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Recensione

Skul: The Hero Slayer, uno scheletro per liberare i demoni - Recensione

Skul: The Hero Slayer è un rogue-lite in early access che con un attento bilanciamento e delle migliorie potrebbe fare un gran salto di qualità. Ve lo raccontiamo nella nostra recensione.

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a cura di Domenico Musicò

Deputy Editor

Informazioni sul prodotto

Immagine di Skul: The Hero Slayer
Skul: The Hero Slayer
  • Sviluppatore: SouthPAW Games
  • Produttore: NEOWIZ
  • Piattaforme: PC
  • Generi: Rogue-lite
  • Data di uscita: 19 febbraio 2020 (Accesso Anticipato)

Arrivato da poco in accesso anticipato, Skul: The Hero Slayer si propone come un rogue-lite bidimensionale che tenta di entrare nel florido mercato indie già pregno di produzioni simili. I coreani SouthPAW Games lo sanno bene, ma non hanno voluto lasciarsi scappare l’opportunità di proporre qualcosa che possa rendere più frizzante una formula di gioco ormai diventata una consuetudine, pur specificando che il progetto è ancora un cantiere aperto pronto ad accogliere tutti i feedback degli utenti.

Skul, l’eroe che non ti aspetti

Skul sembra un po’ Daniel Fortesque: impacciato, dall’aspetto tutto sommato dolce e inoffensivo, e quell’aria imbranata che lo fa sembrare tutto fuorché un eroe in grado di sovvertire i destini dei demoni e degli umani. Skul è però l’unico vero reduce di una battaglia che dura sin da quando gli uomini ne hanno memoria, ma stavolta l’assalto al castello del Re dei Demoni da parte della specie umana ha avuto esiti ancora più tragici. Gli avventurieri si sono infatti alleati con l’esercito imperiale e hanno avuto la meglio sui demoni, che sono ora tutti tenuti prigionieri e in cattività, eccetto uno: Skul, per l’appunto. Spetterà dunque a lui attraversare lande e luoghi irti di pericoli al fine di arrivare nel posto in cui i suoi compagni sono segregati, ma com’è facile immaginare non sarà affatto semplice per coloro che vorranno già da ora supportare l’opera di SouthPAW Games.

La schermata di avvio spiega chiaramente che il progetto ha bisogno di lavoro e di suggerimenti per migliorare l’esperienza finale, e in effetti anche la nostra prova ha fatto emergere alcune criticità che si annidano soprattutto nel bilanciamento della difficoltà e nella gestione degli elementi procedurali, da sempre croce e quasi mai delizia dei giochi che si affidano agli algoritmi anziché alle finezze artigianali degli autori. Skul: The Hero Slayer ha una difficoltà decisamente sopra la media e basa il suo avanzamento su massicce sessioni di grinding, utili per migliorare le statistiche di base del protagonista e rendere meno amare le sortite in territorio nemico. Questo grande scoglio può solo in parte essere superato selezionando la rookie mode, che non è in realtà una vera e propria modalità per pivelli, dato che aggiunge “solo” 100 punti salute e non va ad intaccare la gestione randomica degli altri elementi di gioco.

La vera particolarità di Skul: The Hero Slayer risiede nella possibilità del protagonista di poter cambiare teschi e ottenere così le abilità a essi collegate. Al momento, anche per il bilanciamento di questa funzionalità c’è molto da lavorare, poiché i teschi che concedono maggiore rapidità di attacco sono di gran lunga più efficaci di tutti gli altri. Su tutti, il teschio del cavaliere, che offre una velocità tale da inibire gli attacchi di gran parte dei nemici, non concedendo nemmeno il tempo agli avversari di esibirsi nell’animazione di offesa. Il ritrovamento dei teschi e le tipologie sono anch’esse randomiche, per cui è facile immaginare come l’avanzamento dipenda esclusivamente da quanto fortunati siete stati nel pescare dal mazzo. Oltre ai colpi melée di base, ogni teschio dispone di un attacco potente o un buff che sono soggetti a un tempo di cooldown, e lo stesso vale per il passaggio da un teschio e l’altro, con la limitazione di poterne portare solo due per volta.

