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Recensione

Tales of the Abyss

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Avatar di Slice

a cura di Slice

Pubblicato il 08/12/2011 alle 00:00
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Il Verdetto di SpazioGames

7.8

Dopo un periodo fin troppo calmo di uscite, Nintendo 3DS sta finalmente iniziando a macinare titoli su titoli, non solamente sviluppati da team interni ma anche da publisher terze parti. Queste si stanno avvicinando al mondo del portatile 3D e, finalmente, iniziano a rimpolpare la line up con titoli interessanti. Tra i diversi generi, quello in cui si sente un certo vuoto è sicuramente rappresentato dal settore RPG. Fortunatamente Namco-Bandai è corsa ai ripari facendo finalmente approdare sul suolo europeo un altro attesissimo titolo di questo inverno: Tales of the Abyss. 

JRPG che passione! Per chi non ne fosse a conoscenza, la serie Tales of è, nella terra del Sol Levante, uno dei Brand più famosi e conosciuti che, pur non raggiungendo cifre da capogiro come la serie di Final Fantasy o di Dragon Quest,  riesce comunque ad avere la sua ben nutrita fetta di fan. L’episodio in questione altro non è che il porting del gioco uscito su PS2 tempo addietro, ma non mancano, ad ogni modo, degli elementi nuovi che arricchiscono e ne migliorano l’esperienza. La storia ci vede vestire i panni di Luke Von Fabre, un ragazzino di 17 anni altolocato e di sangue blu. All’età di dieci anni il ragazzo viene rapito e, dopo essere stato ritrovato, rimane parzialmente privo di memoria e con strane voci che saltuariamente si fanno sentire nella sua mente. Per evitare altri rischi i genitori di Luke manderanno il ragazzo nella residenza estiva, per addestrarlo all’arma bianca, dandogli la possibilità di tornare solamente quando avrà raggiunto la maggiore età. Questo è ovviamente solo un accenno alla trama dato che, come da tradizione del genere, il titolo offre un buon quantitativo di ore di gioco utili a dipanare la storia e ricche di colpi di scena che evitiamo di svelarvi per non rovinarvi l’effetto sorpresa. L’unica cosa su cui ci soffermiamo riguarda una certa lentezza nello svolgersi dell’avventura proprio nelle prime battute di gioco, cosa questa che giustamente potrebbe sconsolare l’appassionato. Tuttavia, superata la fase iniziale, entreranno in gioco argomenti come omicidi e guerre imminenti che riporteranno su livelli più che buoni il plot narrativo.Uno degli assi nella manica di cui il titolo gode è sicuramente la caratterizzazione sia del personaggio principale che di tutti i comprimari, cosa fondamentale in un titolo come questo. Non faticherete a prendere a cuore la questione di Luke e della sua terra e, nonostante lo scoglio iniziale, proprio grazie a questa caratterizzazione sarete trasportati con passione e curiosità a proseguire nella vicenda. Inoltre, le ricche e abbondanti cut scene in stile Anime, oltre ad essere di pregevole fattura e ben adattate allo schermo della console, serviranno anche per approfondire meglio alcuni aspetti.

Un gameplay sostanzioso Passando al comparto della giocabilità il titolo offre il sistema già collaudato della serie, che vede un piano tridimensionale nel quale poter far muovere i nostri personaggi. In generale, il movimento si svilupperà su una linea immaginaria orizzontale ma, premendo il tasto R, si accederà ad una sorta di spostamento libero, che apporta, in maniera abbastanza netta, una buona dose di strategia agli scontri. Potremo portare in battaglia ben quattro personaggi del party – in totale sarà possibile reclutarne sette – ma, come da tradizione della serie, se ne utilizzerà solamente uno, con i restanti tre lasciati alla gestione della CPU. La mappatura dei comandi, prevede che il tasto A sia adibito all’attacco base mentre su B potremo mappare i diversi attacchi speciali. Come al solito, ad arricchire di variabili gli scontri, ci saranno oggetti e modalità particolari come le artes e il FOF ( field of fonons). Le prime sono delle mosse speciali, totalmente editabili che, una volta mischiate agli attacchi base, creano combo potenzialmente devastanti aggiungendo, di fatto, una nuova dimensione ai diversi attacchi. Con la crescita del personaggio, aumenteranno di conseguenza anche queste abilità che saranno modificabili per ogni membro del nostro party. Inoltre, la presenza di abilità passive aggiunge ulteriore dinamismo e strategia ai già buonissimi combattimenti. I FOF sono invece dei fenomeni casuali che si verificheranno sul campo di battaglia. Durante uno scontro si creeranno aree particolari associate ad un altrettanto particolare elemento. Se riusciremo a lanciare una magia o un abilità correlata a quel determinato elemento all’interno di quest’area, la mossa risulterà estremamente devastante e molto più potente rispetto alla sua versione base. Per il restante ambito di gioco, il titolo si avvale dell’ormai collaudata struttura che alterna città o luoghi di esplorazione a dungeon che il più delle volte culminano con boss fight. A corollario di questa impostazione bisogna però sottolineare come gli sviluppatori si siano impegnati ad inserire moltissimi oggetti collezionabili, costumi alternativi e le immancabili side quest. Inoltre è presente un New game plus che invoglierà il giocatore a riprendere in mano l’avventura una volta terminata. 

