Sony censura Martha is Dead, tutti gli altri no: For The Players?

Una storia di grande ipocrisia o una censura dovuta? Abbiamo gli elementi per dirvi esattamente com'è andata la vicenda.

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a cura di Domenico Musicò

Deputy Editor

Nella giornata di ieri, alle 16.21 del pomeriggio, è accaduto un fatto piuttosto increscioso per le ambizioni di crescita di un'industria con ancora troppi limiti e ritrosie. Arriva d'improvviso un comunicato ufficiale sui profili di Wired Productions, publisher di Martha is Dead (ecco l'anteprima dedicata alla lunga sessione di prova), che spiega in modo chiaro che il gioco, solo sulle console Sony, verrà censurato.

L'opera di LKA, sviluppatore italiano già al lavoro sull'ottimo The Town of Light (anch'esso rivolto a un pubblico di adulti), uscirà invece in forma integrale su tutte le altre piattaforme, ossia PC e console Microsoft.

Ci si chiede a questo punto, in modo più che legittimo, cosa possa esserci di così scabroso o moralmente inaccettabile da costringere l'azienda giapponese a far calare la mannaia sull'opera stessa; e ci si chiede, con altrettanto stupore e ricerca di una logica coerenza, cosa abbia spinto Sony a dire no a certi contenuti di Martha is Dead e sì ad altri che obiettivamente non sono esattamente edulcorati o di scarso impatto.

Abbiamo immediatamente provato a contattare il publisher e anche Luca Dalcò (fondatore dello studio) per sapere con chiarezza quale fossero i motivi legati a questa inaspettata scelta che gli altri hanno ritenuto di non dover fare. Non si sono sbottonati e hanno scelto di non scendere in dettagli riguardanti l'accaduto. Al momento, dunque, rimane poco comprensibile la scelta di Sony di far modificare agli autori la propria opera. Vi raccontiamo esattamente com'è andata.

Martha is Dead e l'importanza del videogioco d'autore

Oggi non ci interessa scrivere un articolo su quanto sia sbagliata la censura, né avremmo mai accettato la stesura di un pezzo generico sulle dinamiche dell'industria e sul concetto di arte libera che libera non è mai, in questo settore che vuole credersi adulto ma si dimostra ancora una volta in fasce.

Il cinema d'altra parte ci è arrivato da poco, ad abolire la censura. Il ministro Franceschini ha firmato un decreto che impedisce amputazioni e rimaneggiamenti forzosi e che fa «Superare quel sistema di controlli e interventi che consentiva ancora allo Stato di intervenire sulla libertà degli artisti».

Qui si parla di aziende con sensibilità culturali diverse e di equilibri legati ai rapporti, e in fin dei conti anche della percezione che si ha del videogioco stesso. Ma cosa succede quando è proprio chi deve dare maggiore dignità al medium che sceglie di tarpare le ali alla libera creatività?

Esattamente come The Town of Light, Martha is Dead ha attenuto il co-finanziamento di Europa Creativa, programma dedicato alle iniziative culturali in grado di rendere ancora più significativa la rilevanza dell'opera. Il gioco di LKA, per essere specchio rappresentativo delle idee degli sviluppatori, sceglie di utilizzare tutti gli strumenti ritenuti adatti a dare maggiore forza al racconto, alla costruzione psicologica dei personaggi e alle terribili vicende che accadono mentre sullo sfondo infuria la Seconda Guerra Mondiale. Oggi vogliamo ribadirlo con ancora più forza, dato che abbiamo già giocato a una buona metà di gioco e sappiamo esattamente di cosa stiamo parlando.

Allo stesso modo, vi diciamo che, sì, Martha is Dead ha certamente temi molto audaci, immagini forti e adatte a un pubblico di soli adulti. Ma la domanda che più ci interessa è: quanto forti? Ha davvero scene che vanno oltre la morale o che sono così terribili da giustificare l'azione di Sony? Vi rispondiamo ancora una volta noi: no, e se dobbiamo parlare di pura violenza, abbiamo visto decisamente di peggio in The Last of Us - Parte 2 (ecco la nostra recensione).

Parlando a titolo personale, posso dirvi di essere cresciuto guardando pellicole horror davvero terribili, che non si facevano problemi a mostrare immagini truculente e di estrema violenza. Eppure non sono mai stato male, sono in perfetta salute fisica e mentale e non ho strascichi di alcun tipo. The Last of Us - Parte 2 mi ha invece fatto stare male e ho tuttora grandi difficoltà a togliermi dalla mente certe scene. Con Martha is Dead non è mai successo.

