Recensione

Silent Hill 2

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a cura di Massimo

A dispetto del titolo, Silent Hill 2 non è un vero e proprio seguito del primo capitolo uscito anni fa sulla PSX. A parte infatti il paesino in cui è ambientata la storia, tutto, dai protagonisti ai nemici, sono diversi dal precedente gioco. Il nostro nuovo eroe virtuale si chiama James Sunderland, un uomo sconvolto dalla prematura scomparsa della moglie avvenuta anni addietro. Una mattina come tante, James trova davanti alla porta di casa, una misteriosa lettera, spedita qualche giorno prima da una località misteriosa (nella busta non è indicato il luogo di partenza della missiva), e firmata incredibilmente dalla sua defunta moglie! Agghiacciante, vero? Dopo un comprensibile attimo di smarrimento, il signor Sunderland legge la lettera in cui la presunta consorte lo invita a raggiungerlo nella cittadina di Silent Hill. L’uomo, scioccato ma anche incuriosito, prende l’auto e parte per la “ridente” cittadina deciso a scoprire il perchè di questa assurda quanto crudele lettera, inconsapevole di stare per entrare in un terribile, angosciante incubo. Ora vi chiederete, può un viaggio simile, iniziato con una lettera dall’aldilà regalare al protagonista qualche attimo di serenità? No, direte. Sarebbe come prendere la tangenziale nell’ora di punta e trovarla libera con il traffico scorrevole! Un sogno. Ed infatti lo sarebbe anche il nostro viaggio a SH, ma non lo è, semmai potrebbe essere, “è”, un incubo. Come potete intuire la nostra avventura, così come il precedente titolo e il più recente Alone in the dark 4 della Infogrames, è principalmente basata sulla risoluzione degli enigmi e sulle atmosfere tetre e angoscianti tipiche della serie e dei racconti di H.P.Lovercraft, noto romanziere di Providence le cui storie, a cui evidentemente si sono ispirati i creatori del gioco, vi invito a leggere. Nei suoi racconti infatti, tutto l’orrore, la tensione, si cela dietro al “non-visibile”, ad entità presenti ma impalpabili. Esseri primordiali o di altre dimensioni, a volte invisibili all’occhio umano,ma percettibili a livello uditivo, sensoriale. Ed è proprio ciò che troverete in SH”: la paura dell’invisibile, di ciò che c’è ma non c’è. Il tutto condito da tetri incontri con altri personaggi molto ambigui, come la bambina che vedete nelle foto, e dai soliti combattimenti con mostri che vi sbarreranno la strada. Ma non aspettatevi scontri alla Resident Evil, con massicce, spettacolari dosi di blastaggi e zombi: si tratterà perlopiù di “combattimenti” atti a liberarvi il passo dai fastidiosi esseri demoniaci che occupano determinate aree. Il sistema di controllo non sembra differire dal precedente episodio, ma questo non risulta un difetto. James può camminare, correre, impugnare ed usare armi, aprire porte, può anche saltare, ma solo come una persona normale (vero Lara?). In qualsiasi momento del gioco potrete accedere al menu del personaggio per gestire gli oggetti e verificare il suo status. Le locazioni che si esplorano sono tutte molto buie ed anguste, davvero ben fatte, sia graficamente che “concettualmente”, in quanto danno davvero quella sensazione claustrofobica di ambiente chiuso, di situazione disperata, senza via di scampo che mette addosso tanta tensione, che poi è ciò che si sono prefissati i programmatori per farci “divertire”(!).Anche in SH2 troveremo bagni pubblici con le pareti sporche di sangue oppure i corridoi stretti e bui dove si sentono passi e strani rumori che vi faranno balzare sulla sedia dalla paura. Il tutto è perfettamente costruito per rendere l’esperienza videoludica ancora più paurosa di come non fosse già. Come avrete intuito, anche in questo caso l’impostazione del gioco non è alla Resident Evil. Le forti emozioni che si provano non sono causate dallo zombi che esce improvvisamente da dietro un angolo di corridoio, o da una creatura che salta fuori da una vetrata, bensì da un orrore più sottile, più intimo, frutto di emozioni provocate dalla nostra atavica paura del buio, dei luoghi infestati, dai rumori appena percettibili ma terribili da ascoltare in determinati luoghi tetri. Qui l’impatto psicologico permane per tutta la durata dell’avventura per poi raggiungere l’apice in alcuni momenti in cui si mette a dura prova la resistenza cardiaca e mentale di chi vive quest’esperienza. La PS2, gli effetti in grado di realizzare, l’alto numero di poligoni usati, fa tutto il resto. Le animazioni si muovono ad esempio a 60 fps costanti, almeno in certe situazioni, dando ai personaggi un realismo semplicemente eccezionale. Ma il massimo secondo me lo si raggiunge con le creature. Non essendo “umane”, non è stato possibile utilizzare la tecnica di motion-capture per i movimenti, dunque i programmatori hanno potuto sbizzarrirsi nella creazione delle movenze dei nemici, ognuno dei quali dotato di movimenti assolutamente innaturali ed animalesche, anche se di alcuni si ignorano perfino a quali animali possano appartenere. Le texture che rivestono le superfici del gioco (personaggi, fondali, etc.) sono ottime, in alta risoluzione, con colori cupi e realistici, e una cura del dettaglio notevole, basti notare la cittadina, molto ben curata anche nei minimi particolari come gli alberi e le cassette della posta, le cuccie dei cani o i manifesti sui muri. L’odiosa, statica nebbiolina presente nel primo episodio, che allora servì più a coprire il fastidioso pop-up di cui era afflitta la vecchia console Sony (anche la PS2 però ogni tanto ne soffre…) che per creare l’atmosfera voluta, è stata “sostituita” da un effetto fogging non più statico, ma dinamico, cioè la nebbia si muove proprio a seconda di ciò che succede sullo schermo, contribuendo a rendere superiore l’impatto visivo del gioco, e la cosa bella a mio parere è che questo dà una maggiore sensazione di “vero” e immedesimazione da parte del giocatore. Provate a passarci attraverso e vi accorgerete di come appaia assolutamente credibile il movimento di essa sulle superfici! Buona infine è la realizzazione tecnica dei personaggi, realizzati con moltissimi (ma davvero tanti!) poligoni, dei quali è persino possibile scorgere le espressioni facciali! Insomma, Silent Hill 2 è un autentico TITOLONE da acquistare a tutti i costi. Se consideriamo che, quasi in contemporanea a questo gioco, dovreste trovare nei negozi anche capolavori del calibro di Pro Evolution Soccer e Devil May Cry, forse gli utenti PS2 si renderanno conto che finalmente qualcosa, sulla loro console, è cambiato.

Grafica e atmosfere da urlo. Buona trama, ricca di colpi di scena. Paura e giocabilità garantite.

Fa troppa paura!

Purtroppo ci sono problemi di pop-up quando ci sono troppi elementi su schermo.

8.5

C’è poco da dire. Compratelo e basta! Da solo vale l’acquisto di una console. Benvenuti all’inferno. Benvenuti a Silent Hill.

Voto Recensione di Silent Hill 2 - Recensione


8.5