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Recensione

kill.switch

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Avatar di Mirai Trunks

a cura di Mirai Trunks

Pubblicato il 17/03/2004 alle 00:00
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Il Verdetto di SpazioGames

7.2

Noi fanatici di stealth game siamo costantemente affamati di nuove e mirabolanti avventure, sempre affiancati dal nostro più fedele e servile compagno: il silenzio. Ma si sa, gli Splinter Cell o i Metal Gear Solid non spuntano certo come funghi e nell’attesa dobbiamo trovare qualche altro gioco, magari non così tanto conosciuto, che possa placare la nostra sete. E chissà mai che questo kill.switch possa essere uno di quelli…

Soldati per casoOscuro è lo sfondo in cui si svolge la vicenda: all’inizio non vi verrà detto quasi nulla e solo progredendo nel gioco scoprirete tutta verità. Io mi adeguo e vi dico solo ciò che s’intuisce da quei tre secondi di introduzione, ossia che voi non impersonate direttamente il Rambo di turno bensì un non ben identificato personaggio che da dietro le quinte ne controlla i movimenti tramite uno strano marchingegno neurale. Spiffero pure che, una volta tanto, voi sarete i cattivi ed il vostro scopo sarà di aizzare le maggiori potenze del pianeta una contro l’altra. Perché? Lo scopriremo solo vivendo…

In sostanzaIl gameplay è classico, lineare, semplice: il vostro compito sarà eliminare tutto ciò che si muove su schermo in modo da arrivare alla fine del livello dove si trova l’obiettivo vero e proprio della missione (un oggetto da recuperare, qualcosa da far saltare, qualcuno da accoppare). La parola d’ordine per raggiungere tale meta è “copertura”. In KS non è infatti tanto importante agire nell’ombra, quanto piuttosto trovare un buon punto ove essere coperti dal fuoco del nemico e spuntare fuori al momento opportuno per piazzare qualche sventagliata. Vi capiterà di trovar riparo dietro a muri, pali, containers, recinzioni, porte: qualsiasi cosa l’ambiente circostante propone, sfruttatela. Gli errori vengono puniti a caro prezzo: i nemici hanno una buona mira e, benchè non brillino per intelligenza, se riescono a stanarvi sono fattacci vostri: una sparatoria con anche un solo avversario a un metro di distanza può risolversi nella vostra immediata dipartita (un tocco di realismo molto spesso assente anche in giochi ben più blasonati). L’arsenale a vostra disposizione comprende un simpatico fucile d’assalto (adatto a tutte le occasioni), mitragliatrici, armi con silenziatore, armi di precisione, lanciagranate, flashbangs più vari aggeggi lasciati dagli ei furon vostri nemici. Da menzionare il blindfire, ossia un modo per sparare senza uscire dalla copertura a scapito, chiaramente, della precisione. Ben riuscita la modalità di puntamento stile cecchino: finalmente è possibile utilizzare ogni arma per provare ad effettuare tiri di chirurgica precisione per la gioia di chi come me ama questo genere di cose. Menzioniamo infine la possibilità di sferrare un colpo col calcio della propria arma, opzione utile in caso di spiacevoli ed improvvisi corpo a corpo.

Il rovescio della medagliaCominciamo la mattanza. Una manna per i cecchini, abbiamo detto, no? Già, peccato che bastino un paio di colpi alle gambe o alle braccia per far fuori un nemico…perlomeno ne basta uno solo alla testa; il dramma è che talvolta ne basta uno anche allo stomaco o alla parte destra del torace. Finezze, forse, ma almeno non facciamo vedere così spudoratamente che vogliam far soldi investendo il minimo sindacale! Vabbè. Poi, tanto per essere chiari, il blindfire è inutile: dire che è impreciso è un eufemismo. E avanti così: la meccanica di gioco, per quanto interessante, è eccessivamente ripetitiva: manca varietà, manca qualcosa che renda differente i primi 10 minuti di gioco da tutto il resto…trovare copertura ed accoppare chiunque si trovi nei dintorni è anche divertente ma dopo qualche ora, visto che in sostanza è l’unica cosa da fare, ci si può anche annoiare. Ancora, la telecamera non sempre offre la migliore visuale soprattutto quando siamo in movimento. Per fortuna la cosa capita di rado durante le fasi più “calde” e concitate. Ma ciò che lascia davvero basiti è la longevità: sei stage (frazionati in una ventina scarsa di livelli) sono incredibilmente pochi, tanto che il gioco si termina sciolto in 4-5 ore (anche al massimo livello di difficoltà). Se si conta poi che non v’è nessun tipo di opzione o modalità extra da poter sbloccare (manca addirittura il multiplayer!), c’è il rischio che kill.switch finisca nel dimenticatoio dopo averlo terminato una o due volte (forse ne basta una…). Disappointing.

Tecnicamente parlandoGraficamente siamo nella media. Livello del dettaglio degli ambienti accettabile, pur molto essenziale e senza particolari tocchi virtuosi. Animazioni discrete anche se a volte poco naturali: nella fattispecie, movimenti improvvisi e comiche scene di morte (semi-piroetta con caduta…solo un motion capture con Nureyev avrebbe dato risultati migliori). Il frame rate presenta sporadici e poco significativi cali sui quali si può sicuramente soprassedere. Sonoro che non emerge con effetti classici e musiche non troppo significative o evocative (ma si sa, non è il sonoro a fare un gioco come questo). Benché sia multilingua (con dialoghi e sottotitoli in italiano) il mio consiglio è quello di giocare KS in inglese sia perché la qualità dei dialoghi in lingua anglosassone è sempre maggiore sia perché le voci italiane son sempre quelle di quei 2 o 3 doppiatori che se li pagassero a ore in questo momento sarebbero alle Seychelles a fare i nababbi con la panza al sole, cocktail alla mano. Stakanovisti!

– Struttura della trama originale

– Gameplay semplice ma efficace

– Ripetitivo

– Insensatamente poco longevo

– Replay value pari a zero

7.2

Esente da difetti tecnici e strutturali particolarmente significativi ma allo stesso tempo carente dei colpi di classe di giochi assai più blasonati, kill.switch parrebbe essere l’ennesimo stealth game senza infamia e senza lode buttato lì nel calderone per tirar su qualche dollaruccio facile facile. Ciò che però lascia a dir poco basiti (allontanando il calderone a favore di un altro sito ove buttare il cd…) è la longevità: 4-5 ore sono sufficienti per portarlo a termine. La presenza di 2 soli livelli di difficoltà (peraltro con nessuna differenza rilevante) e nessun extra sbloccabile contribuiscono ulteriormente a rendere il gioco un fulmine, toccata e fuga, la luce che va via proprio al momento del rigore decisivo (con improperi vari annessi), un gioco nel cui nome non compaiono lettere maiuscole non senza un perchè. Da noleggiare sì, da acquistare forse.

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