Di che tipo di censura stiamo parlando, allora? Pur premettendo di non sapere esattamente qual è (o quali sono) la parte incriminata, andando ad analizzare alcuni documenti possiamo arrivare alla soluzione senza troppi sforzi. A questo possiamo aggiungere la nostra esperienza diretta col gioco, provato per diverse ore, che fornisce senza timore di essere smentiti una chiara panoramica sulla natura di Martha is Dead. Il comunicato ufficiale spiega quanto segue:

"Martha is Dead è un gioco raccomandato solo a un pubblico di adulti, con parti che comprendono scene che possono potenzialmente mettere a disagio o angosciare il giocatore. Sia Wired Production, sia LKA, sono sempre stati onesti sui contenuti del gioco, con la presenza di contenuti forti costantemente comunicati alla stampa sin dal suo annuncio nel 2019. Si avvisa della presenza di tali contenuti chiaramente e ripetutamente anche all'interno del gioco stesso, prima ancora che questo cominci".

Wired Production spiega dunque che non si trattava di certo di una novità dell'ultimo momento, e aggiungiamo anche che in questo caso specifico siamo lontani anni luce da biechi tentativi di manovre pubblicitarie atte a far parlare del prodotto a tutti i costi, che esce comunque in un mese estremamente affollato.

D'altra parte, The Town of Light è lì a dimostrarlo, così come è chiara la concezione di opera dell'ingegno che ha sempre avuto il fondatore di LKA, motivato a costruire prodotti di alta caratura e non a usare mezzucci da quattro soldi. A corroborare quanto detto, l'unica dichiarazione di Luca Dalcò che possiamo riportare per intero è la seguente:

«Per noi l'orrore e la violenza non sono mai un fine, ma un mezzo attraverso cui poter raccontare al meglio le nostre storie, anche con immagini molto forti».

Tenete bene a mente questa parola: contestualizzazione.

La ricostruzione della vicenda

Ma andiamo con ordine e ricostruiamo tutta la complessa vicenda prendendo in esame i documenti ufficiali. Il comunicato di Wired Productions prosegue spiegando che:

«É con grande rammarico che abbiamo dovuto modificare l'esperienza per le versioni PS4 e PS5, con alcuni elementi non più giocabili. Dopo oltre quattro anni di passione e duro lavoro, LKA ha adesso bisogno di tempo extra per fare queste modifiche non pianificate».

Il 24 del mese corrente, Martha is Dead uscirà comunque in versione digitale, con le edizioni PS4 e PS5 già censurate. Le versioni fisiche, invece, arriveranno in una data ancora non stabilita. I motivi, chiaramente, sono legati ai tempi di masterizzazione e distribuzione, mentre sul software digitale si può operare in modo più tempestivo e senza fare troppi passaggi supplementari e farraginosi. Non crediate dunque che le versioni digitali siano esenti dalla censura: per la versione integrale del gioco, dovrete obbligatoriamente rivolgervi a piattaforme come PC e Xbox. Ma andiamo ancora più a fondo e indaghiamo sulle parti che verranno tagliate via.

Oltre alla dichiarazione testé riportata, che parla in modo inequivocabile di violenza e di modifiche ad alcuni elementi non più giocabili, abbiamo tra le mani la valutazione dell'ESRB (la trovate qui).

Vi avvisiamo però che seguono degli spoiler, e che quanto stiamo per scrivere potrebbe essere considerato un insieme di informazioni in anteprima che il giocatore ha invece il desiderio di scoprire da sé. Detto ciò, riportiamo integralmente e per dovere di cronaca quali sono gli elementi segnalati dall'ente:

(...) «Mentre la narrazione prosegue, il gioco dipinge sequenze oniriche da incubo di intensa violenza: Giulia taglia via la faccia di un cadavere e la indossa; Giulia squarcia lo stomaco di un cadavere e tira fuori un feto morto; un personaggio si taglia le vene. Una sequenza mostra un personaggio che spara a una donna legata off-screen, poi seppellisce il cadavere smembrato. Il gioco contiene dialoghi con riferimenti sessuali (come ad esempio '... Sei solo un'inutile troia'; 'Sono incinta di suo figlio. Abbiamo fatto sesso...'; '... Lo stupro è stato commesso da soldati invasori'). Durante il corso del gioco, un cadavere è rappresentato a seni nudi, una carta dei tarocchi include un piccolo disegno di una donna nuda. Nel gioco si sentono le parole 'Cazzo' e 'Merda'».

