Addio Miiverse

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a cura di DjPralla

Stando alle parole di David Young, assistant manager alle pubbliche relazioni di Nintendo America, il Miiverse non arriverà su Nintendo Switch. Una notizia che potrebbe aver intristito i più assidui frequentatori del social network della grande N, ma che dall’altro lato ha lasciato indifferente buona parte della potenziale utenza della nuova console. Tra alti e bassi infatti, Miiverse non è mai riuscito a trovare la sua corretta collocazione e a raggiungere il cuore dei videogiocatori, nonostante Nintendo stessa abbia fin da subito deciso di usarlo come mezzo principale di comunicazione tra società/sviluppatori e videogiocatori.
Ora dobbiamo dirgli addio, ma prima ripercorriamo le tappe del suo corso vitale, a partire proprio dalla sua genesi.
Dalla genesi al palco
Già anticipato da alcune dichiarazioni di Iwata a partire dal febbraio 2012, Miiverse venne presentato ufficialmente durante la conferenza Nintendo all’ E3 dello stesso anno. Dalle parole di Reggie Fils-Aime e dalla dimostrazione sul palco, divenne subito chiaro come la nuova forma di interazione tra giocatori facesse parte sin dalle fondamenta di WiiU. La “warawara plaza” ossia la prima schermata visibile all’accensione della console (almeno fino all’introduzione del menu rapido che andò ad arginare il problema dei lunghi caricamenti ad ogni avvio) avrebbe mostrato una piazza gremita di Mii, raggruppati sotto diverse icone raffiguranti specifici giochi, intenti a scambiarsi opinioni, sotto forma di testi o disegni all’interno di fumetti. Il tutto prese una connotazione più classica una volta arrivati ad approfondire l’applicazione dedicata, accessibile in ogni momento anche durante le sessioni di gioco, la quale si presentò come un più classico social network diviso in gruppi tematici. 
A carboncino col pennino
A partire dal 30 novembre gli acquirenti europei di Wii U hanno potuto iniziare a mettere le mani sul Miiverse, dopo un corposissimo aggiornamento software che aggiungeva tutte le funzionalità online alla console. All’interno di ogni gruppo dedicato al corrispettivo gioco, i giocatori hanno potuto esprimere le proprie opinioni con messaggi di testo lunghi cento caratteri (successivamente ampliati a duecento) oppure dando sfogo alla propria creatività attraverso disegni in bianco e nero, commentando i post altrui o scambiando messaggi diretti con amici. In breve tempo quello che sarebbe dovuto essere un social network per appassionati di videogiochi, magari speranzosi di ricevere aiuto per la risoluzione di un puzzle o alla ricerca di opinioni sulla bontà del gioco in oggetto prima di acquistarlo, si è trasformato nel ritrovo di novelli artisti che hanno impressionato tutto il mondo con eccezionali disegni creati con un editor dalle possibilità csoì ristrette e macchinoso da utilizzare. In questo modo il gruppo dedicato a qualcosa di non strettamente collegato ai videogiochi, come l’applicazione per YouTube, si è in breve tempo trasformato in una galleria d’arte contemporanea, sfogliabile dal GamePad.
Tasto Share ante litteram
Un’altra funzionalità collegata al Miiverse che i possessori di altre piattaforme hanno dovuto attendere fino all’arrivo di PlayStation 4 con il suo tasto dedicato, era la possibilità di mettere il gioco in pausa in qualunque momento e catturare l’immagine a schermo, per poi condividerla, restando in attesa di eventuali commenti o di “Sììì”, l’equivalente del Facebookiano “Mi Piace”. Una possibilità che oggigiorno diamo quasi per scontato, ma che nel 2012 ha dato il La a nuove opportunità di socializzazione con nuove persone, ma anche a forme di cyberbullismo da parte dei veterani contro i nuovi arrivati che si cimentavano con la Virtual Console, nonché trovare la soluzione ad alcuni enigmi, andando così a riempire internet di meme.
L’evoluzione
Col passare del tempo, Nintendo ha continuato a rifinire e potenziare la sua creatura, arrivando anche a dare agli sviluppatori la possibilità di lasciare commenti che rimanessero in cima al gruppo relativo al proprio gioco, dando così la possibilità di comunicare eventuali novità e hangelog degli aggiornamenti, o più semplicemente domandare opinioni su argomenti specifici alla community, cercando quindi di azzerare la distanza tra creatore e consumatore. Dal momento che il tutto è stato pensato per girare su di una piattaforma web, non ci è voluto poi molto per arrivare al lancio della versione per browser su pc e smartdevice attraverso un apposito sito, utilizzabile per lo più in modalità di consultazione: non è mai stato possibile poter postare contenuti al di fuori delle console. Essendo poi strettamente legato al Nintendo Network ID, si è dovuto attendere fino al 9 dicembre del 2013 per l’arrivo del Miiverse su 3DS, con caratteristiche poi non molto dissimili dalla versione WiiU, ma monco della compatibilità con i giochi usciti precedentemente a tale data. 
Una grande famiglia
Nonostante l’annunciata applicazione per iOS e Android non è mai arrivata, Nintendo è comunque riuscita a creare un ambiente accessibile da più piattaforme, che ruotasse attorno alla socializzazione e alla condivisione, il tutto basato su account specifici per ogni utente e quindi a prova di eventuali evoluzioni su nuovi lidi in futuro. Ma il risultato non è stato dei migliori: al fine di poter mantenere il massimo controllo e la pulizia da eventuali contenuti scabrosi, Nintendo ha speso una quantità enorme di energie umane, generando l’effetto contrario che ha creato per lo più casi di discussione su internet che gli si sono ritorti contro (ad esempio divenne famosa una dichiarazione di Iwata, rivelatasi poi falsa, per cui era stato sviluppato un software apposito che riconoscesse automaticamente i disegni di peni, generando da contro altare un’invasione di genitali sul Miiverse per via dei curiosi intenti a provare questa nuova tecnologia); in più la società controparte che avrebbe dovuto sviluppare la piattaforma, Hatena, si è rivelata non all’altezza del compito, motivo per cui Nintendo non ha voluto sbagliare con Switch, puntando quindi sull’acquisizione di DeNA, prima della classe in Giappone per quanto riguarda lo sviluppo di applicazioni per mobile e infrastrutture online.
L’addio
L’ultimo grande aggiornamento è arrivato sempre di dicembre, ma del 2015, con l’introduzione di un nuovo design generale e la possibilità di postare il proprio diario di gioco, oltre a dividere le discussioni scritte, dai disegni all’interno dei gruppi. Da qui in poi è prevedibile che Nintendo lasci sempre più in disparte il proprio social network, come del resto sta facendo con WiiU stessa. Molto probabilmente Miiverse resterà disponibile fino a che saranno attive le funzionalità online di WiiU e 3DS, ma è anche possibile che la ghigliottina arrivi prima del previsto, come successo per il fallimentare sistema per la gestione dei contenuti video on demand TVii.

Come già successo in precedenza, anche in questo caso Nintendo ha spiazzato tutti con un’idea brillante, che ha spinto e coltivato, ma che si è infranta contro la rigidità della società stessa e la sua incapacità di uscire da quegli schemi tipicamente giapponesi, finendo poi per abbandonarla al suo destino e passare a qualcosa di nuovo.