Recensione

Liberation Maiden

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a cura di Navi

Stili eccentrici (in alcuni casi al limite del trash), spade laser, zombie da tagliare in lungo e in largo, uso spropositato del cell-shading, cheerleader dotate di motoseghe.  Sono queste le cose che hanno contraddistinto da sempre la maggior parte dei lavori di Suda51, altresì conosciuto come Goichi Suda. Essendosi fatto strada per lo più nella scorsa generazione di console, portano la sua firma titoli del calibro di Killer 7, No More Heroes (1 e 2), Shadows of the Damned, Lollipop Chainsaw, e altri ancora. In ambito portatili Nintendo la sua ultima produzione risale a Flower, Sun and Rain per Nintendo DS, ma è grazie a Level-5 che dobbiamo l’arrivo della prima impronta di Suda51 su Nintendo 3DS. La software house giapponese infatti, creando una compilation di 4 giochi chiamata Guild 01, è riuscita nell’intento di risvegliare gli animi ormai assopiti (dai tempi di Pullblox, potremmo azzardare) dell’offerta 3DSware eShop. Nel continente europeo, al contrario di quanto successo nella terra del Sol Levante, Guild01 arriverà in digital delivery e con i 4 giochi scaricabili esclusivamente uno ad uno, al prezzo di 8 euro ciascuno. A battezzare l’arrivo è stato Liberation Maiden (Kaiho Shojo nella lingua originale), disponibile sull’eShop europeo subito dopo la fine del Nintendo Direct di pochi giorni fa. Vediamo in dettaglio cosa offre il titolo!
100 years in the future…
La prima cosa che sorprende già all’inizio di questo gioco è la scena d’apertura in full motion video (e ovviamente in 3D stereoscopico, seppur l’effetto non sia per forza di cose così evidente), davvero curata ed evocativa, sebbene la localizzazione del doppiaggio e dei sottotitoli sia sottoscritta alla sola lingua inglese. Non a caso queste sezioni hanno preso vita dalla sapiente mano dello Studio BONES (i creatori di Soul Eater e Fullmetal Alchemist per intenderci), non gli ultimi arrivati in questo campo. Sarà possibile scegliere tre  livelli di difficoltà, rispettivamente Easy, Normal e Hard, tutti quanti senz’altro abbordabili anche per il giocatore meno smaliziato. Durante l’intero corso della campagna  (ambientata nel ventiduesimo secolo) impersoneremo l’accattivante Shoko Ozora. La ragazza, inizialmente studentessa delle superiori, prende le redini di New Japan a seguito dell’assassinio del presidente in carica, suo padre. L’aitante fanciulla è così obbligata a salire a bordo di un mecha di 11 metri nominato  Kaihoki Kamui al fine di proteggere le riserve di energia del proprio paese  e la libertà da una nazione nemica. Verremo a questo punto introdotti da Saizou Kira, l’ex assistente del padre di Shoko, che ci illustrerà per filo e per segno i comandi del mecha attraverso l’uso di un breve tutorial ingame. I controlli, per chi ha avuto già esperienza in ambito shooter tridimensionale su Nintendo 3DS, strizzano l’occhiolino a quelli di Kid Icarus Uprising. Si userà pertanto l’analogico per i movimenti, mentre spetterà alla mano destra la gestione della mira e delle varie azioni offensive. Pecca molto grande, risulta la mancanza dell’impostazione per mancini, che renderà non di certo comoda la fruizione di questo titolo. Per quanto riguarda le azioni offensive, il touchscreen è ovviamente adibito al puntamento dei nemici, mentre per far fuoco bisognerà prima toccare il touchscreen per poi rilasciarlo subito dopo, una volta localizzato il bersaglio. Se con l’analogico avremo piena libertà di movimento, basterà invece premere il dorsale L per usare lo scorrimento laterale così da non perdere di vista i nostri obiettivi principali. 
