Ys X Nordics | Recensione - Adol l'ha fatto di nuovo
Ys X Nordics è il decimo capitolo di una saga storica, che esplora territori inediti con un tema piratesco che ben le si addice: ecco la recensione.
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a cura di Gianluca Arena
Senior Editor
In sintesi
- Un capitolo ispirato ai Vichinghi e alle loro navi.
- Combattimenti frenetici ed esplorazione libera si alternano con buon ritmo.
- Arretrato a livello tecnico.
Informazioni sul prodotto
- Sviluppatore: Nihon Falcom
- Produttore: NIS America
- Testato su: PS5
- Piattaforme: PC , PS5 , SWITCH
- Generi: Gioco di Ruolo
- Data di uscita: 25 ottobre 2024
Di pari passo con The Legend of Heroes, altro franchise longevo e molto conosciuto da chi apprezza i JRPG, Falcom porta avanti da decenni una saga che ruota intorno ad un avventuriero di poche parole, sempre pronto ad aiutare chi ne avesse bisogno e sempre primo in fila quando c'è da esplorare, avventurarsi, combattere.
Quell'avventuriero altri non è che Adol Christin, protagonista assoluto del franchise Ys, che arriva quest'anno al decimo episodio regolare (tra spin-off, remake, versioni per il solo Giappone ed altro ancora, il totale dei titoli è assai più corposo): abbiamo giocato e portato a termine Ys X Nordics nella sua versione PS5, e siamo pronti a raccontarvi dell'ennesima avventura vissuta nei panni di Adol il rosso.
Verso il Walhalla
Com'è ormai consolidata tradizione, Ys X si apre con Adol e l'inseparabile Dogi sul ponte di una nave, in rotta verso nuovi lidi e nuove avventure: con loro c'è anche il Dottor Flair, partito come i nostri due eroi verso Celceta e diretto a Carnac, tappa intermedia nonché ridente cittadina costiera del golfo di Obelia.
Cronologicamente, questo decimo episodio si colloca tra le vicende narrate nel secondo capitolo regolare e Ys Memories of Celceta, che infatti rappresenta la destinazione finale dei nostri due indomiti viaggiatori.
A sconvolgere, a poche miglia nautiche dall'approdo in porto a Carnac, il viaggio dei nostri protagonisti c'è però l'attacco di una flotta pirata, nota in tutto l'arcipelago come Balta Seaforce, che costringe l'equipaggio in catene e giustizia, senza troppi complimenti, il capitano La Salle, reo di non aver pagato quanto dovuto per l'attraversamento delle acque del golfo, che i pirati considerano di loro proprietà.
Sbarcati in seguito a Carnac come previsto, Adol e Dogi, scossi dall'accaduto ma incolumi, cercano di tornare alle loro routine quotidiane, ignari del fatto che la catena di eventi tragici si sia ormai messa in moto: già durante la loro prima notte a Carnac il villaggio viene messo a ferro e fuoco da forze sovrannaturali, che le normali armi sembrano non riuscire a scalfire.
Fortuna che Adol, in seguito al ritrovamento di una conchiglia traboccante mana, si ritrova legato indissolubilmente alla giovane capitana della Balta Seaforce, Karja, una Norman combattiva ed energica, che conosce gli assalitori e sa come fermarli.
Carnac viene comunque distrutta, perchè le forze nemiche sono soverchianti, ma già dall'alba successiva, quando i fuochi degli incendi appiccati dai nemici si sono tramutati in colonne di fumo, inizia la riscossa di Adol e di Karja, scomodi ed improbabili compagni di letto, i cui destini sono legati da misteriose manette di mana che non concedono loro di allontanarsi l'uno dall'altra.
Il tema piratesco, collegato alla libertà estrema di esplorazione e al gusto per la scoperta che da sempre contraddistingue il franchise, si sposa qui con una celebrazione dei miti norreni (sebbene rivisitati in chiave nipponica), con i Normans grandi protagonisti delle vicende che altro non sono che i Vichinghi che razziavano le coste del nord Europa, alternando inusitati atti di violenza ad azioni inaspettatamente nobili.
