Collezionare Pokémon in Pokémon Sleep con il buon sonno è un'idea che funziona?

Pokémon Sleep vuole insegnarci a prenderci cura delle nostre abitudini di riposo, ma come funziona esattamente questa bislacca idea?

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a cura di Nicolò Bicego

Redattore

Pokémon Sleep, uscito da poco sugli store iOS e Android, non è certamente il primo esperimento fatto in casa Pokémon dove il concetto di “videogioco” viene esteso per coprire qualcosa che in realtà di prettamente ludico ha ben poco.

Pensiamo a Pokémon Channel, giusto per andare indietro nel tempo, o anche al più recente Pokémon Smile: sono soltanto due esempi di come Pokémon abbia giocato diverse volte con il concetto stesso di “videogioco” per proporre al pubblico, specialmente quello più giovane, un prodotto decisamente entry level che fosse anche educativo a suo modo.

Ecco, Pokémon Sleep intende fare più o meno la stessa cosa: insegnarci a prenderci cura del nostro sonno. Ma come funziona esattamente Pokémon Sleep? Vale la pena utilizzarlo? Potremo effettivamente dormire come uno Snorlax dopo questo allenamento intensivo?

Vi daremo la risposta a queste domande mentre vi raccontiamo la nostra esperienza con il gioco.

Come funziona Pokémon Sleep?

Questa domanda starà sicuramente frullando nella testa di molti di voi. Ad onor del vero, anche noi ce lo siamo continuati a chiedere, anche dopo il primo avvio dell’applicazione. Pokémon Sleep intende monitorare il nostro sonno, per illustrarci le nostre abitudini notturne. Che cosa significa però all’atto pratico?

Il gioco si divide fondamentalmente in due sezioni, una giocabile di giorno e l’altra di notte. Al vostro primo avvio dell’applicazione verrete accolti dal professor Neroli, che vi spiegherà il suo obiettivo: studiare gli stili di sonno dei Pokémon. Per farlo, utilizzerà uno Snorlax in grado di attirare altri Pokémon e di farli dormire nella sua zona, ma la capacità di Snorlax dipenderà a sua volta dalle azioni del giocatore.

Una volta terminata la spiegazione introduttiva del Professore, non potrete fare praticamente nient’altro. Per poter accedere a tutte le altre funzioni di Pokémon Sleep, infatti, dovrete prima di tutto fare almeno un’intensa sessione di dormita con il gioco.

Come fare? È molto semplice. Pokémon Sleep vi permette di impostare una sveglia in base all'orario in cui andate a letto. Una volta giunta l’ora una notifica vi avviserà che è il momento di dormire, ma ovviamente potrete anche ignorarla e segnalare semplicemente all’app il momento effettivo in cui vi state coricando.

Dovrete tenere il telefono (o Pokémon Go Plus +, che trovate su Amazonvicino a voi mentre dormite, sul materasso e non su una superficie rigida, senza bloccarlo (ovviamente vi verrà raccomandato di tenere lo schermo a faccia in giù, e comunque si disattiverà dopo qualche minuto in base anche alle vostre impostazioni di risparmio energetico).

L'esperienza si divide nella fase di sonno e in quando siete svegli: senza aver dormito prima, però, non potete fare nulla.
Al vostro risveglio, avrete il primo studio del vostro sonno. Vedrete quante ore avete passato in sonno leggero, intermedio o profondo, così come quanto tempo impiegate per addormentarvi, come uno sleep tracker vero e proprio. Ovviamente, il gioco cercherà di spiegarvi l’importanza di dormire un numero di ore adeguato ogni giorno, e sarete premiati con ricompense maggiori se rispetterete questi criteri.

Dopo questa fase, potrete finalmente vedere i Pokémon attirati dal sonno di Snorlax. Più avete dormito e più potere avrà accumulato Snorlax. Inizialmente, dunque, vedrete solamente Pokémon e stili di sonno abbastanza comuni, ma con il tempo comincerete a vedere anche stili di sonno più rari, fondamentali per riempire il vostro SonnoDex.

A questo punto, avrete finalmente sbloccato anche la possibilità di giocare durante il giorno, anche se non c’è davvero moltissimo da fare. Sostanzialmente, potrete dare da mangiare ai Pokémon che avete trovato, utilizzando oggetti già pronti (Pokébiscotti o bacche) oppure cucinando qualcosa per loro.