Try Again, Skul

Ogni Game Over vi riporterà al punto d’inizio, con la possibilità di poter utilizzare i quarzi fin lì raccolti per sbloccare abilità passive presso una strega alleata liberata proprio all’inizio del gioco. I tre rami delle abilità sono suddivisi in Skull, Bones e Spirit. Il primo consente di migliorare la percentuale della capacità di effettuare attacchi potenti, di far diminuire il tempo di cooldown dello scambio dei teschi e di generare uno scudo di pochi secondi durante il passaggio dall’uno all’altro; il secondo ramo consente di migliorare gli attacchi di base, la salute, di creare una finestra di invulnerabilità durante la schivata e di risorgere con un solo punto vita quando morirete. Spirit invece migliora tutti i tempi di cooldown e gli eventuali buff.

Skul: The Hero Slayer si affida insomma a partite continue per ovvie ragioni: a ogni morte corrispondono delle migliorie da sbloccare e l’accumulo di un’esperienza di base che consente di non fare più gli stessi errori. Anche le boss fight sono randomiche, ma vi basterà poco per adattarvi anche agli stili dei nemici. Il sistema di gioco di Skul: The Hero Slayer è però studiato in modo tale da ricompensarvi sempre, e tra monete che vi consentono di acquistare armature, spade, oppure oggetti utili, non manca di certo la varietà. E nemmeno il divertimento e il buon livello di sfida, che diventa più abbordabile a ogni tentativo effettuato. Giunti al castello, ci siamo accorti che gran parte dei nemici venivano parzialmente riciclati, lasciando il posto alle versioni potenziate di quelle precedenti. Segno, questo, che sul titolo si deve lavorare anche il tal senso.

La graziosa pixel art degli sviluppatori caratterizza al meglio Skul e il mondo di gioco, conferendo all’opera un aspetto dai colori sgargianti e decisi, assieme ad ambientazioni che tendono a ripetersi sin troppo, passando dal verde rigoglioso della foresta alle architetture imponenti e regali del grande castello. Non è ancora chiaro quando uscirà la versione definitiva di Skul: The Hero Slayer, ma la struttura di base promette davvero molto bene e su di essa si potrebbe edificare un rogue-lite di tutto rispetto, persino in grado di avvicinarsi ai titoli più in vista del genere.

+ Teschi intercambiabili che modificano gli stili di gioco

+ Sa sempre come ricompensare il giocatore a ogni game over

- Troppi elementi gestiti in modo procedurale

- Bilanciamento da migliorare

7.7

Skul: The Hero Slayer è un onesto rogue-lite che inizia a mostrare la forma di cui sarà fatto nella sua versione finale, che si preannuncia già foriera di buone trovate. Al momento gli sviluppatori coreani si sono concentrati su un’ottima base, che servirà a raccogliere i suggerimenti e i feedback degli utenti, utili a sistemare alcune delle criticità riscontrare durante questa fase di early access.

La scelta della generazione procedurale non è mai quella giusta, per tutta una serie di motivi che mostrano il fianco alla ripetitività degli ambienti e al cattivo bilanciamento, ma Skul: The Hero Slayer potrebbe davvero farcela e aspirare a sedersi in platea per godersi i frutti di un successo che potrebbe arrivare tra qualche mese.

Voto Recensione di Skul: The Hero Slayer - Recensione


7.7

Voto Finale

Il Verdetto di SpazioGames

Pro

  • Teschi intercambiabili che modificano gli stili di gioco

  • Sa sempre come ricompensare il giocatore a ogni game over

Contro

  • Troppi elementi gestiti in modo procedurale

  • Bilanciamento da migliorare

Commento

Skul: The Hero Slayer è un onesto rogue-lite che inizia a mostrare la forma di cui sarà fatto nella sua versione finale, che si preannuncia già foriera di buone trovate. Al momento gli sviluppatori coreani si sono concentrati su un'ottima base, che servirà a raccogliere i suggerimenti e i feedback degli utenti, utili a sistemare alcune delle criticità riscontrare durante questa fase di early access. La scelta della generazione procedurale non è mai quella giusta, per tutta una serie di motivi che mostrano il fianco alla ripetitività degli ambienti e al cattivo bilanciamento, ma Skul: The Hero Slayer potrebbe davvero farcela e aspirare a sedersi in platea per godersi i frutti di un successo che potrebbe arrivare tra qualche mese.