Quando si pensa ai videogiochi degli anni ’80, si immagina un’epoca in cui tutto veniva testato con attenzione prima del rilascio, in un contesto privo delle patch correttive che caratterizzano l’industria moderna.
Eppure, la storia del primo Final Fantasy dimostra che anche allora gli sviluppatori potevano imbattersi in errori critici nel momento meno opportuno. Il leggendario compositore Nobuo Uematsu ha recentemente svelato un aneddoto straordinario: un bug devastante rischiò di compromettere il lancio del capostipite della saga Square nel 1987.
La scoperta avvenne nel peggiore dei momenti: le cartucce erano già state prodotte e confezionate, pronte per raggiungere i negozi giapponesi. Durante una diretta Twitch, successivamente tradotta online, Uematsu ha raccontato come l’intero personale di Square venne richiamato d’urgenza per affrontare una crisi senza precedenti. Il bug rendeva il titolo ingiocabile in determinate circostanze, ma ormai era impossibile intervenire sul codice o ristampare le cartucce.
Final Fantasy Composer Nobuo Uematsu says there was a game breaking bug in the original release of Final Fantasy 1 so all the Square employees had to work to slip a warning paper into 500,000 copies of the game!
— Genki✨ (@Genki_JPN) August 18, 2025
They had already produced the cartridges when they found the bug so… pic.twitter.com/a8UWRL5xRp
La soluzione fu tanto semplice quanto disperata: inserire manualmente dei foglietti di avvertimento in ogni confezione. Programmatori, artisti e compositori, compresi lo stesso Uematsu, la pixel artist Kazuko Shibuya e il programmatore Ken Narita, si ritrovarono a scrivere a mano migliaia di avvisi. I biglietti spiegavano che alcune azioni potevano compromettere il salvataggio e raccomandavano di non cancellare determinati elementi di gioco.
L’operazione coinvolse oltre 50.000 copie, ognuna delle quali ricevette un foglietto scritto e inserito manualmente. Considerando la mole del lavoro e l’urgenza della situazione, si può immaginare lo sforzo collettivo richiesto per salvare il lancio.
Questo episodio riflette perfettamente lo spirito artigianale dell’industria giapponese di fine anni ’80: senza aggiornamenti online né correzioni postume, i problemi andavano affrontati con creatività, impegno e dedizione fisica.
Col senno di poi, quei 50.000 esemplari con l’avviso rappresentano oggi veri e propri cimeli per i collezionisti, simboli di un’epoca in cui ogni dettaglio passava direttamente dalle mani degli sviluppatori a quelle dei giocatori.
L’aneddoto raccontato da Uematsu illumina anche la cultura aziendale giapponese dell’epoca, fondata sul senso di responsabilità collettiva: quando il progetto di punta rischiava di fallire, ognuno, indipendentemente dal ruolo, si rimboccava le maniche.
Confrontata con le pratiche odierne, la vicenda assume un valore ancora più nostalgico. Oggi un bug simile verrebbe risolto in pochi giorni con una patch distribuita digitalmente, senza lasciare tracce tangibili. Quei foglietti scritti a mano restano invece una testimonianza unica, un ponte fisico e personale tra creatori e giocatori che il mondo digitale difficilmente potrà replicare.