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Recensione

Ivy The Kiwi?

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Avatar di rspecial1

a cura di rspecial1

Pubblicato il 14/01/2011 alle 00:00
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Il Verdetto di SpazioGames

7

Quando una delle menti più brillanti del passato come Yuji Naka, famosissimo game designer che nella sua carriera ha creato capolavori quali Nights into Dreams e Sonic the Hedgehog, si mette al lavoro con il suo team di sviluppo ad un nuovo gioco, gli esperti del settore non possono che alzare le proprie antenne e tenere d’occhio il progetto. Cosi, dopo un originale e divertente Let’s Tap per Nintendo Wii che però purtroppo non ha riscosso molto successo, ecco che insieme ai suoi ragazzi della Prope torna alle origini e, precisamente, ai platform. Questa volta Naka non si sbizzarrisce nel creare strane creature né nuove mascotte, ma mette al centro della storia un uccellino della Nuova Zelanda, il più famoso dei quali nel panorama video ludico è senza dubbio Tiki di The New Zeland Story…riuscirà quindi il piccolo Ivy a farci dimenticare lo storico “pulcino” della Taito ? Scopriamo insieme se il tocco magico di Muuu Yuji è rimasto intatto nel tempo e se un kiwi alla ricerca della mamma potrà portarlo nuovamente alla ribalta .

Rompere il guscioIn un gioco di piattaforme ci si aspetta di controllare il protagonista della storia e saltellare con esso qua e là per i livelli uccidendo mostri, qualcosa di troppo semplice e visto mille volte. Ecco che, quindi, gli sviluppatori della Prope hanno deciso di utilizzare le funzionalità del touch screen per creare un prodotto che si diversifichi dalla massa. In Ivy The Kiwi? non saremo noi a controllare direttamente il piccolo uccellino, che invece camminerà da solo e continuamente dall’inizio di ogni livello fino a che non lo porremo sul podio una volta arrivati alla conclusione del percorso. Noi potremo semplicemente creare un ramo di vite con il quale indirizzare Ivy ed aiutarlo a superare i vari livelli di gioco che prendono forma di singoli puzzle dal livello di difficoltà crescente. Il ramo che andremo a creare potrà servire come passerella dove far camminare il nostro uccellino, ma anche per farlo accelerare spingendolo ed aiutarlo ad uccidere i nemici o distruggere alcuni muri fiondandolo, letteralmente, contro essi. Nel corso dei 100 livelli preparati dai programmatori troveremo vari nemici che cercheranno di uccidere Ivy; questi non si limiteranno a topini e corvi ma anche alla conformazione degli stessi stage, che presenteranno in più punti zone con grossi aculei o strane gocce che cadono dal soffitto. Non avendo il nostro protagonista una barra di energia, il solo venire a contatto con uno di questi pericoli ne determinerà la morte, con conseguente riavvio di tutto il livello vista la preoccupante assenza di checkpoint e punti di salvataggio lungo il percorso. Per fortuna i livelli sono abbastanza brevi e il doverne ripetere uno non crea frustrazione o noia al giocatore. Anche se il gameplay del titolo è molto semplice ed intuitivo c’è da tenere conto che ogni livello va portato a termine entro trecento secondi e che, avanzando, si avrà poco tempo per riflettere su come agire, con conseguenze inaspettate che porteranno spesso alla perdita di una vita. Se aggiungete a tutto ciò che è possibile, ma non obbligatorio, raccogliere in ogni livello dieci piume arancioni ed una moneta, capirete che la difficoltà del gioco è ben superiore a ciò che si potrebbe credere.

L’Hi-Score che non ti aspettiUn tempo, quando Tiki era il kiwi più gettonato delle sale arcade, il punteggio più alto era il vero obbiettivo di ogni giocatore. Non bastava finire il gioco, bisognava essere in quella schermata tanto agognata del ranking con le tre letterine magiche che ognuno di noi sceglieva. Una caratteristica dei videogiochi che è andata un po’ persa ma che ritrova un motivo di esistere in questo Ivy The Kiwi? grazie alla modalità multi giocatore. Nel corso della nostra avventura recupereremo punti ad ogni stage che alla fine verranno sommati a quelli totali guadagnati nei precedenti livelli. In quest’ottica è evidente come sia le piume che la monetina assumano un ruolo fondamentale perché solo grazie a questi oggetti lo score sarà davvero notevole. Purtroppo la modalità per più giocatori si ferma solo a questo elemento, ovvero chi raggiunge la cima del ranking rispetto agli altri in una sfida. Non sarebbe stata neppure una cattiva idea, ma la possibilità di confrontare il proprio punteggio in un tipo di videogioco come questo, andava ampliata al mondo intero, con la semplice introduzione di una classifica online. Così rimane una piccola sfida tra amici e nulla più la cui presenza non risulta di primo piano. Da notare che, rispetto alla versione per la console casalinga Nintendo, è totalmente assente la modalità multigiocatore che permetteva di sabotare il percorso altrui cercando di renderglielo il più difficile possibile: una piccola mancanza di cui non si sente l’assenza. La longevità del prodotto sviluppato da Prope infatti non è messa in discussione, visto il gran numero di livelli e la possibilità di rigiocarli, una volta portati a termine, per recuperare le piume perse o finirlo con uno score maggiore.

Piume dorateSe dal punto di vista del gameplay si nota il lavoro di Naka e soci nella ricerca di un prodotto originale ed impegnativo, che andasse fuori dagli schemi e puntasse su una forte caratterizzazione, dall’altro si denota come il comparto tecnico sia invece basilare. Lo stile utilizzato per creare il poco animato mondo di Ivy è quello dei disegni con effetto a pastello, con colori che richiamano più il Professor Layton che un allegro platform. Sebbene sia molto semplice e spartana, la grafica del gioco si arricchisce di paesaggi che cambiano con l’avanzamento nei livelli, mostrandoci panorami innevati, foreste e montagne, persino un castello. Peccato che il tutto sia molto ripetitivo e statico anche se artisticamente non si poteva fare scelta migliore per lo stile utilizzato, con i nemici che sono ben realizzati e discretamente caratterizzati. Le musiche e gli effetti sonori sono invece orecchiabili, ma con quel tocco retro che le rende un gradino superiori facendo leva sull’effetto “tuffo nel passato” efficace con i giocatori più smaliziati.

– Intuitivo ed immediato

– Gameplay originale

– Ottima precisione con lo stilo

– Bellissime musiche in stile retro

– Graficamente scialbo

– Alla lunga ripetitivo

– A livelli avanzati la difficoltà è elevata

7.0

Muuu Yuji è riuscito nel suo intento, insieme ai suoi ragazzi, di realizzare un prodotto che si discostasse dalla massa e che avesse nell’originalità e semplicità del gameplay i propri punti di forza. Più che un gioco di piattaforme Ivy The Kiwi? si può tranquillamente inserire nella categoria dei puzzle game visto che dopo pochi livelli iniziali il level design impegnerà non poco la nostra materia grigia. Purtroppo il titolo non è esente da alcune lacune che lo faranno apprezzare solo da una nicchia ristretta di giocatori. Questo perché sia il livello di difficoltà che la ripetitività dell’azione di gioco scoraggerà molti. Un prodotto adatto quindi a chi vuole fare una rapida partita ad un piccolo rompicapo atipico per il genere e sconsigliato invece a chi si attendeva un erede di Sonic o Nights, per quelli purtroppo sembra che Naka abbia esaurito le idee da un po’.

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