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Recensione

Wooden Sen'sey

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Avatar di Gegarg

a cura di Gegarg

Pubblicato il 03/09/2014 alle 00:00
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Il Verdetto di SpazioGames

5

Wooden Sen’sey è l’opera prima del team Upper Byte e ricade ufficialmente nella categoria dei platform a scorrimento, che gli utenti della console Nintendo probabilmente conoscono e apprezzano, ma ufficiosamente fa parte della categoria di giochi “vorrei ma non posso”. Vorrebbe essere un platform esplorativo alla Metroid, ma non ha gli elementi sufficienti, vorrebbe inserire un sistema di combattimento, ma senza combo, vorrebbe essere un gioco difficile, ma è solo crudele.
La trama è presto detta, il cattivo di turno ruba al protagonista, il maestro Goro, tutte le sue borracce piene d’alcool. L’obiettivo dell’eroe, quindi del giocatore, è farsi largo tra i nemici, recuperare più borracce possibili e punire il malvagio avversario.
Ispirazioni e aspirazioni
Il gioco parte da idee originali, purtroppo realizzate male o rimaste incompiute, a partire dalla grafica: il maestro è un omino di legno che tanto ricorda nel design le matrioske di Stacking, il gioco Double Fine, e risulta abbastanza interessante al contrario del design dei nemici, una continua variazione del design di base, che è un blob nero con degli occhi, talvolta diventa un blob gigante con delle piccole braccia, talvolta un blob arciere, o ancora samurai o lanciere. Tra l’altro le animazioni di alcuni nemici traggono in inganno, non si capisce se si stiano muovendo o attaccando e ci si trova talora ad essere feriti da un nemico senza aver visto come. 
Il design dei livelli rende omaggio ad altre produzioni più note, un esempio su tutti il livello ambientato al tramonto e giocato in ombra che ricorda Donkey Kong Country Returns, e i livelli risultano abbastanza lunghi, ai giocatori è richiesto l’impiego di molte energie per essere portarli a termine. Il problema dei livelli del gioco però è duplice: stilistico e di design. Se alcuni livelli (quelli più piacevoli da guardare), hanno uno sfondo stilizzato e ricco di colori in lontananza, quando l’azione transita in spazi angusti e pieni di trappole ed elementi semoventi c’è un po’ di confusione nel capire se questi si muovono sullo sfondo oppure siano in primo piano, pronti ad intralciare o uccidere Goro. Per trovare tutte le borracce all’interno di un livello è richiesta una certa dose di esplorazione: in alcuni livelli è molto limitata e spesso il protagonista non si può muovere, a causa di muri invisibili, in parti che sarebbero facilmente raggiungibili, in altri invece l’esplorazione è libera ma quasi sempre non viene ricompensata, ad attendere il giocatore ci sono vicoli ciechi o la morte, ed è molto difficile tornare sul percorso principale. Molti livelli sembrano in alcuni punti lasciati a metà, come se alcune aree fossero state tagliate durante lo sviluppo del gioco.
Inoltre sembra che il gioco incoraggi il giocatore a provare e morire, quasi sempre dopo un checkpoint c’è una vita e in alcuni i livelli sono così difficili che è difficile riuscire al primo colpo, molto simile alla stregua dei giochi indie moderni, come già succede, ad esempio, in Hotline Miami, in cui il giocatore è invitato a sperimentare e morire, ma in Wooden Sen’sey non esiste un respawn rapido ma una bella schermata di caricamento.
Fare a legnate
Ma questo è solo l’inizio: passiamo al gameplay. Il gioco si articola, come detto in apertura, in una componente platform e una di combattimento. Una volta impugnata l’arma, una catena che termina con due lame a mezzaluna, il nostro ebbro maestro potrà usarla in ben tre modi differenti. Il primo e più ovvio come arma propria, premendo il tasto d’attacco si possono scagliare dei colpi orizzontali in sequenza. I colpi sono così a corto raggio che se il nemico non è a un millimetro di distanza l’attacco non va a segno, inoltre non sono previste combo o variazioni rispetto all’attacco frontale standard, con la ovvia conseguenza che il combattimento frontale risulta prevedibile, noioso e per nulla vantaggioso perché la seconda funzione dell’arma è molto più utile negli scontri. Dopo aver spiccato un salto, la catena può essere scagliata verso il basso con la duplice funzione di colpire i nemici sottostanti e di dare al personaggio una ulteriore spinta verso l’alto. Alcuni nemici sono dotati di cappelli acuminati e basta un colpo per far volare via il cappello e posizionarsi comodamente sulla loro testa. Non avendo neanche attacchi verticali, bastano un paio di slanci scagliati direttamente da sopra la testa del nemico per averne