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Recensione

Retention

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Avatar di Francesco Ursino

a cura di Francesco Ursino

Pubblicato il 31/12/2011 alle 00:00
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Il Verdetto di SpazioGames

6

La scena indie è sempre capace di stupire con giochi raffinati ed estremamente profondi: non fa eccezione questo Retention, titolo creato da Sometimes You, sviluppatore che si cela dietro l’opera di due ragazzi russi, Evgeniy Kolpakov e Alina Ovchinnikova. Il titolo in questione, infatti, si è dimostrato essere un prodotto atipico, difficile da inquadrare e, sebbene non rappresenti una vera e propria sfida videoludica, mostra elementi di sicuro interesse. Vediamo perché

Cosa succede in 10 minuti e 30 secondi?Un uomo corre per un campo con la sua bicicletta; il gioco ci dice che si tratta di una persona impegnata, sempre concentrata sul presente, troppo presa per pensare a tutto ciò che lo circonda. Ventiquattro ore, per lui, sono troppo poche. Durante il suo viaggio in bicicletta, però, succede un fatto assai banale: cade, si infortuna, rimane dolorante sul posto.Mentre giace al suolo, in stato semi confusionale e vittima di un’amnesia, la sua mente viaggia finalmente nel passato alla riscoperta di chi fosse un tempo, nella speranza di recuperare i suoi ricordi.Compito del giocatore, dunque, è compiere un viaggio nella memoria del protagonista, al fine di fargli riconquistare i ricordi.Retention è, secondo stessa ammissione dei due sviluppatori, un game photo album game, nel senso che per riuscire nell’impresa si dovrà scorrere una serie di circa ottantacinque istantanee; al fine di riconquistare la memoria, però, si dovranno selezionare particolari immagini, visto che il titolo obbliga il giocatore a scegliere di volta in volta tra tre alternative. Per fare un esempio, la prima istantanea dovrà essere scelta selezionando quella che tra la foto di un gatto, di un lago o di una macchina sembra la più adatta a far tornare la memoria al protagonista. Non esistono vere e proprie risposte giuste o sbagliate, anche perché alla fine delle ottantacinque istantanee il gioco proporrà uno degli otto finali disponibili (i quali si dividono sostanzialmente in quattro finali per cosi dire “buoni” e quattro “cattivi”). Vero è però che il gioco si mostra assai poco generoso in fatto di istruzioni e spiegazioni: in effetti, verranno date al giocatore solo le indicazioni per muoversi tra i vari frame, mentre non verrà detto nulla sulla psicologia del protagonista, sulle sue esperienze passate o altri elementi utili alla comprensione della logica che si cela dietro alle foto (tanto è vero che, spesso e volentieri, questa sembra essere completamente assente). Il titolo può essere completato in pochi minuti ma, per rendere più realistico il tutto, gli sviluppatori hanno pensato di creare una modalità che obblighi il gioco a durare dieci minuti e trenta secondi, ovvero il tempo (evidentemente indicativo) di 630 pulsazioni cardiache; è giusto dire però che una volta selezionata questa modalità il titolo non indicherà in modo tangibile lo scorrere del tempo, visto che sarà possibile udire di tanto in tanto alcuni battiti, ma senza che questi vengano indicati o segnalati da un qualche contatore.

Non proprio un giocoAnticipando le conclusioni finali, è giusto constatare come Retention non sia un vero e proprio videogioco: in effetti, l’intento degli sviluppatori sembra essere stato più quello di proporre un’esperienza, uno spunto di riflessione personale.Questo perché il prodotto spinge (se in teoria o in pratica dipende dal grado di coinvolgimento del giocatore) a riflettere su temi di una certa importanza; rimuginare, in sostanza, sul proprio passato, per capire attraverso quali tappe siamo arrivati a diventare ciò che siamo oggi.Non sembra si possa parlare di divertimento fine a se stesso, anche perché, difatti, lo scorrere varie slide selezionando le foto ritenute più interessanti, non viene di norma percepita come un’attività molto attrattiva: giocato però con la giusta atmosfera, la giusta predisposizione d’animo, è possibile affermare che Retention possa regalare qualche momento di introspezione personale.Tornando all’analisi del gameplay, il prodotto si basa sull’utilizzo di mouse e tastiera, senza segnalare alcun problema di sorta. Più interessante parlare invece dell’aspetto tecnico del titolo: la qualità delle foto è più che buona, e nei crediti finali è possibile anche constatare i modelli delle diverse macchine fotografiche utilizzate.Il comparto audio ha beneficiato della realizzazione di una colonna sonora dedicata: l’accompagnamento si basa su un’unica traccia della durata di circa dieci minuti, ed ha il merito di ricreare un’atmosfera al limite tra il trasognato e il disturbante.Per ultimo, un accenno al prezzo: Retention è disponibile su differenti piattaforme di digital delivery specializzate in giochi indie, a partire da circa € 0,89 centesimi

HARDWARE

Processore: 600 MHz o superioreMemoria RAM: almeno 128 MBScheda grafica GeForce 2 o superiore

– Atmosfera interessante

– Propone spunti per riflessioni personali

– Non un vero videogioco

– Livello di sfida assente

6.0

Risulta assai difficile valutare un prodotto come Retention, visto e considerato che il titolo dei Sometimes You può essere definito un videogioco solo operando una certa forzatura.

Dal punto di vista videoludico, infatti, il titolo offre ben poco, e difficilmente riuscirebbe a suscitare l’interesse anche dei giocatori meno esigenti, visto soprattutto il basso livello di sfida (praticamente assente) e la durata assai modesta. Dal punto di vista artistico, però, il prodotto raggiunge alti livelli di coinvolgimento, proponendo spunti per riflessioni personali anche molto profonde.

Il voto finale, di conseguenza, tiene conto di questa doppia natura del gioco, ma al di là di questo il titolo risulta consigliato a chi cerca un’esperienza fuori dai classici canoni videoludici: per soli 89 centesimi, si potrebbe tutto sommato rimanere soddisfatti.

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