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Recensione

Prince of Persia: Le Sabbie del Tempo

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Avatar di Maxnikk

a cura di Maxnikk

Pubblicato il 17/12/2003 alle 00:00
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Il Verdetto di SpazioGames

9

Il ritorno di un mitoSe Giambattista Vico fosse vissuto ai giorni nostri forse si sarebbe stupito di come la sua teoria dei corsi e ricorsi storici potesse essere applicata alla perfezione nei più svariati campi, e, in particolare, a quello del videogioco.È infatti assodato che, ciclicamente, i giochi ritornano: certo non allo stesso punto, ma ad un livello decisamente più elevato, riproponendo le caratteristiche che li hanno da sempre contraddistinti, ma adeguandole alle nuove potenzialità offerte dall’evoluzione tecnologica.Se questo assioma vale, in generale, per il mondo dei videogiochi, vale ancor di più in particolare per Prince of Persia che, tra corsi e ricorsi, ha avuto ben quattro incarnazioni a partire dal 1990 fino a oggi. Il primo Prince of Persia, come molti ricorderanno, destò lo stupore degli utenti grazie ad una serie di animazioni caratterizzate da grande fluidità e realismo, un risultato che fu possibile grazie all’adozione di una specifica tecnica chiamata Rotoscoping.Il secondo capitolo, Prince of Persia 2: The Shadow and the Flame, uscì nel 1993 riproponendo, in versione migliorata, tutti gli elementi che avevano fatto la fortuna del primo: grafica e audio di grande qualità, una storia semplice e avvincente, una giocabilità ai massimi livelli e tanti ingegnosi enigmi da risolvere.Arriviamo così al 1999 e a Prince of Persia 3D, realizzato da Red Orb Entertainment con la supervisione del creatore della serie, Jordan Mercher. Siamo di fronte ad una svolta importante, quella che segna il passaggio dalle due alle tre dimensioni, ma il risultato non è dei più soddisfacenti; Prince of Persia 3D sembra infatti aver perso un po’ lo smalto delle origini e la magia che aveva caratterizzato i primi due episodi pare ormai solo un lontano ricordo.Fortunatamente ci pensa Prince of Persia: Le Sabbie del Tempo a risollevare le sorti della serie. In cabina di regia troviamo ancora Jordan Mercher, ma in sale macchine questa volta c’è il team che ha realizzato nientemeno che Splinter Cell. Se questa non è una garanzia di qualità…

Once upon a timeC’era una volta, nella Persia Medievale un potente sovrano che, grazie al suo esercito e al valore del figlio, riuscì a conquistare il regno di un potente Marajà assediando la sua roccaforte e depredandola poi di tutte le sue ricchezze. Tra queste si trovavano due strani manufatti: una gigantesca clessidra e un pugnale di strana fattura.Solo il Gran Visir sapeva quale terribile potere essi celassero e, con uno stratagemma, convinse il giovane principe a schiudere la clessidra utilizzando proprio il pugnale Era ormai troppo tardi per tornare indietro… Le Sabbie del Tempo, cadendo a terra, liberarono una misteriosa forza oscura che trasformò tutti i presenti in creature demoniache prive di ragione.Solo in pochi non furono toccati da tale trasfigurazione. Tra questi il Gran Visir, intenzionato ad impossessarsi del pugnale ad ogni costo e il nostro principe, ora più che mai costretto a fuggire e, allo stesso tempo, a cercare di risolvere una situazione che pare senza via di uscita. Al suo fianco Farah, l’affascinante figlia dello sconfitto Marajà…

Danza di spadeDal punto di vista del gameplay Prince of Persia è caratterizzato da una struttura che, alla prova dei fatti, si dimostra semplice ma non semplicistica.Al di là del gioco di parole (peraltro voluto) il titolo Ubisoft riesce proprio nella difficile arte di mediare un approccio “user friendly” con la complessità di un gioco che si dispiega a poco a poco mostrando tutta la sua ricchezza e varietà. In buona sostanza non dovremo fare altro che esplorare tutta una serie di stanze ricche di trappole e rompicapo di varia natura per superare i quali dovremo fare ricorso o al nostro ragionamento o, più spesso alle nostre doti acrobatiche. Senza dimenticare poi i frequenti scontri con le guardie del Marajà prima, e con le orrende creature trasformate dalle Sabbie del Tempo poi. “Banale”, potrebbe dire qualcuno, “geniale” diciamo noi, perché quello che è un concept di gioco trito e ritrito viene qui arricchito da tanti e tali tocchi di classe da lasciarci quantomeno esterrefatti. In primo luogo dobbiamo soffermarci sulle abilità del nostro eroe che nulla ha da invidiare ai funamboli del circo. Il principe, infatti, è in grado di compiere balzi felini con la leggiadria propria di un danzatore, arrampicarsi con grande agilità, appendersi a qualunque sporgenza e muoversi lungo di essa, restare in equilibrio su passaggi strettissimi, rotolare, dondolarsi appeso ad una fune piuttosto che ad un’asta e, dulcis in fundo, correre sui muri in senso orizzontale piuttosto che verticale. Il tutto condito da un effetto al rallentatore degno di Matrix.Anche i combattimenti all’arma bianca sono altrettanto spettacolari, con un campionario di mosse da far invidia al miglior spadaccino in circolazione, spaziando da attacchi più rudi e diretti, a finezze tecnicamente più eleganti e spettacolari, soprattutto quando si affrontano diversi avversari contemporaneamente.Non dimentichiamo, infine, gli enigmi e i rompicapo che incontreremo lungo il percorso. Questi saranno quasi tutti di natura meccanica e, per essere risolti, richiederanno il corretto uso di meccanismi con ingranaggi più o meno complessi, da attivare magari con un occhio rivolto al tempo, perché molti di essi avranno un tempo di esecuzione che ci costringerà ad affrettare non poco le nostre mosse. Non dimentichiamo, inoltre, la presenza della fidata Farah che, in più di un’occasione, potrà aiutarci a risolvere alcune situazioni che ci parranno inizialmente senza via di uscita.Se poi dovessimo riportare qualche ferita di troppo niente paura: basterà soffermarsi nei pressi delle fonti che troveremo in diversi punti del gioco e bere un sorso d’acqua per ritornare come nuovi e continuare nella nostra avventura.

