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Recensione

The Outlast Trials | Recensione - La cooperazione è il vero orrore

Abbiamo giocato a fondo la versione completa di The Outlast Trials, un'esperienza horror molto orientata al comparto multigiocatore: leggi la recensione.

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a cura di Marcello Paolillo

Senior Staff Writer

In sintesi

  • Buona atmosfera in linea coi predecessori.
  • Prezzo contenuto.
  • Incentrato pesantemente sul multiplayer.

Informazioni sul prodotto

Immagine di The Outlast Trials
The Outlast Trials
  • Sviluppatore: Red Barrels
  • Produttore: Red Barrels
  • Distributore: Red Barrels
  • Testato su: PS5
  • Piattaforme: PC , PS4 , PS5 , XSX , XONE
  • Generi: Survival Horror , Multiplayer Online
  • Data di uscita: 18 maggio 2023 (Early Access) - 5 marzo 2024

Oltre dieci anni fa, quando il primo Outlast vide la luce, ci trovammo davanti a un survival horror davvero molto particolare, creato e pubblicato da Red Barrels, un team indipendente composto da sviluppatori con diversi titoli all'attivo, che aveva tirato fuori dal cilindro un gioco a suo modo parecchio originale.

Presentato come un tipico horror in prima persona, il primo Outlast riuscì a conquistare una buona fetta di fan, dimostrando che i mostri più spaventosi risiedono nella mente umana, prima ancora che nei corridoi di un ospedale psichiatrico.

Situato nel manicomio di Mount Massive, tra le montagne del Colorado, il gioco ci trasportava in una spaventosa struttura sanitaria abbandonata, riaperta dalla Murkoff Corporation, un'azienda con propositi decisamente "discutibili", tanto per usare un eufemismo.

Inutile dire che il successo del primo capitolo ha dato il la alla creazione di sequel più o meno meritevoli di attenzioni, a cui si unisce ora anche The Outlast Trials.

Dopo il contenuto scaricabile noto come Outlast: Whistleblower e, successivamente, anche un sequel ufficiale ambientato nello stesso universo ma con personaggi diversi (ossia Outlast 2), è ora il momento di scoprire come se la cava questo nuovo episodio incentrato quasi interamente sul comparto multigiocatore.

L'orrore cooperativo

A maggio dello scorso anno abbiamo potuto provare con mano The Outlast Trials grazie a una prima versione in Accesso Anticipato, intuendo come la serie puntasse in alto, proponendo un orrore psicologico sempre più agghiacciante e in grado di darci la possibilità di affrontare i pericoli accompagnati da altri sventurati giocatori, grazie a una modalità cooperativa che non sacrificasse però la componente narrativa (vi abbiamo raccontato com'è andata qui). 

Com'è stata, quindi, l'esperienza finale all'interno dei manicomi della della Murkoff Corporation?

Partiamo, com'è giusto che sia, dalla trama di The Outlast Trials, abbastanza in linea con le altre iterazioni della serie: siamo negli anni della Guerra Fredda e alcune cavie umane sono state reclutate a loro insaputa dai loschi figuri della Murkoff Corporation, al fine di testare nuovi e avanzati metodi di lavaggio del cervello e relativo controllo della mente. 

Paura e violenza metteranno alla prova la salute mentale dei poveri "ospiti" di questi luoghi senza speranza, ma con una sola chance di fuga. La Murkoff ha infatti deciso di rinchiuderci nella sua struttura, in stato di prigionia, ma con la possibilità di evadere da quei luoghi nefasti.

In puro stile Outlast, anche Trials ci costringe a evitare i nemici, trovare nascondigli e cercare una via di fuga. Dopo aver creato un personaggio da zero - con un editor non particolarmente ricco di opzioni, visto che potremo scegliere solo un volto e una capigliatura tra quelle poche disponibili - ci ritroveremo all'interno della struttura medica, ossia l'hub di gioco.

All'interno della prigione avremo relativa libertà di movimento, potendo infatti visitare (e personalizzare) la nostra stanza privata, oltre a interagire coi vari PNG rinchiusi giocoforza in queste anguste galere, e coi quali potremo dilettarci in alcuni mini-giochi (tipo scacchi o braccio di ferro).

Immaginate di essere in una sorta di "Grande Fratello", con dottori e altri loschi figuri che ci spieranno da dietro le pareti per analizzare i nostri comportamenti. Una volta pronti ad affrontare i veri e propri test, la Murkoff fornirà vari strumenti che potremo usare per aumentare le nostre abilità furtive, creando allo stesso tempo vari diversivi per fuggire e rallentare i nemici –  sebbene questi strumenti vadano recuperati e migliorati man mano che ci addentreremo nelle viscere di queste galere oscure.

The Outlast Trials è un'esperienza horror solida, ma che purtroppo fa scemare l'interesse per via di missioni troppo simili tra loro.
Essendo noi cavie nel vero senso della parola, la Murkoff ci darà modo di prendere parte ad alcuni esperimenti, o meglio "programmi", tutti di difficoltà crescente, e suddivisi in "terapie". Dal Programma Genesi, al Programma X passando al Programma Ultra, ogni schema avrà i suoi rischi mortali per i partecipanti, con ovvie conseguenze in caso di fallimento.

