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Recensione

Prinny presents Volume 2 | Recensione - I Prinny come Alfred Hitchcock

Un'altra raccolta consigliata dai pinguini demoniaci

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a cura di Gianluca Arena

Senior Editor

Informazioni sul prodotto

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Prinny Presents NIS Classics Volume 2
  • Sviluppatore: NIS America
  • Produttore: NIS America
  • Distributore: NIS America
  • Piattaforme: SWITCH
  • Generi: Collezione
  • Data di uscita: 13 maggio 2022

NIS America e la sua linea di classici presentati dai Prinny ci riprovano: dopo il primo volume, che comprendeva Soul Nomad e Phantom Brave, sta per arrivare sugli scaffali fisici e digitali in esclusiva per Nintendo Switch la raccolta Prinny presents Volume 2, che abbiamo lungamente testato per voi.

Questo nuovo cofanetto comprende, un po' come quello che l'ha preceduto, due titoli "minori" del vastissimo catalogo del publisher giapponese, ovvero Makai Kingdom Reclaimed and Rebound e ZHP: Unlosing Ranger vs Darkdeath Evilman.

Detto che non ripeteremo questi titoli per intero (per leggere la recensione avreste bisogno di un paio di giorni di ferie, altrimenti), siamo pronti per rispondere alla vostro desiderio di sapere se e quanto i giochi valgono e come NIS America ha deciso di proporli al pubblico odierno (se interessati, li trovate su Amazon).

ZHP Unlosing Ranger vs Darkdeath Evilman

Originariamente pubblicato come esclusiva per PSP a cavallo tra la fine del 2010 e l'inizio del 2011, ZHP Unlosing Ranger vs Darkdeath Evilman seppe guadagnarsi buoni voti sulla stampa internazionale e un'accoglienza generalmente positiva anche tra il pubblico, tenendo sempre conto che parliamo di un genere di nicchia, che di certo non è abituato a scalare le classifiche di vendita mensili.

Io stesso, qui sulle pagine di SpazioGames.it, non esitai a definire il gioco "appagante, profondo ed invitante" nel commento finale, riservandogli un ottimo voto: rigiocarlo undici anni dopo non mi ha però trasmesso sensazioni altrettanto positive, sebbene il genere di riferimento, che come vedremo è quello dei mistery dungeon, non abbia nel frattempo fatto passi in avanti da gigante (eufemismo!).

Questo perché, se già all'epoca dell'uscita il titolo risultava un po' farraginoso e decisamente arretrato a livello tecnico, oggi lo è ancora di più, considerando che tanto i giochi di ruolo quanto gli strategici a turni hanno cercato di venire incontro al pubblico di massa nell'ultimo decennio, provando (e spesso riuscendo) ad allargare il bacino di utenza, mossa riuscita con successo a Nintendo con la serie Fire Emblem e a Square Enix con il remake di Final Fantasy VII.

Su Switch come su PSP, invece, è necessario prestare attenzione ai lunghi tutorial e alle interminabili sessioni di dialogo per potersi godere ZHP, il cui nocciolo, in ogni caso, rimane tuttora godibile.

Per chi non lo conoscesse, parliamo di un mistery dungeon abbastanza classico, che poggia sulla generazione casuale dei livelli, sul movimento a turni tanto del protagonista quanto dei nemici presenti a schermo e sulla sottile gestione tattica del rischio man mano che ci si addentra nei diabolici labirinti di cui l'avventura abbonda.

Le varianti da tenere in considerazioni sono molteplici, dal consumo di stamina che ogni azione, inclusa la semplice deambulazione, comporta al rischio di perdere oggetti e valuta accumulati qualora si venga uccisi o si svenga nel bel mezzo di un dungeon, passando per le armi che si consumano con l'utilizzo e i particolari terreni sparsi per i livelli, capaci di offrire tanto bonus (raramente) quanto malus (assai più spesso) con i quali dover fare i conti.

