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Immagine di Cronos: The New Dawn è il survival horror vecchia scuola di Bloober Team
Anteprima

Cronos: The New Dawn è il survival horror vecchia scuola di Bloober Team

Siamo volati fino in Polonia per provare le prime ore di Cronos: The New Dawn, il nuovo survival horror di Bloober Team.

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Avatar di Silvio Mazzitelli

a cura di Silvio Mazzitelli

Editor

Pubblicato il 28/07/2025 alle 15:00
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  • Pro
    • Un vero survival horror vecchia scuola in ogni elemento
    • Storia dalle tematiche molto intriganti
    • Ambientazione molto ispirata
  • Contro
    • Il sistema di salvataggi automatici non è sempre perfetto
    • La casualità degli oggetti che è possibile trovare nelle aree può creare problemi nella progressione

Conclusioni Finali di SpazioGames

La nostra prova di Cronos: The New Dawn ci ha fatto scoprire un survival horror ostico e brutale, dove ogni risorsa trovata è inestimabile e può fare la differenza tra la vita e la morte. Il progetto vuole essere un grande omaggio ai vecchi survival horror del passato, tra Resident Evil e Silent Hill, con molte meccaniche che li ricordano ma che vogliono dare un tocco più moderno a questa tipologia di titoli. Da quanto abbiamo visto, la storia funziona e ci ha messo la curiosità di sapere come va avanti, grazie anche a un gameplay molto ben ponderato, anche se in alcuni aspetti, come risorse trovare a autosalvataggi, ha ancora bisogno di qualche limatura. Senza alcun dubbio, però, non vediamo l’ora di giocare la versione completa di Cronos quando uscirà il prossimo autunno.

Informazioni sul prodotto

Immagine di Cronos: The New Dawn
Cronos: The New Dawn
  • Sviluppatore: Bloober Team
  • Produttore: Bloober Team
  • Testato su: PC
  • Piattaforme: XSX , PC , PS5
  • Generi: Survival Horror
  • Data di uscita: Autunno 2025

È innegabile che Bloober Team sia in un periodo d’oro, specialmente dopo il successo del remake Silent Hill 2 arrivato proprio lo scorso anno. Realizzare il remake di uno dei titoli horror più significativi di tutti i tempi era una sfida che andava oltre l’arduo, ma come potete leggere anche dalla nostra recensione, il team polacco è riuscito a ricreare una versione estremamente fedele del titolo originale, riuscendo a svecchiarlo dove era necessario. Dopo questo grande successo, però, Bloober non è rimasta con le mani in mano e ha subito annunciato un altro titolo horror, stavolta una nuova IP totalmente farina del loro sacco. Il gioco in questione è Cronos: The New Dawn, un survival horror che già dal primo trailer vuole porre l’accento sulle sue atmosfere desolanti e tenebrose.

Come molti altri giochi di Bloober Team, anche questo è ambientato in una Polonia fittizia ispirata stavolta dalla città di Nowa Huta, che oggi fa parte di Cracovia, ma che un tempo era una città industriale costruita attorno a un’immensa acciaieria che nel periodo della guerra fredda contava circa 40 mila lavoratori, tutti residenti nelle zone limitrofe al gigantesco conglomerato. Ed è proprio negli edifici fatiscenti e ormai abbandonati dell’acciaieria che fa da cornice al gioco che abbiamo potuto provare per circa due ore e mezza Cronos: The New Dawn. Siamo infatti volati fino a Cracovia, invitati da Bloober Team, per un primo sguardo al loro nuovo titolo horror che arriverà durante l’autunno per PlayStation 5, PC e Xbox Series S/X.

Orrori senza tempo

L’inizio di Cronos: The New Dawn è spiazzante. Il nostro personaggio, che con nostra sorpresa ha una voce femminile, si ritrova tutto bardato con la già iconica armatura, che sembra un mix tra quella di un astronauta e quella di un palombaro, dentro una stanza sigillata. Seduto su una sedia osserva un monitor, mentre una voce robotica ci mostra dei disegni, che ricordano le macchie di Rorschach. Le domande sono diverse e noi giocatori siamo tenuti a rispondere scegliendo tra due opzioni differenti per ogni quesito. Per il momento non ci è dato sapere come questo test influenzerà il gioco, probabilmente si scoprirà soltanto più avanti nell’avventura.

