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Recensione

Deliver At All Costs | Recensione - Paperboy con un pizzico di GTA

Se GTA, Fallout e Paperboy si fondessero insieme, probabilmente avremmo Deliver At All Costs, nuovo gioco prodotto da Konami: leggi la recensione!

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a cura di Marcello Paolillo

Senior Staff Writer

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In sintesi

  • Esperienza sopra le righe, con uno stile esagerato e irriverente.
  • Soffre di missioni poco equilibrate e meccaniche di guida non sempre rifinite, che ne limitano il potenziale.
  • Nonostante i difetti, si distingue per personalità e creatività, conquistando chi cerca qualcosa di diverso dai soliti schemi.
  • Pro
    • L’ambientazione anni ’50 alternativa dona al gioco una personalità unica.
    • Il comparto audio, tra rock 'n' roll energico ed effetti sonori esplosivi.
    • Lato missioni, ogni consegna sembra diversa dalla precedente...
  • Contro
    • ... anche se alla lunga la ripetitività arriva inevitabile.
    • Collisioni problematiche e fisica imprecisa possono rovinare il divertimento.
    • I veicoli, pur essendo centrali nel gameplay, spesso si guidano in modo frustrante.

Il Verdetto di SpazioGames

7.5
Deliver At All Costs è uno di quei giochi che si fanno ricordare, nel bene e nel male. La sua natura volutamente esagerata, il tono scanzonato e la continua voglia di stupire lo rendono un’esperienza fresca e diversa dal solito, capace di regalare momenti di genuino divertimento. Non è un titolo perfetto, anzi: paga il prezzo di una certa disomogeneità tra le missioni, di un comparto tecnico traballante e di meccaniche di guida che non sempre funzionano come dovrebbero.
Ma nel suo essere folle e sopra le righe, riesce comunque a trasmettere una chiara identità e un sincero desiderio di rompere gli schemi. È il classico gioco che si ama per il suo spirito ribelle e che, pur con tutti i suoi limiti, merita almeno una possibilità da parte di chi cerca qualcosa di davvero fuori dal comune.

Informazioni sul prodotto

Immagine di Deliver at all Costs
Deliver at all Costs
  • Sviluppatore: Far Out Games
  • Produttore: Konami
  • Distributore: Konami
  • Testato su: PS5
  • Piattaforme: PC , PS5 , XSX
  • Generi: Azione
  • Data di uscita: 22 maggio 2025

Se GTA, Fallout e Paperboy si fondessero insieme, probabilmente genererebbero qualcosa di molto simile a Deliver At All Costs.

Ma attenzione: qui non c'è spazio per l'enfasi dei titoli Rockstar, né per il minimalismo arcade anni '80. Questo titolo, sviluppato da Far Out Games Studio, una piccola casa indipendente al soldo di Konami, è una dichiarazione d'intenti (che avevo già avuto il piacere di sfiorare con mano alcuni mesi fa). 

In un mondo che ci vuole sempre performanti, Deliver At All Costs ci sbatte in faccia la realtà di un corriere costretto a consegnare pacchi in un mondo che cade a pezzi. Letteralmente.

Un "simulatore di consegne", certo, ma anche un grido disperato di denuncia e, insieme, una satira feroce che non fa sconti a nessuno, soprattutto a noi giocatori. 

Fattorino a tempo pieno

Deliver At All Costs ci catapulta in un’America alternativa del 1959, un’epoca iconica per molti versi – fra jukebox scintillanti, auto cromate, vestiti a pois e un costante, cupo timore di una guerra nucleare alle porte.

A dominare la scena troviamo Winston Green, un corriere sui generis, dal passato misterioso e il presente ancor più turbolento. È lui il protagonista assoluto di questa folle corsa contro il tempo, carica di sarcasmo, esplosioni e un’abbondante dose di nonsense che, però, riesce spesso a essere funzionale all’atmosfera volutamente kitsch dell’intera produzione.

Il gioco ci chiede di fare una cosa molto semplice in teoria, ma complessa nei fatti: consegnare un pacco. Ma quel pacco può essere un pesce spada che tenta di fuggire, oppure – come accade in una delle missioni più emblematiche – una bomba prossima all’esplosione che ci impone una gestione spasmodica del tempo e dei nervi.

Non aspettatevi grandi introspezioni o dialoghi memorabili à la GTA 5 (gioco che trovate tra l'altro su Amazon): la storia è un pretesto per mettere in moto l’azione e giustificare la progressione attraverso ambientazioni sempre più bizzarre e distruttibili.

E, nel suo piccolo, riesce nel compito, soprattutto grazie alla presenza di personaggi secondari assurdi, gag visive riuscite e una regia che sa premere sull’acceleratore nei momenti giusti.

Deliver At All Costs è un titolo che non si prende quasi mai sul serio, e questo è sia il suo pregio più grande che, in parte, il suo limite. Ogni missione è costruita per sorprendere, per spiazzare, per gettarci in un nuovo scenario distruttivo e assurdo dove le regole cambiano di continuo.

A livello di gameplay, si spazia quindi tra sequenze d’azione pura e segmenti più improntati alla guida spericolata, passando per mini-giochi con regole e obiettivi completamente diversi tra loro. La varietà è tanta, e spesso gradita, ma l’equilibrio generale ne risente. Alcune sezioni risultano troppo caotiche, altre al contrario soffrono di un certo rallentamento nei ritmi che spezza la frenesia tipica dell’esperienza.

Il comparto tecnico è... particolare. Lo stile grafico è volutamente esagerato e cartoonesco, con modelli grezzi e animazioni sopra le righe, che contribuiscono a rafforzare il tono irriverente dell’opera.

