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Recensione

Atelier Ryza 3: Alchemist of the End & The Secret Key | Recensione – Un finale magico ma familiare

La terza avventura di Reisalin Stout è una lettera d'amore per i fan storici della saga, ma è anche una delle produzioni meno coraggiose di Gust: scopriamo Atelier Ryza 3 nella nostra recensione!

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a cura di Francesco Corica

Staff Writer

Informazioni sul prodotto

Immagine di Atelier Ryza 3: Alchemist of the End & The Secret Key
Atelier Ryza 3: Alchemist of the End & The Secret Key
  • Sviluppatore: Gust
  • Produttore: Koei Tecmo Games
  • Distributore: PLAION
  • Piattaforme: PC , PS4 , SWITCH , PS5
  • Data di uscita: 24 marzo 2023

Il primo capitolo di Atelier Ryza è stato il titolo che ha permesso alla magica serie di Gust e Koei Tecmo di attirare un maggior numero di persone, elevando il franchise da JRPG di nicchia a saga conosciuta anche al grande pubblico grazie a un combattimento più dinamico, meccaniche semplificate e un design semplicemente azzeccato per i protagonisti, soprattutto per l'adorabile eroina alchimista.

Atelier Ryza 3: Alchemist of the End & The Secret Key è stato ideato fin dal principio come la conclusione della trilogia iniziata nel 2019, con l'obiettivo non solo di dare alla protagonista e a tutti i suoi compagni un degno finale, ma anche per ringraziare i fan di aver partecipato a questo grande viaggio. E non è un caso che, come vi avevamo raccontato nel nostro provato, la formula di gioco sia rimasta pressoché invariata: a differenza dei capitoli che avevano segnato la rinascita, questo episodio è dedicato principalmente ai fan storici.

In vista del lancio ufficiale, che avverrà dal 24 marzo su PS5, PS4, Nintendo Switch e PC, abbiamo dunque affrontato l'avventura finale di Reisalin Stout che, nonostante la posta in gioco, è ancora una volta una storia quotidiana leggera che i giocatori di lunga data apprezzeranno per lo sviluppo dato ai personaggi più amati della saga. Anche se resta fino in fondo la sensazione che, probabilmente, sia mancato il coraggio di fare lo step decisivo per elevare ulteriormente il franchise di Atelier.

Tra alchimia e grandi amicizie

Sebbene l'inizio della storia renda particolarmente importante la missione di Ryza e dei suoi amici di sempre — scoprire il perché sia comparsa una misteriosa isola e impedire che possa succedere il peggio — noterete che la trama lascerà ben presto ampio spazio ai consueti momenti slice-of-life tipici della serie e che abbiamo ormai tutti imparato ad amare, mostrandoci anche come sono cambiati i personaggi nel corso degli anni.

E ci riferivamo proprio a questo aspetto, quando sottolineavamo che questo gioco è ideato principalmente per i fan storici: sebbene esista il consueto filmato che riassume tutti gli eventi dei capitoli precedenti, la storia di Atelier Ryza 3 darà comunque per scontato che gli utenti abbiano già giocato gli altri due capitoli della saga, risultando inevitabilmente di poca attrattiva per chi non conosce ogni singolo retroscena.

Un limite sicuramente di non poco conto per chi vorrebbe avvicinarsi alla saga con il terzo episodio, che inevitabilmente si scontra non solo con la gestione dei primi due Ryza, ma anche con le nuove formule rinnovate di gameplay.

Sebbene le meccaniche siano fondamentalmente rimaste identiche, al punto da rendere davvero difficile in certi frangenti riuscire a trovare le reali differenze, la sensazione finale è che Gust abbia provato ad evolvere la giocabilità per renderla ancora più immediata, rapida e soprattutto più ampia, ma senza stravolgere ciò che ha sempre funzionato.