Conclusa questa sessione, ci vengono forniti alcuni dettagli del nostro personaggio e della sua missione. Il personaggio viene definito semplicemente Traveler, più precisamente il Traveler ND-3576, e lavora per una sorta di organizzazione chiamata Il Collettivo, di cui per il momento non sappiamo più di tanto. Il nostro obiettivo è recuperare un oggetto in mano al Predecessore, ossia un altro Traveler con il codice ND-3500, che è morto prima di completare la sua missione.

Così il nostro Traveler, di cui non vediamo mai l’aspetto fisico, si incammina in una Polonia spettrale, ferma agli anni ’80 come ambienti ed edifici, devastata da un misterioso cataclisma conosciuto come il Cambiamento. Nonostante ci si ritrovi in quella che appare una visione apocalittica dove l’umanità si è completamente estinta, non saremo soli. Il cataclisma ha infatti trasformato molti umani in esseri mostruosi in grado di fondersi tra loro per diventare più potenti, chiamati Orfani.

Guarda su

Per fortuna non saremo indifesi, infatti avremo in dotazione uno speciale strumento chiamato Shiftblade EPH-611, in grado di cambiare forma per trasformarsi in vari strumenti, tra cui una pistola e un tirapugni, almeno nelle fasi iniziali.

La narrazione di Cronos: The New Dawn si sviluppa attraverso molteplici canali. Alcuni filmati svelano i momenti cruciali della trama, dove la nostra Traveler dialoga con la misteriosa voce udita all'inizio del gioco discutendo della missione. Gran parte dei dettagli, come spesso accade in titoli di questo genere, verranno però affidati a note, lettere e registrazioni audio sparse nei livelli.

Alcuni di questi messaggi appartengono agli sfortunati abitanti di New Order — la città ispirata a Nowa Huta che fa da sfondo agli eventi — e raccontano i momenti in cui il "Cambiamento" ha sconvolto le loro vite. Altri, invece, sono i lasciti di altri Traveler che hanno preceduto il nostro passaggio in quei luoghi.

Il nostro scopo sarà quello di recuperare le essenze di alcuni personaggi chiave deceduti durante l’apocalisse, portandoli con noi attraverso il tempo. Un compito tutt’altro che facile, viste le mostruosità presenti nel gioco.

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Le ambientazioni di Cronos: The New Dawn ispirate alla Polonia degli anni '80 sono davvero suggestive

Abbiamo visto solo la parte introduttiva di Cronos: The New Dawn, ma le premesse sono davvero intriganti. Ogni nota trovata descriveva con precisione gli attimi in cui la misteriosa epidemia che ha trasformato gli umani in mostri è avvenuta, a volte con dettagli strazianti, come ad esempio quando leggiamo di una famiglia dilaniata dalla malattia. Eppure al momento è difficile dire altro della narrativa, poiché siamo ancora all’oscuro circa molti dettagli importanti. Senza alcun dubbio non vediamo l’ora di giocare la versione completa per scoprirne di più.

Un aspetto che abbiamo apprezzato moltissimo è la passione di Bloober Team per l’includere nei suoi giochi elementi culturali della propria terra, come già visto in Observer e The Medium (che trovate su Amazon). Utilizzare ambientazioni e storie del passato della Polonia è un modo davvero intelligente per valorizzare la cultura di un paese attraverso il medium videoludico. Bloober Team eccelle in questo, sfruttando luoghi e storia nazionale per creare narrazioni avvincenti che spingono i giocatori a informarsi sugli eventi reali.

Noi, oltre a provare il gioco, abbiamo potuto fare un giro di due ore in un ramo dell’acciaieria di Nowa Huta, scoprendo moltissimi dettagli legati alla storia di quel luogo, per noi completamente sconosciuti e che probabilmente sono conosciuti da pochi al di fuori della Polonia, e il bello è che una volta iniziato a giocare, nelle sole due ore e mezza della nostra prova, abbiamo notato diversi riferimenti a quanto imparato durante la nostra visita. Un bel modo dunque di diffondere la cultura di un paese in maniera divertente.

