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Detective Pikachu: il ritorno | Recensione - Nuove indagini per Pikachu

Detective Pikachu: il ritorno è il secondo episodio della serie nata su 3DS, che ha ricevuto anche un adattamento al cinema. Scopriamo com'è andata.

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a cura di Nicolò Bicego

Redattore

In sintesi

  • Un interessante passo in avanti rispetto all'originale, ma senza rivoluzioni
  • Ha un modo apprezzabile e unico di farci immergere nell'universo Pokémon

Informazioni sul prodotto

Immagine di Detective Pikachu: Il Ritorno
Detective Pikachu: Il Ritorno
  • Sviluppatore: Nintendo
  • Produttore: Nintendo
  • Distributore: Nintendo
  • Testato su: SWITCH
  • Piattaforme: SWITCH
  • Generi: Avventura
  • Data di uscita: 6 ottobre 2023

Detective Pikachu è forse una delle sotto-serie più strane mai generate dal franchise di Pokémon. E non è poco, considerando che, nel corso della sua lunga storia, questa saga ha dato vita a concept a dir poco inusuali, come Pokémon Channel, PokéPark o il più recente Pokémon Sleep.

In questa rivisitazione del mondo Pokémon, troviamo un Pikachu non solo in grado di parlare (pur essendo capito solo da alcuni umani, tra cui il protagonista Tim Goodman), ma anche appassionato di caffeina e investigazioni, rigorosamente in quest’ordine, e dotato di una voce profonda che cozza comicamente con il suo acuto verso originale.

Dopo aver persino ricevuto un adattamento cinematografico tutto sommato godibile, Detective Pikachu: il ritorno segna – appunto – il ritorno della saga al mondo videoludico, in esclusiva Nintendo Switch questa volta, e sarà disponibile dal 6 ottobre.

Il primo capitolo, uscito su Nintendo 3DS, ci aveva tutto sommato convinti (potete ancora leggere la nostra recensione a riguardo), dunque ci siamo avvicinati a questo nuovo episodio con forte curiosità.

Scopriamo insieme com’è andata.

Pikachu è tornato e vuole il suo caffè

Partiamo dalla storia di Detective Pikachu: il ritorno, che si apre due anni dopo le vicende dello scorso episodio. Ovviamente, dovremo necessariamente fare spoiler relativi al finale del primo capitolo, dunque saltate questo paragrafo se, per caso, avete intenzione di recuperarlo prima di tuffarvi su questo nuovo episodio.

Ad ogni modo, adesso Pikachu e Tim Goodman sono un duo di detective affermati, proprio grazie alle indagini svolte due anni prima sul misterioso “Agente R”, un agente chimico in grado di far diventare improvvisamente rabbiosi e pericolosi i Pokémon. Dopo un periodo buio, dunque, la convivenza tra umani e Pokémon a Ryme City è tornata ad essere pacifica, e la paura generata da quel caso sembra essere ormai una cosa del passato.

Se ricorderete, però, lo scorso episodio aveva lasciato diversi aspetti in sospeso. La storia, infatti, si apriva con il mistero della scomparsa del padre di Tim, Harry Goodman, di cui Pikachu era il partner originale. Alla fine della storia, non vi era ancora traccia del padre di Tim, e Pikachu non aveva ancora ritrovato i suoi ricordi, né una spiegazione sul perché, ad esempio, non è in grado di utilizzare le mosse che normalmente utilizzano i membri della sua specie.

L'obiettivo è quello di raccontare una storia diversa, a sfondo mystery, nell'universo di Pokémon.
E proprio da questi interrogativi riparte il secondo episodio, sebbene inizialmente vengano posti sullo sfondo. All’inizio, infatti, Tim e Pikachu dovranno affrontare un breve caso che fa da prologo alla storia, e che serve sostanzialmente a far riprendere confidenza con le meccaniche di gameplay.

Il primo vero caso, apparentemente sconnesso da quegli elementi di trama lasciati in sospeso dal primo episodio, riguarda la scomparsa di un gioiello; da qui, ovviamente, Tim e Pikachu si troveranno ad affrontare una sequenza di misteri che piano piano daranno vita anche alla trama orizzontale del gioco, proprio come nel titolo originale.

Senza scendere ulteriormente nei dettagli, la storia di Detective Pikachu: il ritorno ci è piaciuta. Non brilla certamente per complessità o originalità (neanche il primo lo faceva), ma il suo obiettivo è quello di narrare una storia diversa, a sfondo mystery, nel mondo di Pokémon, che sia accessibile tanto per i veterani quanto per i più giovani, ed in questo l’obiettivo è centrato perfettamente.

L’esperienza si regge molto sulle spalle dei protagonisti, Tim e Pikachu. Pikachu continua ad essere la parodia del classico detective hard-boiled, e da quanto gradirete la sua caratterizzazione dipenderà in buona misura anche il vostro godimento dell’avventura.

Ci saranno ovviamente anche nuovi personaggi, che andranno ad arricchire il cast in maniera incisiva, ma vi lasciamo il compito di scoprirli nel corso dell’avventura.

Esteticamente, il titolo compie un deciso passo in avanti rispetto allo scorso episodio, complice ovviamente il cambio di hardware. I modelli dei personaggi sono più dettagliati – e sono migliorate sensibilmente anche le animazioni. Lo stesso vale per le ambientazioni, anche se qui è più possibile notare alcuni limiti del progetto: la maggior parte delle location è molto contenuta e ci sono spesso caricamenti, anche tra zone diverse dello stesso posto. 

Insomma, era chiaro che il titolo non fosse dotato di un alto budget, ma fa strano comunque considerando che è la stessa console su cui gira The Legend of Zelda: Tears of the Kingdom (a cui è stata dedicata una splendida edizione limitata di Switch, che trovate ).

