Alla scoperta di Skeletoon, platform 2D che strizza l'occhio ai grandi classici

Lo sviluppatore italiano Christian Foti sta realizzando il gioco da solo: vediamo i dettagli di Skeletoon

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a cura di Stefania Sperandio

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Per realizzare i videogiochi servono davvero tante persone. Ne parlava proprio oggi Phil Spencer, uno degli uomini chiave del gaming odierno, in riferimento al fatto che si può sapere che Xbox Series X non sarà rinviata – ma è più difficile esprimersi in merito ai software in arrivo, dal momento che bisogna far coincidere con lo smart working le necessità e i contributi di centinaia di persone.

Esiste, poi, una realtà parallela a quella delle grandi produzioni AAA, che è quella dell’universo indipendente. Qui troviamo videogiochi realizzati da team di qualsiasi misura e, in alcuni casi, anche da una persona sola – basti pensare ai casi di Stardew Valley (firmato da Eric “ConcernedApe” Barone) o di Thomas Was Alone (a opera di Mike Bithell). Ed è su questa finestra che si affaccia anche il nostro connazionale Christian Foti, che pur non avendo un background da sviluppatore ha deciso di vedere dove la passione e l’impegno avrebbero potuto portarlo, nel tentativo di realizzare un videogioco tutto suo. L’idea ha preso via via forma e oggi è un platform in due dimensioni che guarda a maestri indimenticabili del videogioco, come Super MarioGhost N’ Goblins: Skeletoon.

Lo scheletro (!) del gioco

Armatosi di Construct e della volontà di misurarsi con le sue capacità, Foti ha iniziato a far muovere i primi passi al gioco, realizzando degli scenari in cui dei quadratini potevano muoversi, «saltare, sparare, e per me era sufficiente così», ci ha raccontato.

In breve, però, la passione per l’idea di creare un videogioco completo si è fatta sentire: lo sviluppatore ha iniziato a seguire dei corsi specifici per imparare a muoversi con agilità con gli strumenti specifici del lavoro, e quei quadrati sono cambiati: da solo, ha disegnato da sé i personaggi del gioco, gli scenari. Si è poi dedicato al design delle meccaniche, a quello dei livelli: «è partito da un progetto bianco, vuoto, senza nemmeno un puntino», racconta. «Adesso il gioco conta centinaia di sprite, animazioni, un migliaio di eventi diversi – e per me significa molto.»

Armarsi di coraggio contro le forze del male

Il nostro protagonista sarà uno scheletro che si risveglierà senza sapere dove si trovi: scoprirà, in breve, di essere intrappolato in un limbo governato dal malvagio Nefron, che trattiene le anime dei malcapitati e ne dispone a suo piacimento, schiavizzandoli. Qualcosa che al nostro improvvisato e ossuto eroe, un po’ novello Sir Daniel Fortesque, non va giù: ecco perché partirà alla volta di scenari più ostili che mai (e che non faranno sconti sul livello di difficoltà) per cercare di avere ragione del signore del male, e liberarsi dal suo giogo.