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Immagine di Terra Nil | Recensione - Un gioco ambientalista che sa far riflettere
Recensione

Terra Nil | Recensione - Un gioco ambientalista che sa far riflettere

A metà strada tra un gestionale e un puzzle game, Terra Nil si è rivelato un gioco decisamente interessante, sia per la sua intelligenza sia per i messaggi trasmessi

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Avatar di Daniele Spelta

a cura di Daniele Spelta

Redattore

Pubblicato il 29/03/2023 alle 11:32
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  • Pro
    • Il messaggio è tristemente chiaro e fondamentale da far nostro
    • Non fatevi ingannare dall'aspetto spensierato
    • Artisticamente molto ben fatto
  • Contro
    • Dura troppo poco
    • Ci sarebbe piaciuto avere una natura più libera dalle nostra azioni

Il Verdetto di SpazioGames

8
Terra Nil è uno di quei giochi a cui è difficile non voler bene, al netto di una longevità non eccelsa e di alcune restrizioni ludiche che stridono con una libertà d'azione apparente. Il titolo sviluppato da Free Lives è infatti un puzzle molto intelligente, capace di trasmettere il suo messaggio in modo molto efficace e di farlo attraverso delle meccaniche di gioco che ben si sposano con il suo scopo ambientalista.

Informazioni sul prodotto

Immagine di Terra Nil
Terra Nil
  • Sviluppatore: Free Lives
  • Produttore: Devolver Digital
  • Distributore: Devolver Digital
  • Piattaforme: PC , MOBILE
  • Generi: Strategico
  • Data di uscita: 28 marzo 2023

Terra Nil è l’esatto opposto di quello che ci aspettavamo. Dalle sue prime immagini e dal trailer di presentazione, lo strategico creato da Free Lives e pubblicato da Devolver Digital ci era parso un ottimo passatempo spensierato, un piccolo diorama da osservare e giocare in modo rilassato, godendo della bellezza di una natura che poco a poco tornava a impossessarsi di una mappa spoglia e desolata.

La stessa definizione di strategico si è invece rivelata errata e ciò che abbiamo avuto il piacere di provare è stato un interessante puzzle a tema ambientalista, un intricato rompicapo che ci ha regalato non poche soddisfazioni ma che, purtroppo, si è interrotto proprio sul più bello.

Il vero scopo del gioco

Ci sono giochi che hanno un messaggio ben preciso e positivo e Terra Nil è esattamente uno di questi. Il monito che vuole essere trasmesso è evidente sin dal primo avvio, un triste avviso di ciò che potrebbe capitare a noi stessi se non ci cureremo con maggiore attenzione di quello che c’è di più prezioso al mondo – ossia il mondo stesso e la preservazione dei suoi habitat.

Terra Nil trasmette questo sinistro allarme attraverso quattro mappe da rigenerare, ciascuna con i suoi obiettivi da portare a termine, zone climatiche precise e tutta una serie di macchinari con cui riportare la vita sulla terra e nei mari.

Questo potrebbe essere il nostro triste domani

Effettivamente la descrizione di “City builder al contrario” utilizzata dal team di sviluppo calza a pennello e Terra Nil, ambientato oltre il punto di non ritorno, assume una valenza quasi catartica che ci costringe a riflettere sui danni perpetrati quotidianamente al nostro pianeta, sfuggendo però ad un catastrofismo nichilista.

Le parole d’ordine sono invece riciclo e autosostentamento, due concetti che il gioco riesce a trasmettere in modo efficace attraverso delle meccaniche di gioco tanto semplici quanto funzionali – ben lontane dai canoni tipici imposti dai gestionali, dove spesso il giocatore segue invece delle dinamiche di accumulo volte solo ad avere una città più grande, più ricca e con più popolazione ma che, giusto per fare un esempio, anche ottimi titoli come Cities Skyline coniugano con troppa semplicità ai problemi derivanti dall’inquinamento e dallo sfruttamento delle risorse.

Primo passo: pulizia

Cerchiamo di rendere più chiare queste idee mettendo nero su bianco quello che è il loop di gioco che, a prescindere dalle varianti dei biomi, si ripresenta in modo pressoché identico in tutti e quattro i livelli.

Un quaderno tiene traccia di tutti i progressi fatti

Mostrata attraverso una classica visuale isometrica, la mappa ha inizialmente è un fazzoletto di terra contaminata, costellata qua e là da acqua fangosa e putrida. Il primo compito è quello di bonifica che, concretamente, significa piazzare in punti strategici le varie fonti energia – possono essere della pale eoliche o delle centrali geotermiche che sfruttano la lava generata da vulcani addormentati – e attorno a questi installare i purificatori di tossine, a loro volta accompagnati da irrigatori indispensabili per far germogliare i primi prati.

