necessità di staccare dalla frenesia delle ragnatele o dalla crescita del personaggio di Mary Jane Watson, che potrebbe dire molto di più di quanto ci ha trasmesso in queste prime fasi. Inoltre alcuni fasi di stasi le abbiamo ritrovate anche in Peter Parker e nelle sue attività da laboratorio, proprio per rifarci a quel concetto di protagonista polivalente che deve saper gestire la propria vita nelle molteplici sfaccettature: in queste sessioni ci ritroveremo dinanzi a diversi minigiochi, che in alcuni casi terranno impegnato anche Spider-Man, come il dover ricostruire un circuito elettrico con i pezzi a nostra disposizione oppure regolare il movimento di un’onda sonora per poter captare segnalazioni della polizia nei quartiere circostante. Non mancano nemmeno i collezionabili, perché oltre agli zainetti indicati sopra avremo anche la possibilità di scattare foto per tutta New York, come richiesto dal personaggio di Peter, d’altronde.

– La personalizzazione di Spider-Man è profonda

– Combat system stratificato, promettente

– Visivamente affascinante e molto dinamico

Spider-Man ha mostrato gli artigli in maniera più convincente rispetto al nostro primo hands on di Los Angeles: la bontà tecnica e la bellezza del volare – praticamente – per Manhattan è invariata, ma tale aspetto ci aveva già abbondantemente colpito quasi due mesi fa. Tra l’altro il poter potenziare tali fasi grazie allo skill tree ci ha fatto apprezzare, a ridosso della terza ora di gioco, tutte quelle finezze che saranno figlie dei potenziamenti dei costumi di Spider-Man. Per il resto il gameplay ci è sembrato più solido, più variegato, anche grazie all’ingente menù che ci si è parato dinanzi quando è arrivato il momento di scegliere e potenziare i gadget a nostra disposizione. Insomma, le aspettative sono altissime per la recensione, con la speranza che anche i difetti elencati, come quella smorzatura della velocità figlia di MJ Watson, e la monotonia delle boss battle, possano cedere il passo a qualcosa di molto più entusiasmante. Appuntamento a un mese circa.

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