Rispetto all'intransigente livello di difficoltà del titolo originale, abbiamo avuto l'impressione che questa riedizione abbia goduto di qualche piccolo bilanciamento volto a facilitare (ma non eccessivamente, beninteso) la vita al giocatore, su tutti un riempimento più lento della barra della fame e dell'usura degli equipaggiamenti.

Come molti suoi congeneri, e come tanti titoli NIS pubblicati durante lo scorso decennio, comunque, ZHP rimane un prodotto dedicato ad una nicchia specifica di appassionati, molto più adatto ad una fruizione a spizzichi e bocconi che non a lunghe sessioni da divano.

Da segnalare, infine, anche una trama completamente fuori di testa, che in certi frangenti riesce a superare persino l'alto standard di follia cui il publisher nipponico ha abituato i suoi appassionati.

Makai Kingdom Reclaimed & Rebound

Anche le premesse narrative di Makai Kingdom non scherzano in quanto ad assurdità, con il più grande signore dei regni non morti, Zetta, che viene trasformato in un comune libro, perde il suo dominio fin lì incontrastato sul Netherworld e si trova costretto a radunare un'esercito che possa permettergli di riprendersi ciò che è suo di diritto.

Al netto delle bizzarrie e degli irresistibili siparietti comici, in questo caso siamo in territori molto più comuni per NIS America, visto che il titolo si propone come un quasi-clone della serie Disgaea, con qualche variante dal punto di vista della difficoltà complessiva, qui leggermente più accondiscendente, e della costruzione del proprio party, che risente forse un po' del minor numero complessivo di classi tra cui selezionare.

Pochi possono vantare l'esperienza accumulata negli anni dallo sviluppatore nipponico quando si tratta di strategici a turni su griglia, e difatti Makai Kingdom risulta un prodotto solido, divertente, sicuramente molto familiare per chi avesse giocato un qualsiasi episodio del succitato franchise Disgaea ma che ha dalla sua un gameplay bilanciato, un'ottima longevità ed un'altissimo grado di personalizzazione delle proprie truppe.

L'assenza di una vera e propria griglia, con il movimento apparentemente libero delle truppe – soluzione che NIS non ha poi ripreso nei suoi lavori successivi – offre sì l'impressione di libertà, ma causa spesso un po' di disordine sul campo di battaglia e non consente sempre di valutare bene la distanza tra le truppe e la portata di alcuni dei colpi speciali.

Come sempre, la generazione casuale dei dungeon e dei campi di battaglia si rivela un'arma a doppio taglio, ideale per quanti volessero rigiocare stage già completati o concedersi una seconda run una volta terminato il gioco ma a tratti impediente per chi, magari provenendo da Triangle Strategy, sperava di imbattersi in campi di battaglia che offrissero inopinate varianti tattiche.

Tra le novità rispetto alla formula standard cui i gli episodi della serie Disgaea ci hanno abituato negli anni, segnaliamo la possibilità di evocare anche i veicoli sul campo di battaglia, dotati di una loro barra della salute autonoma che non va ad intaccare quella del loro conducente quando vengono attaccati.Questi ultimi, date le dimensioni ragguardevoli di alcune delle arene in cui si svolgeranno gli scontri, permettono inoltre di coprire distanze anche ampie in pochi turni, o di raggiungere obiettivi apparsi in corso d'opera quasi istantaneamente, azzerando i tempi morti.

Pubblicato per la prima volta in occidente, il Petta Mode – unico, vero contenuto inedito di questa raccolta – mette i giocatori nei panni dell'omonima principessa, figlia di lord Zetta e proveniente dal futuro, a cui si schiuderanno le porte del Netherworld in una forma davvero inattesa.

Parliamo di un contenuto aggiuntivo delle dimensioni di un DLC moderno, senza grosse novità a livello di gameplay e con una trama che, pur traboccante del consueto umorismo non-sense a marchio NIS America, non è priva di buchi e piccole contraddizioni; nondimeno, rappresenta l'unico incentivo all'acquisto per quanti avessero già spolpato entrambi i prodotti all'epoca della loro pubblicazione originaria.

