Recensione

The Strain 4x05, recensione del quinto episodio

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a cura di Antron93

Dopo quattro episodi discreti, The Strain accelera con questa quinta puntata. Pathos e azione dominano la scena, accendendo la volata verso la fine della stagione e della serie.

Tutti insieme
Puntata all’insegna dei colpi di scena. Eph è alla ricerca di New Horizons, la soluzione finale architettata dal Maestro, mentre Dutch deve fare i conti con la rilevazione shockante dell’episodio precedente. Allo stesso tempo, Eichorst è alla ricerca di Setrakian e realizza che l’unica persona che può essere a conoscenza della sua posizione è la stessa Dutch. Fett e Quinlan, invece, sono sempre intenzionati ad impossessarsi di un nocciolo necessario ad attivare la testata nucleare necessaria a distruggere definitivamente il Maestro.
Vorrei ma non posso
Così potremmo riassumere questa quarta stagione: vorrei ma non posso. Le esigenze televisive hanno avuto la meglio sulle esigenze narrative. The Strain è sempre stata la serie del concept interessante e della realizzazione stentata. I libri di Del Toro hanno sempre avuto un ritmo più alto, più intrigante, mentre la serie TV omonima ha alternato momenti di stanca a momenti più interessanti.
Se le prime quattro puntate hanno fatto storcere il naso ai più, questo quinto episodio è riuscito a riportare in carreggiata la serie. Lo spazio dedicato ai personaggi è stato dosato col contagocce, quasi centellinato, eppure tutte le storie sono andate avanti senza alcun problema. Fet, Dutch, Quinlan, Eph, Setrakian tutti insieme nella stessa puntata, contrariamente agli altri episodi in cui si dedicava spazio solo ad alcuni personaggi. Ed è stato proprio questo a non funzionare fino ad oggi. The Strain è sempre stato una storia corale, in cui tutti i personaggi volevano e dovevano raccontare qualcosa. Certo, anche in questi primi quattro episodi, ci hanno raccontato qualcosa, ma troppo lentamente. Da un’ultima stagione ci si aspetta sempre quello sforzo in più, quel quid. Un quid che, fortunatamente, pare sia stato ritrovato in questo Belly of The Beast. Mai titolo fu più azzeccato perché, in un modo o nell’altro, ormai tutti sono nel ventre della bestia. Dutch e Setrakian sono prigionieri, Eph capisce come gli uomini siano, ormai, in balia del Maestro, e Quinlan e Fet sono rimasti gli unici a lottare, quasi stremati da una guerra avara di vittorie.
Ancora una volta, la serie prende spunto a piene mani dalla dittatura nazista degli anni ’30. Le misure adottate dal Maestro sono uguali a quelle di Hitler: le razze “inferiori” non sono altro che bestiame mentre quelle superiori sono le vere padrone del mondo. La soluzione New Horizons altro non è che un campo di concentramento in cui gli umani non hanno altro scopo tranne quello di creare sangue utile a nutrire gli strigoi. Dio ha abbandonato l’uomo e lo stesso Eichorst non fa altro che ripeterlo al professor Setrakian, peccando così di arroganza e prestando il fianco alla vendetta di Dutch.
Le storie proseguono e finalmente azione e pathos vanno a braccetto, vedasi Fet e Quinlan vs Strigoi. Inoltre, questa puntata trae beneficio e curiosità dal flashback di Quinlan che, sicuramente, avrà un seguito: la relazione tra Maestro e Quinlan è più stretta e intricata di quanto non abbiamo visto finora e la storia ambientata a Londra sarà di fondamentale importanza.

Ottima costruzione dei personaggi

Azione e dialoghi ben bilanciati

Pochi tempi morti

Gus non pervenuto, introdotto in una sola puntata e di nuovo abbandonato

8

The Belly of The beast è indubbiamente l’episodio migliore di questa quarta stagione. Bilancia perfettamente pathos, azione e dialoghi dedicando il giusto spazio a tutti i protagonisti. Fortunatamente, Zack è stato tralasciato e trascurato in modo da concentrarsi sui protagonisti più amati. Il ritorno di Setrakian non potrà che giovare alle ultime cinque puntate della serie, vista anche la conclusione ormai vicina. La speranza è che il gruppo si ricompatti presto, così da riuscire ad offrire cinque puntate solide e senza questi cambi repentini e la microframmentazione degli eventi.

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8