Hellblade 2 sì o no, le copie fisiche e l'infinito CoD nel Pagellone della settimana

Continua la nuova mini rubrica settimanale, pensata per dare un voto alle polemiche più calde che hanno scosso il videogioco negli ultimi giorni.

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a cura di Marcello Paolillo

Senior Staff Writer

Continua sulle nostre pagine la nuova mini rubrica a cadenza settimanale, ideata e pensata per uno scopo unico e semplice, ossia quello di dare un voto in decimi alle notizie più calde, alle polemiche o più in generale agli eventi che hanno scosso l'industria del videogioco, sia in positivo che in negativo: il Pagellone di SpazioGames.

Riassumendo i fatti più importanti della settimana, ne approfittiamo quindi per fare il punto della situazione su tutto quello che è capitato di bello e di brutto in questi ultimi sette giorni.

Passiamo quindi nuovamente ai fatti, cioè ai miei voti (voti, sì, non è una classifica) per la settimana che va dal 20 al 24 maggio.

Il Pagellone della settimana

Tomb Raider Remastered in versione fisica: voto 10

Lo abbiamo scritto e lo ribadiamo ogni volta che ce n'è occasione: i giochi in formato fisico sopravvivranno. Ecco quindi che, finalmente, Limited Run Games annuncia la triplice edizione retail della trilogia classica di Lara, per poi scoprire con sorpresa di nessuno che la stessa è anche disponibile in preordine su Amazon.

Bene, benissimo così, visto che la mancanza della versione fisica di una trilogia pensata proprio esplicitamente per tutti coloro i quali sono cresciuti con le versioni fisiche non aveva molto senso. Evviva!

E che presto tocchi magari anche ad Alan Wake 2, il pubblico lo chiede. Capito, Remedy?

Hellblade 2 spacca il pubblico, che non lo capisce: voto 1

Era nell'aria, ma ovviamente l'uscita di Senua's Saga: Hellblade 2 ha scatenato l'ennesima polemichetta sterile, a causa delle lancinante e stucchevole indecisione del pubblico medio e di certa critica specializzata, se così vogliamo chiamarla. Così, c'è chi manda impietosamente a casa Senua, mentre c'è chi non può fare a meno di restare a guardarla, ipnotizzato.

Tenace, senza paura, fisicamente grintosa e con un viso che buca lo schermo, in un action game "giusto" non verrebbe considerata semplice carne da macello – perché non lo è. E lo ha dimostrando sempre più, specie in questo sequel. Ma, come in ogni circostanza della vita, c’è come vanno le cose e come, invece, dovrebbero andare.

In ogni caso, Senua resterà indiscussa Highlander del "gioco tech demo in cui si cammina e ogni tanto si combatte". Solo se avete la sensibilità di vedere oltre capirete che c'è di più, molto di più.

Sì, Call of Duty Black Ops è arrivato già a sei: Voto 5

Senza troppi fronzoli, Activision ha – ovviamente – confermato che anche quest'anno la saga di Call of Duty non mancherà il suo consueto appuntamento. E lo farà con il ritorno di una serie storica, ossia quel Black Ops arrivato al sesto capitolo (ma il quinto, di grazia, me lo sono perso solo io o non è mai uscito? È e alla fine rimarrà Cold War?).

Considerando che Modern Warfare 3 non è stato quel gran trionfo, ci auguriamo che la Guerra del Golfo secondo Treyarch possa essere anche un'esperienza per giocatore singolo degna di nota, invece di essere ricordata solo ed esclusivamente per il multiplayer online, ormai da troppi anni in grado di monopolizzare ogni esperienza annuale legata a COD.

E se la narrazione ha voluto farcelo credere, il gioco è tra l'altro davanti a un bivio molto importante: uscire hic et nunc su Game Pass al day-one facendo la gioia di mamma Xbox, oppure fare finta di niente e venire reso disponibile per l'acquisto singolo? Quest'anno lo sapremo. Ed è meglio tardi che mai.

Congratulazioni, Embracer: voto 0

Che il mercato fosse in difficoltà, lo sapevamo. Ma che la situazione fosse così nera anche no. Embracer Group aveva infatti annunciato l'intenzione di procedere a un'importante ristrutturazione ormai conclusa, ma che a quanto pare ha fatto più danni che altro.

Più nel dettaglio, la forza lavoro della compagnia è stata ridotta di 4.532 unità dall'anno scorso, oltre ad aver visto la chiusura – o la cessione – di oltre 40 studi interni ed esterni, e la riduzione di 80 unità il totale dei progetti in esame. Vale a dire, giochi buttati nel cestone dell'umido.

Quindi, che dire: bravissima Embracer. Continua pure a dare il tuo contributo per la distruzione dell'industria del videogioco, ti ringraziamo moltissimo – specie tutte le persone che hai lasciato a casa.

Neil Druckmann vuole «ridefinire la percezione del gaming»: voto 6

Naughty Dog è uno studio che sicuramente sa il fatto suo, ma Neil Druckmann si è spinto oltre con alcune recenti dichiarazioni: il director di Uncharted e The Last of Us punta a «ridefinire la percezione del gaming» con il suo prossimo progetto. Ma di quale progetto sta parlando? Non ci è dato sapere.

Sì, a Druckmann diamo fiducia indiscussa (dopotutto, ci ha donato le avventure di Nathan Drake e quelle di Joel ed Ellie, che poco non è), ma è pur vero che le sue parole sono rischiose, anzi, rischiosissime. Ricordiamo tutti infatti che fine ha fatto l'ambizioso progetto multigiocatore legato a The Last of Us (spoiler: cancellato senza pietà dopo averci investito risorse a non finire e a seguito di proclami di eccellenza).

A differenza di altri, però, il buon Neil si è speso davvero al 100 % per restare in gioco fino alla fine. E speriamo che questo suo vulcanico entusiasmo possa portargli bene in futuro.

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