Tuttavia, in più di un’occasione, la direzione artistica non basta a mascherare alcune scelte di design meno riuscite. I veicoli, ad esempio, sono spesso difficili da controllare, e la fisica si comporta in modo imprevedibile, al punto da rendere alcune consegne più frustranti del dovuto.

Deliver At All Costs è un titolo che non si prende quasi mai sul serio, e questo è sia il suo pregio più grande che il suo limite
. Il caos che il gioco desidera provocare diventa talvolta un’arma a doppio taglio, generando situazioni in cui la confusione visiva si traduce in perdita di controllo e conseguente fallimento della missione.

Ecco, le missioni: il design dei vari incarichi rappresenta uno dei pilastri centrali dell’esperienza. Ogni incarico propone una sfida differente e un approccio nuovo, impedendo al giocatore di adagiarsi su una routine consolidata. Ma proprio questa struttura, così imprevedibile, porta con sé anche una certa disomogeneità qualitativa.

Alcuni livelli sono davvero brillanti, con trovate sceniche e meccaniche perfettamente integrate; altri sembrano più che altro filler destinati a riempire il tempo tra una sezione e l'altra (come ad esempio le missioni a piedi). Questo squilibrio mina un po' l'esperienza generale, lasciando la sensazione che con un po' più di lavoro di cesello si sarebbe potuto ottenere un risultato più coeso e incisivo.

A salvare l’esperienza arriva un comparto sonoro davvero ispirato, che immerge il giocatore nel cuore pulsante di quegli anni '50 alternativi. I brani rock 'n' roll sparati a tutto volume, uniti ai rumori reboanti di esplosioni e incidenti, costruiscono un soundscape vibrante e coerente con il tono scanzonato dell’intera avventura.

La soundtrack accompagna con ritmo e allegria anche i momenti più improbabili, donando coesione a un mosaico altrimenti destinato a frantumarsi sotto il peso della propria anarchia.

Distruggi tutto

Uno degli elementi più interessanti, però, è la distruttibilità ambientale. Deliver At All Costs fa della devastazione uno dei suoi cavalli di battaglia: ogni elemento dello scenario può diventare un'opportunità per creare caos, rallentare gli inseguitori o semplicemente per il gusto di far saltare tutto in aria.

In un certo senso, c'è qualcosa di liberatorio in questo approccio, quasi terapeutico. E sebbene la distruzione sia spesso più coreografica che funzionale, contribuisce a tenere alta l'adrenalina e a mantenere quel senso di costante spettacolo che il gioco cerca disperatamente di offrire.

Sul fronte della longevità, Deliver At All Costs si difende bene. Nonostante la struttura episodica delle missioni possa dare un senso di ripetitività a lungo andare, la varietà nelle situazioni proposte e una discreta quantità di contenuti sbloccabili permettono al gioco di mantenere viva l'attenzione per diverse ore.

C'è qualcosa di liberatorio, quasi terapeutico, nella distruttibilità che viene messa a disposizione del giocatore.
Non parliamo certo di un titolo che punta alle centinaia di ore di gioco, ma nell'arco di una decina/quindicina di ore riesce a offrire il meglio di sé, con picchi di follia degni di nota.

Tecnicamente, però, il gioco non brilla sempre come dovrebbe. Al di là del comparto visivo volutamente stilizzato, si riscontrano bug, rallentamenti e qualche problema di collisione che in alcuni casi possono compromettere l'esperienza (abbiamo giocato su PS5).

Niente di drammatico, sia chiaro, ma in un titolo che fa dell'azione forsennata il suo perno centrale, anche il minimo intoppo può risultare fastidioso. Un ulteriore lavoro di ottimizzazione, magari con qualche patch correttiva, potrebbe davvero migliorare il feeling generale del titolo.

Non posso negarlo: Deliver At All Costs mi ha divertito. Mi ha fatto storcere il naso, ridere a crepapelle, e in alcuni momenti mi ha anche fatto gridare allo schermo per un’auto impazzita o una fisica impietosa. È uno di quei giochi che non sai mai bene come affrontare, perché cambia pelle di continuo, e questo può essere tanto una benedizione quanto una condanna.

È un po’ come aprire ogni giorno una sorpresa diversa: a volte trovi qualcosa di geniale, altre solo un rumoroso petardo che si spegne in pochi secondi. Ho apprezzato moltissimo il coraggio di proporre un’esperienza così fuori dagli schemi, che rifiuta categoricamente qualsiasi forma di normalità. Ma alla lunga, l’assurdo si fa prevedibile, e l’effetto sorpresa comincia a diluirsi.

Eppure, in mezzo a questo caos, c'è qualcosa di sinceramente affascinante. Forse è la sincerità con cui gli sviluppatori hanno abbracciato la follia. Forse è la sensazione di essere in un gioco che non vuole farti sentire potente, ma semplicemente farti divertire.

Ed è qualcosa che, pur con tutti i suoi limiti, riesce a comunicare con chiarezza. Resta comunque un titolo che consiglierei a chi cerca qualcosa di diverso, di sopra le righe, a chi ha voglia di spegnere il cervello per qualche ora e lasciarsi trascinare da un’energia senza freni. O forse, sarebbe meglio usarli.

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2 Commenti

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Sarò io, per carità, ma continua a sfuggirmi come questi giochi possano essere anche solo minimamente divertenti.
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Sarò io, per carità, ma continua a sfuggirmi come questi giochi possano essere anche solo minimamente divertenti.
Sono puro cazzeggio. Non si vive di soli drama interattivi.
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Sarò io, per carità, ma continua a sfuggirmi come questi giochi possano essere anche solo minimamente divertenti.
a me sembra divertente, per passare un oretta di svago senza pensare troppo. anche lo stile anni 50 è molto figo. probabilmente lo prenderò
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