In Atelier Ryza 3 (lo trovate su Amazon) potrete così esplorare diverse regioni, il che rende spesso necessario utilizzare un sistema di viaggio rapido incorporato fin dall'inizio sulla mappa e offre la sensazione di un mondo incredibilmente vasto – che, pur in un'avventura fondamentalmente lineare, offre agli utenti maggiori possibilità di variare sul percorso e di provare ad esplorare ogni singolo segreto.

Il titolo incoraggia infatti l'esplorazione e la scoperta dei punti di riferimento, che fungeranno da veri e propri checkpoint per il viaggio rapido: tutte le volte che vorremo tornare all'atelier, o semplicemente ritornare in una zona già esplorata, non dovremo fare altro che selezionare il landmark appropriato per tornare a esplorare in una manciata di secondi.

Tuttavia, ci è anche sembrata una meccanica implementata con qualche limite: non solo potrebbe non essere ovvia fin da subito perfino l'esistenza dei checkpoint, ma spesso sarà la stessa mappa di gioco a "ostacolarvi", a causa del posizionamento di una missione o di eventuali eventi importanti nelle loro vicinanze, costringendovi così spesso ad aprire una schermata che non vorreste, piuttosto che procedere ad avviare il viaggio rapido.

Non si tratta di un errore particolarmente grave e può essere bypassato con un paio di tentativi, ma l'abbiamo ritenuta un'ingenuità sorprendente e l'ennesimo segnale che, probabilmente, questo titolo non è stato pensato con i nuovi giocatori in mente — a differenza di quanto accaduto con le precedenti avventure di Reisalin Stout.

La fine di un viaggio

Come accennavamo in precedenza, le meccaniche di combattimento sono rimaste praticamente invariate rispetto al secondo capitolo, che d'altronde era già riuscito a perfezionare la formula al meglio: le battaglie sono ancora una volta spettacolari e permetteranno di scatenare lunghe combo di attacchi standard, speciali e perfino switch tra i diversi protagonisti con poche semplici pressioni di pulsanti, diventando conseguentemente sempre più intriganti con l'aumentare della difficoltà dei mostri da sconfiggere.

Una piccola varietà al sistema risulta però l'aggiunta delle misteriose chiavi, artefatti che Ryza potrà costruire nel corso del gioco direttamente ai luoghi di interesse o dopo aver indebolito abbastanza un nemico: si tratta di oggetti con un numero di utilizzo limitato che potrete sfruttare per cambiare il corso della battaglia con diversi effetti speciali.

Alcuni esempi sono infatti l'aumento delle statistiche o la possibilità di rendere i vostri oggetti — che avranno ancora una volta un numero di utilizzi infinito — ancora più efficaci: le fasi più avanzate del gioco vi vedranno dunque raccogliere numerose chiavi per avere a disposizione i migliori potenziamenti per gli scontri più impegnativi.

Tali chiavi potranno anche essere utilizzate per sbloccare determinati forzieri o aree aggiuntive della mappa — a patto che le possediate dell'elemento corretto — ma la feature assolutamente più interessante è il potenziamento della sintesi.

Il crafting è ancora una volta uno degli aspetti più riusciti della serie e che divorerà numerose ore della vostra vita, grazie a meccaniche ancora più semplificate e che intendono non interrompere mai il flusso dell'azione: grazie alle chiavi potrete inoltre aumentare la qualità degli oggetti finali o addirittura aggiungere elementi aggiuntivi, offrendovi anche altre opzioni per continuare la vostra formula alchemica e realizzare i materiali più pregiati.

Gust ha voluto indubbiamente giocare sul sicuro, puntando su tutti quegli aspetti che già funzionavano e migliorandoli dove possibile, come visibile soprattutto in un'esplorazione ancora più profonda e in meccaniche sempre più accessibili, che rendono la raccolta dei materiali un passatempo piacevole e che non interromperà mai il flusso dell'azione.