Il contesto narrativo funge da collante per le imprese del nostro, e pur senza trascinare mai il giocatore in fasi dialogiche troppo lunghe e stancanti, ne giustifica l'andirivieni tra le decine di isolette che costellano il golfo di Obelia, quasi tutte liberamente visitabili dal giocatore.
Non spenderete trenta e passa ore nel mondo di Ys X Nordics per la profondità dei personaggi o per i colpi di scena che ne infarciscono la storia, insomma, ma apprezzerete la cornice narrativa messa in piedi dal team di sviluppo e finirete con l'affezionarvi ad almeno un paio di personaggi, su tutti la determinata Karja, coprotagonista che speriamo di rivedere in futuro nella serie.
Si combatte e si naviga, ma non è Black Flag
Al netto di un ulteriore alleggerimento degli elementi da gioco di ruolo, con un sistema di progressione perlopiù automatizzato ed un focus che si sposta di capitolo in capitolo sempre più verso l'azione pura, Ys X rappresenta un tentativo da parte di Falcom di riprendere la libertà concessa al giocatore ed il tema della scoperta che avevano sancito il successo dell'ottavo episodio, che, per quanto ci riguarda, rimane ad oggi il migliore del franchise.
Se Lacrimosa of Dana consentiva al giocatore di esplorare man mano un'enorme isola selvaggia, Nordics lo mette quasi da subito al timone di una sua nave, aggiungendo le battaglie navali al già robusto menu delle meccaniche di gioco e consentendogli di navigare a piacimento lungo mappe multiple, non particolarmente estese ma dense di isole opzionali da esplorare, scontri con la marina nemica e mercanti itineranti in possesso di merci uniche.
E non è tutto: al continuo senso di scoperta legato all'esplorazione dei mari del golfo di Obelia, si accompagna anche una rinnovata gestione del party rispetto al nono capitolo e, più in generale, alla media dei precedenti episodi fin qui: stavolta la squadra sarà composto da due soli elementi, Adol e Karja, legati tra loro e controllabili sia singolarmente (solo mode) sia in contemporanea (duo mode).
Nel primo caso, l'intelligenza artificiale controllerà il personaggio non gestito direttamente dal giocatore, con esiti perlopiù soddisfacenti, mentre nel secondo – che rappresenta la vera novità di Ys X – il giocatore potrà controllare entrambi i personaggi contemporaneamente, tenendo premuto il grilletto destro nel caso della versione PS5 oggetto della nostra prova.
Così facendo il giocatore avrà accesso ad abilità coordinate uniche, generalmente più potenti di quelle che Adol e Karja possono mettere in campo combattendo da soli, otterrà che i due personaggi attacchino il medesimo bersaglio e, come se non bastasse, noterà anche una riduzione consistente dei danni subiti, grazie ad un sistema di parata automatica.
Certi nemici sono però in possesso di abilità che possono temporaneamente dissolvere il link tra i due protagonisti, esponendoli a colpi ferali ed abbassando la loro difesa: il giocatore dovrà allora alternare tra i due stili di combattimento durante gli scontri, che già di loro, come da tradizione del franchise, saranno rapidissimi ed adrenalinici.
Quest'alternanza ed un rinnovato parco mosse donano al combat system un sapore spiccatamente action, non distante (sebbene meno preciso e meno tecnico) da quelli dei più recenti giochi d'azione character-based.
Quando non si combatte, e lo si fa spessissimo in Ys X, ci si può dedicare alla navigazione e all'esplorazione delle mappe, con il gioco che raramente costringe il giocatore a proseguire lungo i binari della storia senza concedergli l'agio di alternare i contenuti principali a quelli secondari.
Il combattimento navale segue la falsariga di quello a piedi, con una matrice arcade ed un sistema di controllo improntato alla rapidità di azione, all'immediatezza e all'intuitività: veleggiare per i mari alla ricerca di tesori e terre inesplorate rappresenta una delle parti più riuscite del gioco, e già a pochi istanti dal primo, rapido tutorial su come controllare la Sandras vi sentirete immediatamente padroni della situazione.