Uno degli aspetti cruciali è il posizionamento di queste strutture. Ciascuna di esse ha infatti un costo, una risorsa finita che può essere recuperata solo sfruttando al massimo le capacità di “pulizia” delle costruzioni, in una sorta di continuo riciclo. Riempire lo schermo di edifici è insomma il modo migliore per concludere la partita con un game over anzitempo.

Tramite un puntale sistema di colorazioni, Terra Nil evidenzia comunque bene l’efficacia delle varie azioni: rosso mossa inefficace, verde mossa efficace. L’interfaccia di gioco, senza perdersi in inutili fronzoli, risulta ben leggibile, soprattutto nella navigazione delle varie strutture messe a disposizione, delle risorse necessarie per costruirle e anche delle richieste morfologiche da rispettare per posizionarle sulla mappa, anche se alcuni requisiti ci sono parsi abbastanza arbitrari e messi lì giusto per rendere più intricata la soluzione del puzzle.

Sono tanti i parametri da monitorare per completare un livello

L’unico difetto in termini di interfaccia è la somiglianza visiva tra i vari impianti che, una volta costruiti, si perdono in mezzo alla fitta vegetazione che invade il panorama.

Secondo passo: i biomi

Portata a termine l’opera di bonifica si passa poi alla ristabilizzazione della flora, seguendo quelli che sono gli obiettivi presentati nei vari livelli.

Ad esempio, in una mappa siamo stati guidati nella creazione di zone boschive, da far crescere magari vicino a delle rigogliose tundre che poi finivano placidamente per perdersi sulle sponde di un mare gelido del nord.

Anche in questa fase ritorna sempre la centralità della pianificazione: attraverso una lunga catena di cause ed effetti, il giocatore ha infatti la possibilità di manipolare il clima per creare la nascita di uno specificato bioma e solo a quel punto si attivano le concrete condizioni per posizionare la struttura adatta alla fioritura di un bosco o dei licheni.

C'è anche l'aurora boreale in Terra Nil

In questa fase, Terra Nil diventa un’esplosione di colori e, nonostante una grafica volutamente low poly, il colpo d’occhio è davvero piacevole, soprattutto perché il giocatore si trova al cospetto di una tavolozza da riempire a suo piacere.

Al di là delle percentuali legate agli obiettivi, non ci sono infatti restrizioni su come ricreare il bioma, che può inoltre essere arricchito grazie al raggiungimento di obiettivi secondari, che contribuiscono sia ad abbellire la mappa sia a guadagnare qualche risorsa aggiuntiva.

La direzione artistica si avvantaggia inoltre di una serie di effetti audio perfettamente calibrati, che accompagnano ogni azione positiva del giocatore e che sono completamente differenti in base al processo di cura portato a termine.

La natura raccontata da Terra Nil risulta però fin troppo legata alle azioni del giocatore.

La mappa colorata di verde è un chiaro segnale positivo

Ogni mappa è sempre una piacevole scoperta ma, da un punto di vista ludico, può essere affrontata come un mero puzzle utilitarista e che segue un determinismo senza vie di fuga. Purtroppo non ci sono infatti sistemi emergenti e la rinascita della flora e della fauna è semplicemente definita in base a numeri e percentuali, che noi, demiurghi virtuali, abbiamo il potere di completare attraverso strutture e modifiche geografiche.

Inoltre, la difficoltà di questa sezione non deriva da richieste intricate o dalla sinergia fra le strutture, ma nasce a causa di scelte non ottimali eseguite nella fase precedente il cui esito futuro, semplicemente, non poteva essere previsto.

Terzo passo: levare le tende

Infine, il terzo e ultimo momento è quello dedicato alla creazione di un equilibrio capace di auto-regolarsi, senza alcun intervento della mano dell’uomo.

Vale sempre la pena perdere qualche minuto ad osservare la natura

In questo capitolo finale occorre innanzitutto scovare gli animali che sono tornati ad insediarsi nella mappa, un sistema di gioco legato ad indizi e in cui si è costretti ad avvalersi di osservatori per indagare i vari habitat per stanare orsi, cervi, pinguini, falchi e molte altre specie. A questo punto non resta altro da fare che smantellare ogni elemento antropico, tramite droni in grado di disfare le strutture e di trasportare i materiali recuperati lungo dei binari sospesi precedentemente installati.

Completato lo smantellamento, una navicella ci trasporterà nell’ambiente successivo ma, come detto in apertura, i livelli disponibili attualmente sono decisamente esigui e sono inoltre penalizzati da un fattore di rigiocabilità davvero basso, almeno se si è interessati solo al completamento degli obiettivi.

Forse non è però questo lo scopo di Terra Nil, i cui habitat vanno invece contemplati quasi fossero dei giardini zen e noi stessi, una volta portati a termine gli incarichi, abbiamo speso qualche altro minuto per scoprire la vita che eravamo riusciti a ricreare, eseguendo degli zoom qua e là fra i pini innevati e fra le distese sabbiose.

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