Non abbiamo invece lamentele sul comparto sonoro: le tracce riescono a sottolineare adeguatamente ogni momento della storia, e sembrano anch’esse riprendere le tonalità di un film noir, in contrasto con i motivetti tendenzialmente allegri e rilassanti della serie principale.

Nuove indagini a Ryme City

Anche dal punto di vista del gameplay, Detective Pikachu: il ritorno (di cui potete assicurarvi una copia al day-one ) ricalca fedelmente quanto offerto dal suo predecessore, sebbene con qualche novità.

Il gioco è un’avventura grafica estremamente semplice: dovrete esplorare le ambientazioni, interagendo con oggetti, persone e Pokémon, per risolvere i misteri che, di volta in volta, la storia vi proporrà. Non ci sono meccaniche complesse, come veri e propri puzzle o ancora oggetti da raccogliere e combinare per interagire con l’ambiente.

In questo, come in altro, è evidente che Detective Pikachu: il ritorno è stato pensato per essere goduto da un’ampia fetta di pubblico, che parte dai più piccoli, alle prime armi in quanto ad avventura grafiche, ma che arriva anche ai veterani, puntando in questo caso sul fascino unico della sua ambientazione.

Di norma, la risoluzione di un mistero prevede che esploriate l’ambientazione, parlando con ogni umano ed ogni Pokémon, con Tim e Pikachu che si dividono le due tipologie di interlocutori. Una volta raccolto un numero sufficiente di indizi, potrete utilizzare il vostro taccuino per eseguire delle deduzioni che vi consentiranno di proseguire nell’avventura.

L'apporto che i Pokémon danno alle indagini ci ha colpito in positivo.
Anche questa meccanica è molto semplificata rispetto a quanto visto in altre avventure grafiche: le scelte a disposizione sono limitate, e non c’è alcuna penalità per un errore. Il gioco, semplicemente, segnala che il ragionamento non è corretto e lo oscura, in modo da fare arrivare inevitabilmente alla deduzione corretta.

Insomma, come dicevamo si tratta di un’avventura grafica molto basilare nella sua struttura, ma questo non significa che non abbia il suo fascino e, soprattutto, che non centri l’obiettivo che si era preposta – vale a dire quello di offrire un’esperienza differente nel mondo di Pokémon, che era già il fascino principale del primo episodio.

Detective Pikachu: il ritorno riesce ad avere successo in questo dando una personalità ad ogni Pokémon che compare su schermo (più o meno), esplorando quindi un aspetto del vivere con i Pokémon che la serie principale non può approfondire per ovvi motivi.

Alcuni Pokémon, inoltre, vi aiuteranno nelle indagini, aggiungendo un pizzico di profondità all’avventura. Non vi anticipiamo quali e come nello specifico, ma anche in questo caso si tratta di un’aggiunta apprezzabile che, ancora una volta, aiuta a dare un senso di immersione all’interno del mondo Pokémon.

Oltre a questo, nel corso dell’avventura troverete anche dei “grattacapi”, vale a dire delle missioni secondarie che vi saranno assegnate da alcuni NPC e che non avranno alcun impatto sulla storia principale. Si tratta di piccole aggiunte che abbiamo gradito, non tanto perché aggiungono qualcosa di concreto alla narrativa, quanto piuttosto perché aiutano a rendere più viva e vivace Ryme City.

Vale la pena segnalare, infine, che il gioco è dotato di un’opzione per accedere a qualsiasi capitolo della storia fin dall’inizio. Vi consigliamo di non consultare questa opzione, in quanto già i titoli dei capitoli includono dei piccoli spoiler, ma per chi preferisce, per qualche motivo, saltare dei pezzi di storia, la possibilità è prevista.

Tirando le somme, Detective Pikachu: il ritorno costituisce un buon passo in avanti rispetto al già discreto primo episodio. Rimane un’avventura grafica semplice, che punta tutto sul carisma del duo di protagonisti e sul fascino di vivere il mondo Pokémon in maniera diversa rispetto alla serie principale, e proprio per questo non soddisferà tutti i palati.

Sicuramente, anche nell’ottica di un fan del franchise, manca ancora quel salto di qualità che possa portare questa sotto-serie ad essere qualcosa di più, mettendola alla pari di altre sotto-serie di Pokémon che sono diventate dei cult per gli appassionati (stiamo pensando, principalmente, a Pokémon Mystery Dungeon e Pokémon Ranger). Staremo a vedere se un eventuale terzo capitolo potrà riuscire in questo ambizioso intento: per ora, il percorso sta procedendo bene.

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Voto Recensione di Detective Pikachu | Recensione


7.7

Voto Finale

Il Verdetto di SpazioGames

Pro

  • Un passo in avanti rispetto al predecessore, sotto ogni punto di vista

  • Un modo unico di vivere il mondo di Pokémon

  • Indagini semplici ma soddisfacenti

Contro

  • La sua semplicità non piacerà a molti

  • Molto limitato, sia sul fronte tecnico che del gameplay

Commento

Detective Pikachu: il ritorno è un concreto passo in avanti rispetto al primo episodio, ma manca ancora quel salto di qualità che possa rendere questa sotto-serie un must per i fan del franchise. Il fascino principale dell'opera sta nel carisma dei due protagonisti e nella possibilità di vivere il mondo di Pokémon in un modo differente rispetto a quanto proposto dalla serie principale, ma l'estrema semplicità del titolo, dovuta alla scelta di renderlo adatto davvero a tutti, non farà contenti tutti i fan della saga o tutti gli amanti delle avventure. 
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