Si poteva fare di più?

A meno che non siate degli avidi collezionisti, nel qual caso vi invitiamo a dare un'occhiata all'edizione fisica della collezione, che contiene un artbook e diversi altri bonus, potreste rimanere piuttosto delusi dalla dotazione di extra del cofanetto: similmente a quanto successo in occasione della pubblicazione della prima compilation, il pacchetto è infatti alquanto scarno.

Non ci sono interviste al team di sviluppo, bozzetti degli artwork del gioco, né tantomeno contenuti inediti, magari aggiunti per l'occasione da NIS America: è davvero un peccato che il publisher non riservi un trattamento di favore a questi titoli, che, pure meno famosi dei vari Disgaea e Ys VIII, hanno contribuito a formare un serbatoio da cui si sta attingendo ancora oggi, tra port per dispositivi mobile e collezioni come questa.

A tal proposito, giusto ricordarlo per l'ennesima volta, precisiamo come il voto in calce a questa recensione si riferisca al pacchetto in sé più che ai singoli giochi, che probabilmente meriterebbero qualche punto in più, sebbene non sempre le loro meccaniche siano invecchiate bene.

Da parte nostra, avendo giocato (ed apprezzato) quasi tutti questi titoli già all'epoca della pubblicazione originaria, avremmo gradito delle compilation più ricche, magari dotate di contenuti realizzati ad hoc per la ripubblicazione o, alternativamente, interventi più massicci a livello di quality of life e di bilanciamento del gameplay, così da rendere le esperienze di gioco più scorrevoli anche se confrontate con gli standard moderni.

Così com'è, invece, Prinny presents Volume 2 rimane un prodotto di nicchia, che potrebbe esercitare fascino più su quanti avessero già goduti di questi titoli qualche anno fa che sulle nuove leve videoludiche, perdendo così l'occasione di allargare il bacino di utenza e di vedere in futuro nuovi episodi legati alle proprietà intellettuali coinvolte.

Voto Recensione di Prinny Presents NIS Classics Volume 2 - Recensione


6.9

Voto Finale

Il Verdetto di SpazioGames

Pro

  • Meccaniche di gioco ancora gradevoli

  • Livello di sfida sostenuto

  • Il Petta Mode è piacevole...

Contro

  • Alcuni aspetti dei titoli invecchiati maluccio

  • Prezzo forse un po' alto

  • ... ma è l'unico contenuto inedito del pacchetto

Commento

Purtroppo, come già accaduto in occasione della prima raccolta, anche Prinny presents Vol. 2 finisce con il risultare un pacchetto piuttosto pigro, senza sforzi davvero encomiabili in fase di rimasterizzazione da parte di NIS America. Alla luce di questo, risulta pertanto difficile da consigliare a prezzo pieno, seppure nella sua edizione fisica da collezione. Se, da un lato, è apprezzabile l'intenzione del publisher di riportare alla luce piccole gemme dimenticate del suo sconfinato catalogo, nel farlo dovrebbe avere il coraggio di svecchiarne gli aspetti con i quali il tempo trascorso è stato meno clemente, come quelli tecnici, e di proporre contenuti inediti davvero rilevanti, che possano spingere all'acquisto anche le nuove leve e non solo gli appassionati duri e puri della prima ora. Alla fine della fiera, allora, rimangono due titoli comunque meritevoli, sebbene lontani dalle vette di eccellenza dei rispettivi generi di appartenenza, proposti ad un prezzo forse un po' troppo alto e senza extra sufficienti a giustificarlo. Noi ci siamo divertiti, ma l'acquisto del pacchetto è imprescindibile solo se siete fan dei prodotti originali e, preferibilmente, al primo, consistente calo di prezzo.
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