ragione. Per andare avanti nel gioco è necessario padroneggiare questa tecnica, che chiameremo “pogo” in onore di Duck Tales, il primo gioco ad averla usarla. Altro limite è che non si può usare lo slancio per due volte di seguito, bisogna prima atterrare. Si vede che il “Wooden” del titolo non si riferisce solo la materiale di cui è fatto l’eroe ma anche alla sua agilità. Terza finalità dell’arma è fare da rampino, la catena viene scagliata a caso verso l’alto per far aggrappare e dondolare il piccolo maestro matrioska, nel si trovi sotto una superfice di legno, oppure per uccidere i nemici volanti. Ho detto che la catena viene scagliata a caso per un motivo, se il personaggio è fermo la catena verrà scagliata dritta sulla sua testa, ma se è in movimento il lancio sarà più inclinato quanto più il personaggio è in movimento, quando ci si sposta sotto un nemico per colpirlo dal basso, se il personaggio non è esattamente immobile, ci troveremo a lanciare il rampino a destra e a sinistra più volte prima di centrare il bersaglio. Magari un po’ meno di alcool avrebbe aiutato sia il maestro Goro che gli sviluppatori. 
Per completare il quadro degli attacchi ci sono anche delle armi collezionabili: le bombe e gli shuriken. Le prime sono disponibili in quantità limitate, utili per sfondare alcune barricate durante il percorso, gli altri sono utili per attacchi frontali un po’ più distanti di quelli standard, visto che le stellette ninja dopo una breve traiettoria proseguono parabolicamente verso terra.
OSU!
A peggiorare il tutto sono i comandi che, per la spinta verso l’alto e il rampino, sono associati al giroscopio. Convinti a utilizzare a fondo il gamepad del Wii U il team di sviluppo ha ben pensato di implementare uno scossone verso il basso per lanciare la catena in basso e, invece, dopo aver lanciato il rampino, per fare oscillare il personaggio sempre più velocemente bisogna inclinare il pad a destra e sinistra, tenendolo quanto più possibile perpendicolare al terreno. Quando si gioca su una TV, la situazione è accettabile, e alcuni giocatori vedranno migliorare la tonicità dei loro bicipiti, ma gli sviluppatori hanno inserito anche la modalità off screen con la doppia possibilità di giocare il titolo sullo schermo del gamepad e contemporaneamente di essere colti da un leggero senso di nausea, per arrivare alla labirintite in livelli particolarmente impegnativi.
C’è da aggiungere tra le note positive che il reparto sonoro si salva: le musiche sono azzeccate e danno quel sapore nipponico che il titolo vuole richiamare ed anche il maestro Goro blatera allegramente frasi in una simil-giapponese. Wooden Sen’sey è uno dei pochi giochi per Wii U ad avere dei traguardi sbloccabili in stile Obbiettivi/Trofei. Sono stati inseriti anche dei tempi limite per confrontarsi con le speed run contro i tempi del team di sviluppo e sono presenti dei brevi livelli aggiuntivi, in questi ultimi si possono comparare i tempi con gli amici e ci sono anche le classifiche mondiali.
In ultima analisi, ma non meno importante, c’è il fattore costo. Il titolo schiva i platform prodotti da Nintendo, posizionandosi su una fascia di prezzo decisamente inferiore: il titolo costa solo 10€, quindi ovviamente non si può pensare che sia alla stregua di titoli pacchettizzati blasonati. Ma sull’e-shop di Nintendo nella sezione platform si trovano assieme a questo titolo Mighty Switch Force, Stick it to the Man, Another World 20th Anniversary e Pullblox World (per fare degli esempi) che hanno un prezzo uguale, se non inferiore, e con pochi euro in più si accede a Child of Light, Duck Tales Remastered e Guacamelee, giochi di una caratura superiore rispetto alla produzione Neko Entertainment.

– Idea interessante

– Stile grafico piacevole

– Sfrutta il giroscopio del gamepad del Wii U

– …realizzata male

– Animazioni dei nemici poco efficaci e la grafica risulta confusa al chiuso

– … nel modo peggiore possible

– Gameplay piatto e senza innovazioni

5.0

Wooden Sen’sey sembra un gioco che aspirava a molto di più ma è stato ridotto ad un compitino. Sviluppato senza infamia o lode, il titolo è rimasto bloccato in un limbo in cui gli sviluppatori non sono riusciti a orientarsi per dare una direzione netta al prodotto, che risulta una somma di vari elementi in cui nessuno spicca sugli altri, rimanendo nella mediocrità. Wooden Sen’sey sarebbe anche apprezzabile nonostante i difetti, ma a riportare sotto la soglia della sufficienza il titolo è il costo, visto che il gioco si scontra sull’e-shop del Wii U con titoli di una certa caratura decisamente superiore che hanno lo stesso prezzo. Il confronto vede Wooden Sen’sey in netto svantaggio.

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