Questo vi consentirà di rinsaldare il vostro rapporto di amicizia – e di fare aumentare il rango di Snorlax. Potrete anche acquistare oggetti aggiuntivi da un apposito negozio, e regolarmente potrete anche decidere di cambiare postazione di ricerca, scegliendo una nuova location nella speranza di incontrare creature mai viste prima.

La nostra esperienza con Pokémon Sleep

C’è poco altro da dire su Pokémon Sleep: nel paragrafo precedente vi abbiamo spiegato praticamente tutto quello che c’è da sapere sul gioco. Si tratta di un concept che si avvicina più al videogioco educativo, rivolto principalmente ai più piccoli, per far imparare loro l’importanza del ritmo sonno-veglia.

L'idea di ludicizzare il sonno per incoraggiare a dormire meglio può essere un'attrattiva, ma per ora l'offerta del SonnoDex è piuttosto scarna.
Tuttavia, questo non significa che non ci sia del valore aggiunto per tutti. Innanzitutto, per quanto banale, è comunque interessante conoscere le caratteristiche del proprio sonno. Aiuta anche ad individuare comportamenti scorretti o deleteri per la propria salute, dei quali magari non ci rendiamo conto normalmente: si può fare con una normale app di tracciamento del sonno, certo, ma il coinvolgimento dei Pokémon e la "ludicizzazione" della cosa può essere un'attrattiva in più, soprattutto per i giovanissimi.

La presenza di un SonnoDex da completare è un incentivo non da poco per continuare ad utilizzare l’applicazione. Ovviamente non abbiamo trovato tutte le creature disponibili, ma abbiamo notato che ci sono esponenti di diverse generazioni della serie principale, dunque ci aspettiamo una selezione complessiva piuttosto variegata e non legata esclusivamente alla prima generazione.

Ci sono però diversi fattori che fanno storcere il naso e che potrebbero rendere l’applicazione meno efficace per il suo scopo. Innanzitutto la scomodità. Il fatto che il telefono debba essere tenuto necessariamente sul materasso, vicino alla testa, può essere fastidioso per alcuni, in base alla vostra posizione di dormita o anche in base alle dimensioni del vostro letto. Senza contare il rischio di far cadere il telefono per chi non è abituato ad averlo così vicino durante la notte.

Il secondo elemento che ci ha fatto storcere il naso è la presenza di un pass premium per gli oggetti. È vero, si tratta di un titolo free-to-play, e non è il caso di incominciare qui una crociata contro il modello ad abbonamento; tuttavia, non possiamo non notare che, in questo caso, si tratta di un gioco rivolto anche e soprattutto ai più piccoli, motivo per cui ci saremmo aspettati una diversa gestione dei contenuti a pagamento.

Tirando le somme, l’idea di una linea di titoli Pokémon che si colloca a metà tra educazione ed intrattenimento non è malvagia, soprattutto perché, nel caso di Pokémon Sleep, si tratta di un aspetto della vita quotidiana che spesso viene trascurato anche dagli adulti.

Ciò nonostante, ci sono ampi margini di miglioramento per esperienze di questo tipo. La sola presenza di nuovi Pokémon da scoprire potrebbe incuriosirvi per qualche giorno, ma la mancanza di reali attività da svolgere potrebbe farvi perdere interesse nel giro di poco tempo. Se a questo aggiungiamo la scomodità (che magari sarà anche soggettiva) dell’utilizzo dell’app, rischiamo di dimenticarci davvero nel giro di poco tempo della sua esistenza.

Per fornire un ulteriore incentivo all’utilizzo sarebbe stato forse interessante implementare qualche forma di collegamento con gli altri titoli della serie, per poter inviare dei Pokémon o anche, più semplicemente, degli oggetti (magari anche con Pokémon Scarlatto e Violetto, che trovate su Amazon). Così facendo si sarebbe potuta salvaguardare la semplicità di Pokémon Sleep ma renderlo, al contempo, parte dell’ecosistema Pokémon in maniera più intrigante.

Non è da escludere che una simile forma di interattività possa arrivare con qualche aggiornamento in futuro; per il momento, però, Pokémon Sleep rimane questo, un esperimento molto semplice ma interessante, frenato da diversi limiti che gli impediranno probabilmente di essere utilizzato con la frequenza che gli sviluppatori avrebbero voluto.