Inizialmente avremo a disposizione unicamente lo Shield Bullet: esso potrà essere utilizzato per difendersi dagli attacchi nemici o, in alternativa, lanciare dei missili (la cui potenza sarà direttamente proporzionale alla durata del tocco sul touchscreen). Nota importante: facendo fuoco sui nemici saremo però vulnerabili ai loro attacchi, quindi state attenti a dosare bene le due diverse “strategie” di gioco, offensiva e difensiva. Se infatti verremo colpiti gli scudi non si rigeneranno, andando a intaccare la vita (la parte più interna della sfera presente in basso a destra dello schermo) e portandoci a una situazione critica. Distruggendo i nostri obbiettivi rapidamente, otterremo energia per lo Shield così da aumentare le nostre difese. Le missioni, che saranno ambientate in diverse città (verosimili, almeno nel nome, a quelle dell’attuale Giappone) quali Tokyo, Kagoshima e Osaka, presenteranno specifici obiettivi da portare a termine entro un tempo limite, piuttosto generoso, di 30 minuti. Distruggendo mano a mano le postazioni nemiche purificheremo la natura e la ristoreremo, ristabilendo il rigoglioso paesaggio naturale che c’era prima. Ripetendo questo passaggio per svariate volte e purificando ogni ambiente arriveremo al Boss dello Stage, simile ai Deflector Nodes incontrati prima ma molto più grande. Qui il gameplay cambierà leggermente, diventando una sorta di sparatutto a binari. Girando attorno al Boss, dovremo cercare di annullare le sue difese e infine distruggerlo, ponendo attenzione ai missili e ad altri raggi con i quali cercherà di colpirci. Il gameplay del titolo si rivela molto arcade, in quanto nell’hud in alto a sinistra troveremo un punteggio che crescerà in base ai nemici sbaragliati o alle combo-kill eseguite. Pur essendo abbastanza lineare nello svolgersi dell’azione, Liberation Maiden offre, al pari di Starfox 64 3D e shooter simili, una longevità non indifferente grazie alla sua elevata rigiocabilità, che va a compensare le esigue ore di gioco che servono per portare a termine la campagna. In tal senso si muovono infatti i Record che invogliano il giocatore a fare sempre di meglio e la modalità “Stage Attack”, in cui potremo selezionare un determinato stage (la campagna ne offre 5) per aumentare il nostro punteggio. Un’altra modalità ben strutturata nel gioco è “Records”, dove troverete nella sezione Gallery una struttura piramidale composta da vari tasselli. Potremo sbloccare ciascuno di questi tasselli andando avanti nella campagna, e questi ultimi ci permetteranno di conoscere più a fondo tutto l’arco narrativo dietro Liberation Maiden, spaziando dalla descrizione delle varie città fino agli eventi che si susseguono.
Robottoni 3D
Liberation Maiden non offre di certo la miglior realizzazione tecnica mai vista prima d’ora su Nintendo 3DS, ma considerando la natura 3DSWare e il prezzo contenuto del titolo non ce la sentiamo di fargliene una colpa. L’effetto 3D purtroppo non è molto sfruttato a differenza di altri titoli presenti sull’eShop ( Mutant Mudds per citarne uno) ma il mecha emerge abbastanza in rilievo dall’ambiente circostante. La varietà dei paesaggi non è particolarmente varia,  ma il numero di nemici a schermo è sempre altissimo e nonostante questo il frame rate è sempre fisso e inchiodato. Lo stile del nostro robottone potrebbe fare sicuramente impazzire i fan di Zone of the Enders, al quale il gioco sembra ispirarsi, non poco, dal punto di vista stilistico. 
Situazione ben diversa per quanto riguarda la colonna sonora, che offre un ottimo accompagnamento musicale durante le concitate e serrate situazioni di gioco, coinvolgendo ancor di più il giocatore nell’azione. 

– Sezioni full motion video

– Ottima rigiocabilità

– Buona colonna sonora

– Mancanza dei controlli per mancini

– Livello di sfida non altissimo

– Niente localizzazione in Italiano

8.0

Possiamo dirlo senza remore: Liberation Maiden rappresenta uno dei migliori 3DSWare che l’eShop ad oggi può offrire. Scene narrative di intermezzo realizzate con la massima cura unite ad un gameplay divertente e una rigiocabilità senza pari fanno di Liberation Maiden, un titolo assolutamente da non perdere per ogni possessore di Nintendo 3DS che si rispetti. Non dimentichiamoci poi il tocco di Suda51, garanzia di ottima qualità. Il titolo inoltre, pur facendo parte della Guild 01 Compilation, regge senza problemi il confronto diretto con titoli pensati già originariamente come “stand alone” presenti sull’eShop. Consigliamo quindi a tutti Liberation Maiden, sicuramente 8 euro ben investiti!

Voto Recensione di Liberation Maiden - Recensione


8