Un 3D invasivo Passando al lato tecnico, abbiamo già avuto modo di elogiare in più riprese l’ottima fattura dei filmati che costellano l’esperienza di gioco. Anche la grafica in game non presta il fianco a particolari critiche per via di una fattura più che discreta sia per quanto riguarda i modelli poligonali dei diversi personaggi, sia per la realizzazione degli ambienti di gioco. In generale possiamo tranquillamente affermare che da un punto di vista grafico, il titolo è più che solido, unica pecca è un effetto 3D piuttosto invasivo che in alcuni momenti sembra un corpo totalmente estraneo al gioco. Complice anche una palette dei colori molto satura e slavata, in determinate inquadrature l’immagine risulta addirittura faticosa da fissare, spingendo il giocatore ad abbassare lo slide della visuale stereoscopica. Fortunatamente questa sensazione si percepisce solo saltuariamente durante l’esperienza di gioco e, nella maggior parte delle situazioni, avremo un discreta profondità di campo che aggiunge quel pizzico di valore in più alle ambientazioni. Le note dolenti arrivano invece dal comparto audio, che soffre in maniera incredibile della mancata localizzazione dei dialoghi. Data l’imponente importanza della trama e le innumerevoli strisce di dialogo, neanche troppo semplici, di cui è cosparso il gioco, ci rendiamo conto di come, per un buon numero di giocatori, questo possa rivelarsi un grosso limite. Inoltre, abbiamo notato come ci sia saltuariamente qualche problema di sincronizzazione labiale e soprattuto della scelta di escludere totalmente i salvifici sottotitoli durante i filmati. Questi sono elementi che non fanno che aumentare la difficoltà nel seguire la storia del gioco per chi l’inglese proprio non lo mastica o lo conosce in maniera elementare. Davvero un peccato. Niente da dire invece per quel che riguarda la colonna sonora, con temi ben orchestrati e che ben si modella sulle scene che si vedono a schermo. In definitiva ci troviamo davanti ad un ottimo titolo che offre qualche novità in termini di contenuti rispetto all’esperienza originale. Purtroppo però la mancata localizzazione in lingua italiana e un 3D che a volte è più fastidioso che utile, penalizzano la votazione finale. Tuttavia, se siete fan del gioco di ruolo giapponese e della serie e, soprattutto, non avete problemi con l’inglese un po’ più forbito, Tales of the Abyss è un titolo che va assolutamente giocato. 

– Storia complessa e personaggi carismatici

– Tantissimi contenuti e missioni aggiuntive divertenti

– E’ la prima volta che questo capitolo arriva in Europa

– Totalmente in inglese

– 3D troppo invasivo

– Molto lineare

– Alcune ambientazioni poco curate

7.8

Tales of the Abyss è un ottimo titolo che si avvale di un porting più che discreto e con qualche novità in termini di contenuti che potrebbe giustificarne l’acquisto. Bisogna inoltre calcolare che è la prima volta che questo capitolo tocca il suolo europeo. L’effetto tridimensionale, a volte fastidioso, e sopratutto la mancata localizzazione, potrebbero inficiare in maniera abbastanza importante nella scelta del consumatore sull’acquisto o meno del titolo, che rimane ad ogni modo imprescindibile per qualsiasi amante dei JRPG.

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