Non lasciate che si fondano! Dico sul serio!

Passando al gameplay, Cronos: The New Dawn è in tutto e per tutto un survival horror di stampo classico, quasi vecchia scuola alla Resident Evil e alla Silent Hill, considerato quanto la gestione delle risorse trovate sia di fondamentale importanza. Il gioco non fa passare molto tempo prima di metterci contro la prima aberrazione pronta a farci a pezzi, e sarà solo la prima di una lunga serie, dato che i nemici da affrontare saranno parecchi; l’unico problema è trovare abbastanza munizioni per farli fuori tutti.

Non scherzavamo infatti dicendo che la gestione delle risorse è fondamentale. Mai come in questo titolo abbiamo sentito il peso di ogni proiettile non andato a segno, specialmente quando in alcune situazioni ci siamo ritrovati a secco contro più di un nemico: in quel caso l’unico destino è la morte, dato che, a differenza di altri survival horror, spesso il combattimento è inevitabile e il nostro personaggio non è nemmeno così agile da poter sfuggire ai nemici facilmente, soprattutto perché i mostri di Cronos: The  New Dawn ci inseguiranno in capo al mondo.

Nella nostra prova solo alcune barriere, come una fessura da attraversare per portarsi nell’area successiva o delle spesse porte di metallo, funzionavano come deterrente, altrimenti sappiate che i mostri ci inseguiranno in capo al mondo.

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I nemici in Cronos saranno molto numerosi e soprattutto letali

Possiamo combattere in corpo a corpo, la nostra Traveler può sferrare dei pugni o schiacciare con un pestone i nemici a terra, ma dimenticatevi di vincere combattimenti solo sfruttando queste tecniche di lotta. Pugni e calci fanno pochissimi danni e non ci è mai capitato di uccidere un nemico con queste mosse, se non uno solo che era stato prima colpito da diversi proiettili e che stava anche bruciando.

Ben presto poi si scoprirà che il “Non lasciate che si fondano”, che è la frase slogan del gioco, è un avvertimento molto più importante di quanto si possa pensare. Gli avversari non perderanno tempo e, appena trovato un nemico morto a terra,  si fonderanno con questo. Potrete impedire che ciò avvenga con un pugno o con un proiettile ben assestato in testa, in modo da sbilanciarli, anche se il pugno è più sicuro, dato che il proiettile (a meno che non sia di uno shotgun) non sempre garantisce che la creatura interrompa la fusione.

Se malauguratamente due mostri riusciranno a fondersi, questi, oltre ad assumere sembianze più orrorifiche, diventeranno molto più forti e resistenti ai colpi, con la capacità di allungare dei tentacoli per colpirci a media distanza, e ci faranno anche più male, potendoci uccidere anche solo in due o tre colpi. Nella nostra prova abbiamo visto in alcune occasioni una creatura fusa per due volte con un cadavere. In questo caso il mostro diventa davvero coriaceo, estremamente difficile da sconfiggere, soprattutto perché dovrete sprecare gran parte delle risorse a vostra disposizione; inoltre, oltre a colpire a media distanza con i suoi tentacoli, potrà persino sputare acido da lontano.

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Lasciare fondere i nemici è una cosa da evitare assolutamente per evitare un probabile game over

Capite quindi che è fondamentale non far fondere i nemici, perché questo peggiora enormemente la situazione e, anche se ce la farete a sconfiggerli, è probabile che non avrete abbastanza munizioni per i nemici successivi. L’unico modo per evitare una fusione è quello di bruciare un cadavere. Troveremo sparse per i livelli delle stazioni che ci forniranno una sorta di bomba incendiaria speciale che potremo sparare sul terreno intorno a noi e che carbonizzerà automaticamente tutti i cadaveri nei paraggi. Colpendo i mostri ancora vivi, invece, li stordiremo per alcuni istanti. Questa bomba potrà anche bruciare i tessuti organici che spesso bloccano la strada e permetterci così di trovare stanze nascoste.