Si evince in modo piuttosto chiaro che l'oggetto dello scandalo non ha dunque nulla a che fare con elementi di natura sessuale, rappresentazioni di materiale deprecabile con minori, scene fuori dalla morale o devianze di qualche tipo.

Si tratta dunque di una censura legata alle scene violente, che sono quelle descritte e che abbiamo già giocato lo scorso mese. Proprio grazie alla nostra esperienza di prima mano, possiamo assicurarvi che non c'è proprio nulla in più rispetto all'ultraviolenza di altri giochi che vanno assolutamente oltre quanto farà Martha is Dead, e che sono stati regolarmente pubblicati su piattaforme Sony. Quelle scene riportate dall'ente le abbiamo viste, e c'è una forma di interazione da parte del giocatore che probabilmente verrà eliminata in favore di una trasformazione finale in filmato da osservare passivamente. Qual è allora la discriminante? E per quale motivo l'azienda giapponese ha dimostrato di applicare due pesi e due misure?

Possiamo portarvi l'esempio di Outlast o del suo DLC Whistleblower, che rappresentava in modo sfacciato evirazioni e persino molto, molto di peggio: c'è la scena di un cadavere di donna disposto nell'osceno atto di partorire una testa da adulto (mozzata a una vittima e poi vilipesa); accanto a lei, penzoloni, c'è un un altro cadavere impiccato e a volto coperto che il maniaco da cui bisogna scappare ha voluto immortalare in un gesto di commiserazione e teatrale conforto. E si tratta di un gioco di terze parti proprio come Martha is Dead.

In conclusione

The Last of Us - Parte 2 (prodotto da Sony e sviluppato da un team interno) non lesina mai sulla violenza, né su certi contenuti sessuali, sociali, né su nient'altro. Come detto nella recensione "L’inclusione delle minoranze nel tessuto narrativo di The Last of Us – Part 2 non tocca solo il mondo LGBT, ma accarezza anche quelle religiose e sociali, lambendo temi collaterali che spalancano le porte a un’emancipazione del videogioco a tutto tondo. La poetica decadente del dolore e il ciclo della violenza fanno parte dell’esistenza umana, e rappresentarla con così tanta veridicità non fa di The Last of Us – Part 2 un gioco violento, ma uno in cui il realismo figurativo si appaia agli eccessi della realtà."

Ecco, la violenza ben contestualizzata non dovrebbe mai finire vittima della censura, e così come non è successo a una produzione milionaria, non dovrebbe nemmeno accadere a un'opera più piccola. Aggiungiamo anche il curioso caso dello scabroso Lust From Beyond, di cui vi riportiamo parte del nostro commento finale a chiusura della recensione: "Potrebbe risultare eccessivo nel modo in cui mette in scena la sessualità, ma i temi trattati giustificano in larga misura la visione artistica degli sviluppatori, che hanno trovato un buon equilibrio senza scadere troppo nell'osceno a tutti i costi". Il gioco è poi stato rimosso da tutti gli store, arrivando poi in una versione rimaneggiata dal nome "M Edition". Ma lì, i problemi erano legati a degli eccessi nella rappresentazione di scene forse un po' troppo esplicite, con tanto di atti sessuali in bella mostra.

Eppure si trattava, come tutti quelli di cui abbiamo parlato finora, di prodotti rivolti a un pubblico di adulti. Perché allora Martha is Dead va bene per ogni piattaforma ma non per quelle Sony? E perché si continua a trattare il pubblico indiscriminatamente come un gruppo di marmocchi? Se questi ragazzini devono essere davvero preservati dalle terribili immagini di un videogioco, perché non lo si fa con tutti e si fanno invece figli e figliastri?

Abbiamo anche contattato Sony per chiedere se avesse delle dichiarazioni da fare per SpazioGames, ma al momento non abbiamo ottenuto nulla di ufficiale. Nei prossimi giorni, se la vicenda dovesse ingrandirsi ulteriormente, pensiamo che potrebbe magari arrivare un comunicato o qualche aggiornamento sulla posizione dell'azienda. La prossima settimana ci aspettiamo dei movimenti in tal senso, ma non è scontato che possano arrivare da ambo le parti. Aggiorneremo questo articolo in caso di novità. Nel frattempo, lasciamo a voi tutte le conclusioni del caso.

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