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Shenmue e il videogioco nostalgico

Un gioco all'interno di un altro gioco, per una commistione di generi all'insegna della nostalgia.

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a cura di Francesco Ursino

Informazioni sul prodotto

Immagine di Shenmue
Shenmue
  • Sviluppatore: AM 2
  • Produttore: SEGA
  • Piattaforme: PC , PS4 , XONE , DC
  • Generi: Azione , Avventura
  • Data di uscita: disponibile

Il Dettaglio di questa settimana parla di Shenmue, ma non solo. La rubrica, questa volta, non si sofferma su un solo gioco, o su vari giochi legati tra di loro, ma fa un salto ancora più ambizioso. Di seguito, infatti, parlerò di alcuni dettagli di un gioco contenuto all’interno di un altro gioco. Un gioco che, se si va a spulciare qualche data, ha la bellezza di 24 anni ma che, oggi come ieri, per qualche motivo, riesce a divertire.

Shenmue

Ryo… it’s thinking

Nelle fasi iniziali di Shenmue è possibile girovagare per Dobuita, impersonando un Ryo alla ricerca di informazioni e vendetta. Tra una domanda e l’altra si arrivava alla sala giochi You Arcade, che proponeva alcune delle tante adorabili perdite di tempo del gioco uscito originariamente su Dreamcast. Una volta entrati, ad esempio, si poteva parlare con qualche NPC, tanto per scambiare qualche parola.

Piccola parentesi: quando si parla dell’importanza capitale del gioco di Yu Suzuki, ci si riferisce anche a queste cose. Il fatto di poter parlare con gli NPC camminando per strada, in maniera fluida, in un mondo tridimensionale piuttosto aperto, era una cosa incredibile per il 1999. E lo è anche per il 2019, vista l’importanza data a una dinamica molto simile in Red Dead Redemption 2.

Tornando a noi, nella sala giochi You Arcade ci si guardava un po’ intorno, e si scopriva che si poteva veramente giocare ai cabinati messi in bella mostra. C’erano due titoli QTE, il temibile Space Harrier e poi lui, il vero oggetto di questo articolo: Hang-On.

Moto Race

La storia della storia

Se Shenmue è parte importante della storia dei videogiochi, anche Hang-On ha il suo piccolo spazio nelle vicende di questo media. Creato dallo stesso Yu Suzuki, il gioco è uscito nel 1985 ed è un vero e proprio manifesto di quello che era il videogioco un paio di decenni fa. Livello di difficoltà elevato, tempo limitato, un solo obiettivo: arrivare, con la propria moto, alla fine del percorso.

Ho ripreso da poco la versione rimasterizzata di Shenmue e mi ero completamente dimenticato di Hang-On: rivederlo nella sala giochi, con tanto di cabinato a forma di moto, è stata una bella botta di nostalgia. Nostalgia che, in effetti, ha lasciato il posto alla concentrazione, perché la sfida di un gioco è tale anche a 20 e passa anni di distanza.

Non ero proprio bravissimo a questo videogioco e, giustamente, non lo sono neanche ora. Il mio primo tentativo di portare a termine Hang-On in Shenmue, costato i classici 100 yen, è andato a monte al penultimo stage.

Moto

Vero è che il titolo che più mi è rimasto nella serie è Super Hang-On, il successore di Hang-On, che ho consumato su Sega Mega Drive anche per via di alcune delle musiche di sottofondo più belle che abbia mai sentito in era 16 bit. Se anche a voi è salita una botta di nostalgia, potete recuperarle qui.

Hang-On e Shenmue, un rapporto strano ma necessario

Così come scrivevamo nella nostra recensione della versione rimasterizzata di Shenmue 1 e 2, l’opera di Yu Suzuki parlava del Giappone del 1986, un paese che iniziava ad aprirsi verso l’occidente in maniera più o meno equilibrata e armonica.

Per dire, una delle prime rappresentazioni degli Stati Uniti nel gioco è Tom, il paninaro (in tutti i sensi) che si poteva trovare a Dobuita con il suo atteggiamento “easy” e piuttosto pacchiano. Se per Shenmue l’America era (anche) quella, nel discorso è possibile far rientrare anche Hang-On, il cui nome è una storpiatura di un’usanza americana. La leggenda, infatti, dice che Suzuki chiamò così il gioco per ricordare l’omonima tecnica di guida delle moto in voga in America. Tecnica di guida che, in realtà, si chiama Hang-Off.

Tutto ciò è ancora più vero se si pensa a Shenmue 2, che nelle sue sale giochi permetteva di giocare nientemeno che ad Outrun, altro clamoroso successo di Suzuki che metteva il giocatore al comando di una Ferrari Testarossa Spider.

Outrun

Nostalgia nella nostalgia

Tornando ad Hang-On, uno dei dettagli che mi ha sempre stupito è stata la riproduzione dei diversi livelli del grip della moto. Specie in fase di curva, quando si veniva spinti verso fuori, si andava fuori strada, si sbatteva contro un ostacolo e la moto esplodeva (neanche fossimo in una puntata dei Simpson dei bei tempi).

Un altro dettaglio che mi ricordo chiaramente di questo specifico gioco era l’attesa, appena dopo aver passato il checkpoint, del cambio di stage. Il cambiamento di palette cromatica era un espediente tanto elementare quanto incredibilmente efficace, che cambiava lo scenario e in qualche caso anche la visibilità del gioco.

Ci sarebbe da parlare anche delle pubblicità a bordo pista, e delle querelle commerciali nate per i riferimenti (per nulla velati) a marche di sigarette e simili, ma la nostalgia sta prendendo il sopravvento, e quindi è meglio passare al commento.

Shenmue e Hang-On fanno parte di un mondo videoludico che solo all’apparenza non c’è più. Sulle avventure di Ryo si è detto e scritto molto (in attesa di Shenmue 3), ma anche il gioco motoristico di Yu Suzuki rappresenta ancora oggi una bella sfida, da affrontare con concentrazione e serietà. A questo proposito: avete mai provato la versione originale di Hang-On?

Voto Recensione di Shenmue - Recensione


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Commento

Shenmue e Hang-On fanno parte di un mondo videoludico che solo all’apparenza non c’è più. Sulle avventure di Ryo si è detto e scritto molto (in attesa di Shenmue 3), ma anche il gioco motoristico di Yu Suzuki rappresenta ancora oggi una bella sfida, da affrontare con concentrazione e serietà. A questo proposito: avete mai provato la versione originale di Hang-On?