Il problema è che all’inizio del gioco potremo portare con noi solo una di queste bombe e, una volta usata, dovremo per forza trovare un’altra stazione che ce le fornisca, a meno di non trovare abbastanza materiali per fabbricarcela da soli, ma anche in questo caso il crafting non è così semplice e il motivo, come anticipato, è l’enorme scarsità di materiali.

Sopravvivenza estrema

Cronos: The New Dawn è un’esperienza pensata per i fan dei survival horror hardcore. Chiariamoci, non è punitivo o difficile perché vuole esserlo a tutti i costi, ma vuole subito far capire ai giocatori quanto sia importante gestire bene le risorse in proprio possesso. Inizialmente il nostro inventario sarà limitato a soli sei slot, in cui andranno armi, munizioni e oggetti per il recupero della salute. Troveremo poi sparse per i livelli anche risorse come composti chimici e ingranaggi, che andranno usati, in un sistema di crafting molto semplice che ricorda un po’ The Last of Us, per creare munizioni o oggetti per la salute.

Il problema è che avremo pochissimo spazio anche per le risorse: ad esempio, potremo portare massimo tre composti chimici alla volta, e ne serviranno proprio tre per creare munizioni per la pistola o due per un pacchetto per la salute piccolo. Quindi saremo sempre attanagliati dall’ansia di dover decidere cosa sia meglio usare, perché avere una cura in più può salvarci la vita, ma se finiamo le munizioni saremo morti comunque, prima o poi. Andando avanti si potranno poi creare sempre più oggetti, il che renderà le cose ancor più complesse.

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Le risorse da trovare all'interno delle ambientazioni saranno davvero poche e preziose

Fortunatamente sarà possibile potenziare sia le armi che la nostra armatura grazie all’Energia, una sorta di valuta che troveremo nei livelli e utilizzabile appunto sia per potenziarci che per comprare proiettili o cure. Alcuni potenziamenti invece si potranno ottenere solo utilizzando dei Core, oggetti rari sparsi nei livelli.

Ogni tanto il gioco ci farà trovare le classiche stanze relax, come la camera della macchina da scrivere dei Resident Evil, qui dotate di un punto per il salvataggio manuale del gioco, un magazzino per conservare gli oggetti, e appunto la macchina che serve per i potenziamenti e per comprare nuovi oggetti. I potenziamenti ci permetteranno di migliorare la potenza e la cadenza di fuoco delle armi, oltre alla capienza del caricatore, e sarà inoltre possibile potenziare la difesa dell’armatura e, soprattutto, gli slot dell’inventario e delle risorse, una priorità secondo noi, visto quanto avere più proiettili, cure e materiali può fare la differenza in diverse situazioni.

Probabilmente essere potenziati di tutto punto renderà il gioco più semplice, ma è possibile che con la progressione troveremo più armi, tipi di munizioni e altri oggetti e, soprattutto, nemici più ostici, rendendo la sopravvivenza sempre complessa. Nelle nostre due ore di gioco, oltre alla pistola di base, abbiamo trovato anche un potente Shotgun, fortissimo contro le creature, ma con munizioni estremamente scarse da trovare.

Ogni arma poi ha la possibilità di caricare il colpo per qualche secondo così da renderlo più letale, una scommessa che pagherà se si riuscirà a colpire i nemici, dati i danni ingenti che questi colpi caricati infliggono. Ad esempio, un nemico normale può essere ucciso se colpito alla testa con tre colpi caricati della pistola, invece sparando normalmente ne serviranno un po’ di più.

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A livello artistico Cronos è davvero molto ispirato

Una pecca che abbiamo notato riguarda i salvataggi. Come abbiamo detto esiste il salvataggio manuale presso alcune speciali stazioni, ma esistono anche dei punti in cui il gioco salva automaticamente, che sono fondamentali, dato che tra una stazione e l’altra può passare davvero molto tempo. In alcuni punti, però, questi checkpoint automatici sono gestiti un po’ male: ci è ad esempio capitato, in un’area parecchio ostica e piena di nemici, di arrivare verso la metà e di morire, tornando ad almeno dieci minuti prima come salvataggio.