Il pugnale del tempoProbabilmente basterebbe quanto elencato fino a questo punto per fare di Prince of Persia un titolo divertente e appagante sotto il profilo della giocabilità. Ma le sorprese volute dagli sviluppatori non finiscono qui. Il Pugnale del Tempo di cui abbiamo parlato sopra, infatti, non è soltanto un gingillo dalla foggia un po’ pacchiana, ma un artefatto misterioso che cela dentro di sé grandi poteri. Come si evince dal nome stesso, uno dei principali poteri di questo pugnale sarà quello che ci consentirà di “riavvolgere” il tempo per un certo numero di secondi. Soluzione utilissima quando ci troviamo a morire per aver affrontato un passaggio in maniera non corretta e perfetta per ripetere un’azione del cui esito non siamo per niente soddisfatti. Come si suol dire, tutti hanno diritto ha una seconda possibilità quando sbagliano…Ma non finisce qui. Durante i combattimenti sarà possibile letteralmente congelare i nostri avversari per un piccolo lasso di tempo in modo tale da poter vibrare il colpo di grazia, oppure rallentare lo scorrere stesso del tempo (il tutto accompagnato da un coreografico effetto di Blur) per organizzare meglio le proprie mosse di attacco (un po’ come nel “Bullet Time” di Max Payne).Ricordiamoci però che il potere del pugnale non è inesauribile ed è necessario ricaricarlo dando il colpo finale ai nostri avversari demoniaci che così saranno finalmente liberi di morire e non risorgeranno più dalle loro ceneri (o forse sarebbe meglio dire… sabbie).

Grafica e sonoroL’aspetto che senza dubbio più colpisce il giocatore è la grafica spettacolare e ben curata. Le ambientazioni presentano architetture di grande respiro e gli effetti speciali si sprecano. La sabbia si solleva spostata dal vento, l’erba ondeggia, le mura crollano in un tripudio di fumo e polvere: ogni elemento si amalgama alla perfezione con tutto l’insieme, creando un unicum che è più della semplice somma delle parti.Anche la realizzazione dei personaggi, in particolar modo del protagonista, non è da meno, con qualche tocco di classe come i capelli che ondeggiano e il vestito che si piega realisticamente in relazione ai movimenti del corpo, Splendide le animazioni che si dimostrano, ancora una volta, come una delle caratteristiche meglio riuscite della serie. I movimenti del nostro principe sono caratterizzati da una grande fluidità e soprattutto da una perfetta armonia che rende il gioco simile, per certi versi, ad una danza.Il motore grafico richiede, come facilmente intuibile, un Pc decisamente performante anche se le impostazioni, interamente scalabili e personalizzabili, consentono di giocare su macchine non di ultima generazione. N.B. i requisiti minimi di sistema non includono schede della serie GeForce 4 MX). Unici nei che dobbiamo rilevare (ma che non inficiano comunque la grandiosità dell’insieme) sono la gestione delle telecamere che in alcuni casi lascia un po’ sconcertati e qualche episodio di compenetrazione di poligoni che si sarebbe comunque potuto evitare.L’audio è di ottimo livello, con musiche orientaleggianti e perfettamente a tema che si adeguano dinamicamente a quanto avviene sullo schermo. Ottimo il doppiaggio in lingua italiana che non mostra alcun tipo di sbavatura.

LongevitàLa longevità è decisamente buona e sopra la media dei titoli di quest’ultimo periodo, coadiuvata in questo anche dall’introduzione di passaggi e rompicapo di crescente complessità che terranno impegnati a lungo anche i giocatori più smaliziati.

Semplice e profondo al tempo stesso

Realizzazione tecnica eccellente

Qualche problema nella gestione delle telecamere

9.0

Riassumere in poche righe le innumerevoli qualità di un titolo come Prince of Persia: Le Sabbie del Tempo non è davvero cosa semplice dato che ci troviamo di fronte a uno dei migliori giochi realizzati nel 2003 e gli aspetti positivi da segnalare sono davvero molti.

La meccanica di gioco presenta un’alchimia pressoché perfetta di semplicità e profondità, mentre il personaggio principale, oltre ad avere carisma da vendere, gode di una realizzazione tecnica eccellente in virtù di una serie di animazioni allo stato dell’arte.

Ma è tutto il comparto tecnico del gioco di Ubisoft a brillare, con architetture maestose, effetti speciali a volontà, e delle musiche orientaleggianti che rapiscono e quasi incantano il giocatore.

Un titolo quasi perfetto, bello e prezioso come una gemma d’oriente, che sa ipnotizzare come il suono del flauto di un incantatore di serpenti.

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