Le prime fasi fungono chiaramente da tutorial, durante il quale il nostro personaggio dovrà prendere confidenza con tutto ciò che lo circonda. Solo dopo potremo andare a visitare una stazione di polizia, un tribunale, una fabbrica di giocattoli e un luna park, tutti ovviamente pieni zeppi di insidie e pericoli che metteranno a dura prova la nostra sanità mentale.

Sergente Leland Coyle e Mamma Gooseberry saranno i due "cattivi" principali con cui avremo spesso a che fare. Il primo è un poliziotto deforme armato di bastone elettrico, il quale sarà in grado di inseguirci con estrema velocità. La seconda, invece, è una donna piuttosto corpulenta vittima di atroci esperimenti, accompagnata a sua volta dall'inquietante Mr. Flutterman, un burattino armato di trapano, che viene utilizzato per scuoiare i volti delle sue vittime.

Vi è anche un terzo villain, tale Skinner Man, un mostro che apparirà solo in determinate situazioni, ossia quando il protagonista verrà esposto suo malgrado a tossine apparentemente incurabili.

I primi obiettivi saranno ovviamente piuttosto semplici da portare a termine, specie per l'assenza di particolari nemici. Solo dopo, man mano che ci addentreremo nei meandri della struttura governata dalla Murkoff, avremo a che fare con missioni più complesse. Il tutto, con una visuale in prima persona che ci farà vivere ancora più intensamente l'orrore e i dettagli macabri che ci circondano.

Fuggire o perire

The Outlast Trials abbraccia il gameplay tipico degli altri episodi della serie, ma con alcune aggiunte di rilievo: saremo chiamati a scappare e nasconderci, con la possibilità di trasportare un massimo di tre oggetti a scelta tra antidoti contro la tossina, batterie per il visore notturno e pillole curative.

Alcuni gadget da sbloccare e potenziare (come il piccolo esplosivo in grado di stordire i nemici per qualche istante e disattivare le trappole) aggiungono qualcosina di più a un gameplay che purtroppo soffre di una certa ridondanza.

Certo, avere al nostro fianco compagni di squadra con cui cooperare per trovare la va di uscita è senza dubbio un plus da non sottovalutare, ma è pur vero che difficoltà generale ne risente, impedendo anche a chi ama giocare in solitaria di godersi il tutto senza troppi problemi.

La natura cooperativa di The Outlast Trials "impone" infatti di affrontare le missioni in compagnia, ma vuoi gli elementi procedurali, vuoi anche una certa ripetitività di situazioni, nulla sembra rimanere particolarmente impresso e a lungo.

Graficamente, The Outlast Trials è sicuramente un titolo realizzato a modo, sebbene l'originalità non sia certo il suo punto di forza. Su PS5 (piattaforma dove abbiamo avuto il piacere di testare il tutto), il gioco gira a risoluzione 4K nativa a 60 fotogrammi al secondo senza quasi rallentare o "inciampare".

Vero anche che l'horror di Red Barrels gira sul "vecchio" Unreal Engine 4, ragion per cui gli sviluppatori non hanno certo dovuto spremere chissà quale hardware per poter dare vita alle loro ambientazioni, comunque quasi sempre piuttosto statiche e basilari, anche dal punto di vista puramente artistico ed estetico.

Alla fine della fiera, The Outlast Trials è un'esperienza horror a suo modo solida e ben consegnata, ma che purtroppo fa scemare l'interesse del giocatore per via di missioni piuttosto simili tra loro, da affrontare quasi obbligatoriamente in compagnia di altri sventurati come noi.

Al netto di ciò, il nuovo titolo di Red Barrels è sicuramente un esperimento piuttosto riuscito per la serie Outlast nella sia interezza, che ci auguriamo possa trovare terreno ancora più fertile in futuro, magari osando un po' di meno.

Voto Recensione di The Outlast Trials | Recensione


7

Voto Finale

Il Verdetto di SpazioGames

Pro

  • Sangue e violenza in quantità industriale.

  • Corretti molti problemi dell'Early Access.

  • Ambientazioni claustrofobiche e oscure.

Contro

  • Alcune storture legate al sistema di gioco.

  • Missioni fin troppo ridondanti.

  • I giocatori solitari non gradiranno un granché.

Commento

The Outlast Trials non è un brutto gioco, grazie anche a una dose di sangue e violenza che troppo male non è. Il titolo  Red Barrels pone l'accento sull'esperienza da giocare in gruppo, minando però in questo modo il ludogodimento dei giocatori abituati alle traversate in solitaria.
Al di là di questo, molte delle ingenuità riscontrate in fase di Accesso Anticipato sono scomparse, sebbene qualche problema lato sistema di controllo debba necessariamente essere corretto con le patch di rito. Al netto di quanto appena detto, The Outlast Trials è un gioco che fa dell'inclinazione al gioco di squadra il suo punto di forza, non negandosi neppure la giusta dose di ansia e raccapriccio, divenuta col tempo un marchio di fabbrica della serie Outlast.
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