La beffa è stata quando, superata quella parte, il gioco è crashato costringendoci a rifare tutto e, una volta tornati in quel punto, abbiamo scoperto che eravamo a pochi metri da un punto di salvataggio. La nostra speranza è che gli sviluppatori rivedano un po’ meglio il sistema di checkpoint automatici prima del lancio.

Altra cosa che ci ha fatto un po’ storcere il naso è la gestione degli oggetti trovati nelle ambientazioni. Ci siamo accorti, rigiocando alcune parti, che questi sono randomici. Ad esempio, sempre nella sezione complessa appena citata, una volta abbiamo trovato solo Energia, il che ha reso tutto molto più difficile, data la scarsità di munizioni.

Ripetendo quella parte una seconda volta, abbiamo invece trovato munizioni per la pistola e persino una bomba incendiaria, cosa che ha facilitato molto l’attraversamento dell’area. Ci è parso dunque strano doverci affidare completamente alla fortuna per trovare degli oggetti utili durante la nostra partita e, dato quanto è importante la gestione di ogni singola risorsa, averle così random potrebbe compromettere il bilanciamento di alcune sezioni del gioco.

Naufraghi nell’eternità

La progressione di Cronos: the New Dawn è piuttosto lineare e diretta e ricorda molto i vecchi survival horror di fine anni ’90/inizio 2000. Si va avanti esplorando edifici ammuffiti fermi nel tempo, che a volte si alternano con aree un po’ più aperte, con diverse deviazioni alla ricerca di risorse, ma senza mai sfociare in zone open map o troppo aperte, almeno da quanto abbiamo visto nella prova.

Il level design è buono, ma non inventa nulla di nuovo. La progressione rimane sostanzialmente lineare con alcune deviazioni, cosa che abbiamo apprezzato, dato che così il titolo risulta meno dispersivo e più focalizzato sul creare nel giocatore quel senso di solitudine e inquietudine che ben si adatta a un mondo fuori dal tempo popolato soltanto da creature mostruose pronte a saltare fuori da ogni angolo.

Da quanto visto ci sarà anche spazio per un po’ di backtracking: in alcune aree infatti abbiamo trovato porte chiuse a chiave che non abbiamo potuto aprire in quel momento e Cronos ci ha lasciato intuire che sarà possibile rivisitare alcune aree anche perché, in diverse occasioni, abbiamo aperto delle scorciatoie in stile Dark Souls che facilitavano il ritorno in determinate zone.

Da un certo punto in poi troveremo un modulo da aggiungere alla nostra pistola, che ci permetterà di controllare delle distorsioni temporali. Queste distorsioni, che si presentano come una sorta di buco nero, fungeranno da principali enigmi ambientali del gioco: puntando la pistola potremo far andare il tempo indietro o in avanti in modo da cambiare l’ambientazione e magari ricostruire un ponte distrutto oppure salire sopra una roccia crollata per poi farla ritornare in posizione mandando indietro il tempo. Anche in questo caso nulla di nuovo, ma l’applicazione è interessante.

Tra le cose curiose viste nel gioco vi è anche la presenza di gatti, qui contati come collezionabili. Questi felini, sopravvissuti misteriosamente al cataclisma, si nasconderanno in determinate zone della mappa e, se trovati, ci doneranno degli utili oggetti.

A livello grafico Cronos: The New Dawn si difende bene, ma è evidente come non ci siano dietro le risorse del remake di Silent Hill 2. Le atmosfere e la componente artistica sono sempre di alto livello, ma le texture e le animazioni, specie di alcuni mostri, non ci hanno mai lasciato a bocca aperta. Chiaramente ci troviamo di fronte a un progetto ambizioso, ma non troppo: una sorta di omaggio ai vecchi survival horror da parte di un team di grandi appassionati quale è d’altronde Bloober.

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