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Recensione

Pro Evolution Soccer 2012

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Avatar di Gianluca Arena

a cura di Gianluca Arena

Editor

Pubblicato il 01/12/2011 alle 00:00
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Il Verdetto di SpazioGames

7

Konami, incurante dell’imminente lancio di PS Vita, propone ancora su PlaystationPortable il suo franchise delfino, unica, coraggiosa software house a sfidare Electronic Arts sul suo campo. Le ultime due versioni di Pro Evolution Soccer hanno suscitato reazioni contrastanti, facendo segnare vendite comunque discrete, a tratti anche migliori del rivale FIFA.Varrà la pena scendere un’ultima volta in campo su PSP?

Macchina del tempoKonami presenta i medesimi contenuti delle versioni precedenti, a partire dalle modalità di gioco. Ben vengano la Copa Libertadores, licenza per palati fini e graditissima agli amanti del calcio sudamericano, e una Master League ogni anno più difficile ma, come di consueto, la Premier League manca delle importanti licenze. L’ormai tradizionale gameplay fa della rapidità di esecuzione e dell’insistenza del pressing due dei suoi cardini, favorendo il gioco di squadra (difficilmente i solisti cambieranno le partite) e uno sfruttamento adeguato delle fasce laterali.I tasti frontali sono adibiti al passaggio orizzontale (tasto X), al lancio lungo (tasto cerchio), al tiro (tasto quadrato), al passaggio filtrante (tasto triangolo). Semplice, ma la sapiente combinazione dei pulsanti permette giocate di buon livello e trame gradevoli soprattutto ai livelli di difficoltà più bassi, complice uno stile marcatamente arcade, lontano dalle smanie simulative viste su console da salotto e forse più adatto alla fruizione portatile.Purtroppo i problemi del database si ripetono anche quest’anno. Anche solo soffermandosi sulla Serie A sarà facile notare diverse mancanze, da Cassani al Palermo a Ziegler ancora in bianconero, senza contare una grande quantità di trasferimenti minori totalmente ignorati.I fan più sfegatati obietteranno che il comodo editor permette di risolvere il problema in un solo pomeriggio di certosini cambiamenti ma, considerato che l’utenza PSP non gode di aggiornamenti periodici, un lavoro più preciso da questo punto di vista sarebbe stato molto gradito.Senza voler fare crociate contro la software house nipponica, non possiamo non denunciare i limiti oggettivi del gameplay piuttosto che le carenti routine di intelligenza artificiale. Così come non si può negare che, in certi frangenti, il gioco riesca comunque a fare il suo dovere e a divertire come qualche anno fa.

Gameplay made in 2005Siamo duri, lo riconosciamo senza esitazione, ma il nostro ruolo è paragonabile a quello dell’amante tradita: a memoria, la prima edizione a portare il brand su PSP risale all’ottobre del 2005, quando la portatile era una vera meraviglia tecnologica.Da allora, quando le reali capacità della console portatile erano ancora sconosciute e un porting puro da PS2 era più che giustificato, noi, appassionati di calcio portatile, abbiamo atteso invano una versione dedicata, rinnovata, che aggiungesse modalità inedite e meccaniche al passo con quanto mostrato sulle console di casa. Qui la serie, pur subendo uno storico sorpasso (in termini di vendite, ma soprattutto di qualità complessiva), ha saputo comunque mantenere una base di aficionados notevole.E invece il tempo è passato, PS2 ha lasciato spazio a PS3, l’alta definizione è diventata uno standard, Nintendo ha lanciato 3DS e PES su PSP si presenta ancora come un mero aggiornamento delle versioni precedenti: il gameplay è quello classico e gli appassionati ci si divertiranno come sempre, ma è impossibile non citare le animazioni non aggiornate o le “mattonelle” da cui segnare con maggiore facilità. Tutto questo proposto a prezzo pieno, come titolo completamente nuovo.Di anno in anno, il divertimento è scemato: ad ogni goal da posizioni familiari abbiamo festeggiato un po’ di meno, ad ogni dribbling riuscito cambiando direzione all’ultimo secondo ci siamo entusiasmati un po’ meno e, soprattutto, ad ogni difetto ereditato dalle vecchie versioni ci siamo inalberati un po’ di più. Dopo i grandi cambiamenti e gli obiettivi di realismo raggiunti su console casalinghe (dove difendere dà, letteralmente, soddisfazione) è un peccato che l’utenza PSP sia costretta a confrontarsi col metodo obsoleto di premere X e il tasto di corsa per rubare palla agli avversari: appena perso il possesso della sfera, questa combinazione di tasti è la via più facile (e sicura) per rientrarne in possesso.Così confezionato, il titolo saprà soddisfare come di consueto gli appassionati più incalliti grazie al buon numero di modalità e squadre, e al livello di sfida non indifferente, ma di certo non rappresenta un passo avanti per la serie.

Discorso molto simile anche per il versante tecnico: a fronte di un aggiornamento della colonna sonora, l’effettistica non presenta update degni di nota, così come la pura grafica, la quale si rivela un leggero aggiornamento rispetto all’anno passato.

– Una grande quantità di opzioni e modalità

– Gameplay invecchiato

– Database incompleto

7.0

Su PSP Pro Evolution Soccer non riesce quest’anno a convincere, presentandosi come un mero aggiornamento dell’edizione passata e non riesce a competere con la versione per console casalinga, configurando l’edizione per la portatile Sony come un porting non eccezionale.

Fatti i dovuti distinguo (se siete completamente a digiuno della saga, questo è un ottimo punto di partenza), non ci sentiamo di consigliarlo senza riserve a tutti gli appassionati.

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