Allo stesso tempo, abbiamo però avuto la sensazione che gli sviluppatori si siano "accontentati" del minimo sforzo, senza così curare al meglio determinati aspetti che risultano meno riusciti: gli scontri possono infatti diventare ripetitivi molto in fretta, dato che nella maggior parte dei casi troverete sempre gli stessi nemici ma con colorazioni diverse.

Ad onor del vero, si tratta di un "difetto storico" della serie, ma riteniamo che in questo capitolo faccia ancora più rumore per via della grande espansione dei mondi, ai quali non sembra essere corrisposta la giusta varietà di creature che potrete incontrare.

Tutto ciò creerà inevitabilmente una sensazione di ripetitività per alcuni giocatori, soprattutto quando saranno impegnati nella consueta raccolta dei materiali e vi ritroverete a dover affrontare per errore la stessa identica creatura che avevate già affettato pochi istanti prima: il team ha provato a pensare anche a questo "rallentando" il tempo durante determinate azioni, ma si tratta di una soluzione non implementata in ogni singola operazione e che risulta poco efficace.

Più che una reale varietà dei nemici in sé — che comunque avremmo gradito — riteniamo che sarebbe bastata una maggiore attenzione per la gestione di determinate aree e del loro habitat, così da poter davvero incentivare l'esplorazione di tutto l'ampio mondo di gioco e non restituire continuamente la sensazione che tanto si è "già visto" tutto.

E considerando che stiamo parlando di un'avventura che dura circa 30 ore — ma che può perfino arrivare a 60 ore per i fan completisti — riteniamo che sia davvero un peccato che tale ingenuità rischi di scoraggiare alcuni utenti dal provare un'avventura che, in fondo, riesce a intrattenere con assoluta leggerezza tutti coloro non cerchino una narrazione particolarmente impegnativa.

Atelier Ryza 3 risponde insomma alle esigenze di tutti quei giocatori che hanno affrontato le prime due avventure di Reisalin Stout e sono curiosi di scoprire come si concluderà la storia, ottenendo però l'effetto controproducente di ampliare anche quelli che sono le macchie di una produzione che, per via dell'importanza di questo ciclo, avrebbe meritato una maggiore attenzione.

Ma, in fondo, agli appassionati storici interessa vedere lo sviluppo dei personaggi e affrontare qualche ora di spensierata leggerezza a suon di ricette alchemiche e divertenti siparietti, tutti aspetti che continuano a essere realizzati nel migliore dei modi.

E quindi, considerando il target a cui è rivolto il terzo capitolo, alla fine non può che andare benissimo anche così, con l'unica condizione di dover chiudere ogni tanto un occhio su determinati aspetti del gioco.

Versione recensita: PS5

Voto Recensione di Atelier Ryza 3: Alchemist of the End & The Secret Key - Recensione


7.3

Voto Finale

Il Verdetto di SpazioGames

Pro

  • Tante aree immense da esplorare

  • Le meccaniche di gioco sono ancora più dinamiche e accessibili

  • Le chiavi sono un'ottima idea per gli sconti e le sintesi

Contro

  • La storia potrebbe non attrarre i neofiti

  • Rischia seriamente di diventare ripetitivo dopo troppo poco

  • Pur essendo il capitolo finale, è poco coraggioso rispetto all'episodio precedente

Commento

Atelier Ryza 3: Alchemist of the End & The Secret Key vuole essere una lettera d'amore per i fan che hanno seguito il viaggio della giovane alchimista fino a questo momento, perfezionando tutti gli aspetti più riusciti della saga e realizzando un'altra adorabile storia slice-of-life. È stato però necessario qualche compromesso in termini di comprensibilità della storia per i neofiti e di potenziale ripetitività del tutto, che rischia di sopraggiungere molto più rapidamente dopo aver reso il gioco più ampio e rapido. Il terzo capitolo di Atelier Ryza resta comunque una gradevole avventura per salutare Reisalin Stout e tutti i suoi amici, in attesa di scoprire quale sarà il futuro del franchise.
***

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