Recensione

Jungle Party

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a cura di Aegrod

Il Verdetto di SpazioGames

6

Il titolo Jungle Party non suonerà del tutto nuovo ai giocatori più attenti, in particolar modo per chi si fosse imbattuto nella serie Buzz! Junior uscito nell’epoca PS2, ben cinque anni orsono. Infatti, il gioco in questione faceva parte della serie come una collezione di mini giochi dedicato ad un pubblico di giovanissimi.

Mini giochi “scimmiottati”Jungle Party per Play Station Portable si presenta ancora una volta come una compilation di mini giochi, dedicati sempre ad un target di giocatori molto giovane, composto da 15 differenti livelli (l’originale ne conteneva 40) e quattro diverse scimmiette, le protagoniste del gioco, che verranno scelte in base al gusto cromatico del giocatore, blu, arancione, verde e giallo. Effettuata la scelta dell’alter ego primate, lo si potrà personalizzare con differenti accessori e vestiti, come diversi tipi di occhiali, magliette, e scarpe o sandali. La scelta non è vasta ma consente di modificare la propria controparte in modo da avvicinarsi il più possibile ai propri gusti personali. Una volta ultimata la creazione della scimmietta si entra nel vivo del gioco. In modalità Single Player il titolo sviluppato da Magenta Software non offre molto più che sfidare le altre tre scimmiette guidate dall’intelligenza artificiale, settabile nelle classiche modalità Facile, Medio e Difficile. Ovviamente sarà più divertente poter affrontare i propri amici, che sicuramente potranno offrire un più alto grado di sfida. Sia in modalità singola che multiplayer i giochi potranno essere affrontati in cinque, dieci o al massimo quindici round.I quindici mini giochi disponibili in Jungle Party risultano semplici ed immediati, grazie anche al sistema di controllo che sfrutta unicamente i tasti frontali di PSP. Si potranno lanciare noci di cocco agli avversari premendo ripetutamente il tasto X per decidere la direzione e la distanza, punzecchiare un grosso ippopotamo premendo il tasto giusto al momento giusto, tirare calci di rigore utilizzando i soliti quattro tasti frontali e, sia che si stia calciando o parando, basterà premere il tasto indicante la direzione voluta e il nostro alter ego eseguirà il resto dell’azione, posizionarsi sotto una delle gabbie poste sopra la nostra controparte virtuale, remere il tasto corrispondente ad una di esse e sperare che rilasci un oggetto utile o, al contrario, una non leggerissima incudine accarezzerà la testolina pelosa del ‘concorrente’ facendoci perdere tempo e punti accumulati. Sorte analoga ci attende in un altro mini gioco se non si sarà rapidi nel togliere la testa piazzata tra le fauci di un leone. Scopo ultimo del giocatore è battere le pelose avversarie nei mini giochi a disposizione per collezionare una valanga di banane come ricompensa.Due sono i modi in cui si potrà sfruttare il multiplayer del titolo: uno sarà quello in cui, a turno, ogni giocatore svolgerà la propria sessione per poi passare la console allo sfidante e così via per poi confrontare i rispettivi punteggi dopo ogni turno, rendendo però troppo meccanico e lento il ritmo di gioco, l’altro sistema è l’utilizzo della connessione Wi Fi, più consono al genere.

Qualche buccia di banana di troppoDal punto di vista grafico Jungle Party si presenta pulito e le quattro scimmiette ben caratterizzate e animate con discreta perizia e fluidità. Gli scenari di gioco sono piuttosto semplici nella struttura e variopinti nei colori, offrendo scorci ricchi di vegetazione che nascondono campi da gioco, cascate e statue antiche che sovrastano fiumiciattoli e alberi secolari. Il tutto, pur risultando gradevole, finirà col ripetersi lungo tutti i livelli dove avvengono le sfide mettendo in luce la povertà di dettagli delle ambientazioni.Vero punto di forza è il sonoro con i suoni tipici della giungla ottimamente riprodotti e musichette ispirate perfettamente all’ambientazione “giunglesca”, presenti sia tamburi che tam tam. Particolarmente apprezzati i versi emessi dalle scimmie, le quali non si faranno mancare versi di gioia, di derisione per gli avversari battuti e incitamenti vari nel corso della sfida. Ben realizzata anche la voce guida che assisterà il giocatore lungo tutto il corso del gioco spiegando per filo e per segno le azioni da compiere nei vari livelli, utile soprattutto per il pubblico di giovanissimi. Non sono poche però le perplessità che Jungle Party lascia nel giocatore, come i caricamenti decisamente troppo lunghi, che presto finiranno coll’annoiare e frustrare, la drastica riduzione dei mini giochi dai 40 dell’originale ai 15 attuali, che non consentono una sicura rigiocabilità e dall’ambientazione stessa: difficilmente il titolo sarà oggetto di interesse per un pubblico adulto rimanendo relegato ad una fascia d’età piuttosto giovane. Ultimo, ma non per importanza, è l’estrema semplicità, anche settando la difficoltà al massimo improbabilmente si troverà difficoltà a terminare le varie sfide nel giro di poche ore.

– Musiche

– Animazioni delle scimmie

– Effetti sonori

– Scarsa longevità

– Ridotto numero di mini giochi

– Muliplayer macchinoso

6.0

Nonostante un’ambientazione variopinta e caratteristica come quella della giungla, la scelta di simpatiche scimmie come controparti e un sonoro ben realizzato, Jungle Party difficilmente catturerà l’attenzione del giocatore medio a causa di un sistema di controllo troppo semplicistico, che strizza l’occhio ad un pubblico decisamente giovane, la scarsa longevità, una modalità multiplayer non eccelsa e l’esiguo numero di mini giochi proposti. Il titolo sviluppato dal team Magenta si ritrova così a competere con gli altri esponenti del genere presenti su Psp con un’idea buona ma già utilizzata nel recente passato e qualche difetto di troppo.

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