Per i più pigri è stato implementato anche un comodo sistema di trasporto rapido, utile soprattutto per la risoluzione di molte delle missioni secondarie, ma il nostro consiglio è di perdersi senza fretta per i vari spicchi di mare così da apprezzare la notevole mole di contenuti secondari che il team di sviluppo si è preso la briga di includere.
Non è bello ma è molto simpatico
Purtroppo, nonostante una direzione artistica sempre ispirata e prestazioni impeccabili, con i 60 fps che esitano molto di rado, l'aspetto tecnico della produzione ne rappresenta anche il tallone d'Achille: Falcom, d'altronde, è uno sviluppatore di grande tradizione ma pur sempre indipendente, costretto a rispettare budget piuttosto ristretti senza la possibilità di servirsi di motori grafici esterni di grande potenza, come, ad esempio, l'Unreal Engine 5.
Se a questo si somma la natura cross-gen del prodotto, da noi recensito in versione PS5 ma pubblicato anche per PS4, Switch e PC, è chiaro come, per godersi a pieno l'avventura di Adol, il giocatore sia chiamato a chiudere un occhio su un motore grafico sorpassato, lontano dalle produzioni di prima fascia apprezzate negli ultimi mesi sull'ammiraglia Sony.
La scarsa espressività dei volti, delle animazioni piuttosto ingessate, strutture geometriche molto squadrate ed uno spiacevole effetto pop-in sono solo alcuni dei compromessi necessari per chi volesse vivere quest'ennesima avventura nei panni di Adol.
Su queste pagine siamo fieri sostenitori della supremazia del gameplay sull'aspetto tecnico, e il lusinghiero voto in calce a questa recensione dovrebbe confermarlo una volta di più, ma è anche giusto sottolineare le mancanze tecniche del prodotto ed il suo aspetto piuttosto primitivo, più in linea con l'inizio della scorsa generazione di console che non con l'attuale.
Non tutto merita critiche, però: abbiamo già detto della solidità del frame rate, che probabilmente dipende in gran parte anche dalla pochezza di dettagli e dalla stilizzazione di molte delle strutture poligonali del mondo di gioco, ma dobbiamo spendere due parole, come sempre fatto per il franchise Ys, anche per la colonna sonora, densa di motivi rock estremamente energici che punteggiano le boss fight più clamorose – e più in generale, l'avanzamento lungo la campagna principale.
La colonna sonora è stata realizzata addirittura a otto mani e, pur rimanendo distante dai picchi raggiunti in passato dalla serie, riesce a farsi notare e a trasmettere un senso di spensieratezza e di energia come poche altre nell'attuale panorama dei JRPG d'azione.
Altra menzione d'onore per la quantità di contenuti, che non era mai stato un problema per il franchise ma che qui setta nuovi standard: la mappa nautica del golfo di Obelia non è la più grande fin qui proposta dalla serie (primato che rimane nelle mani dell'ottavo episodio, il già citato Lacrimosa of Dana), ma è zeppa di segreti, contenuti opzionali e piccole isolette da esplorare, tanto da dilatare la durata complessiva ben oltre le quaranta ore per quanti volessero esplorarne ogni angolo.
Essendo soggetti a limiti temporali per questa recensione, abbiamo dovuto limitare in un certo qual modo la nostra voglia di esplorare fuori dal sentiero battuto, raggiungendo i titoli di coda in circa trentaquattro ore, con una percentuale di completamento delle missioni opzionali di circa il settanta per cento.
Ma non vediamo l'ora di tornare nel golfo di Obelia ad esplorare la miriade di piccole isolette dimenticate che ci siamo lasciati dietro durante questa prima run, e crediamo che questo sia il miglior complimento che si possa fare al lavoro di Toshihiro Kondo e del suo team.
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Voto Recensione di Ys X Nordics | Recensione
Voto Finale
Il Verdetto di SpazioGames
Pro
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L'ambientazione piratesca concede al giocatore grande libertà
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Duo Mode brillante e divertente
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Tantissime cose da fare e vedere
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Rapido, intuitivo, divertente da subito
Contro
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Tecnicamente piuttosto arretrato
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Elementi rpg poco approfonditi