Recensione

Il Signore degli Anelli: L'Avventura di Aragorn

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a cura di Darkzibo

Ad ormai dieci anni dall’inizio delle riprese del primo film della trilogia del Signore degli Anelli, sembra che la trasposizione cinematografica del capolavoro tolkieniano goda ancora di una grandissima schiera di appassionati, così come fu per il libro a partire dalla metà del novecento. Ad oggi, in ambito videoludico, si contano diverse trasposizioni del fantastico mondo ideato da Tolkien e rappresentato da Peter Jackson nei suoi film. A pochi giorni dall’annuncio dell’inizio delle riprese del prologo, Lo Hobbit, ecco tornare su PSP il mondo della Terra di Mezzo con L’Avventura di Aragorn.

Tutto di nuovo, niente di nuovoCome ci si poteva aspettare (ed augurare) la trama non ha subito alcuna sostanziale modifica, riproponendo ancora una volta il viaggio dell’Unico Anello verso il Monte Fato e tutte le vicende ad esso connesse. L’unica novità è il metodo di narrazione adottato: non seguirete il tutto in tempo reale, bensì le vicende saranno narrate da Sam Gamgee ai propri figli a mò di fiaba, diversi anni dopo quanto raccontato nella Trilogia più famosa del mondo. L’occasione per questo tuffo nei ricordi del migliore amico e servitore di Frodo è data dal fatto che Aragorn, ormai diventato Re della Terra di Mezzo con il nome di Elessar, sta arrivando nella Contea per ritrovare i suoi vecchi compagni di avventure, mentre Frodo e Gandalf sono partiti per i Rifugi oscuri. La pecca più grave della narrazione è rappresentata dall’assenza di alcuni momenti importanti della Trilogia, un difetto non da poco per gli appassionati del materiale originale.Il gameplay si articola in maniera piuttosto simile a quanto visto nei vecchi titoli per Game Boy Advance dedicati ai film della trilogia, ovvero Le Due Torri e il Ritorno del Re. Il personaggio che guiderete è naturalmente Aragorn, quest’ultimo si muoverà nelle suggestive ambientazioni viste nei film in un incedere costellato di combattimenti, che caratterizza il titolo come un un action game con una lievissima infarinatura di RPG. A tal fine avrete a disposizione diverse soluzioni, a partire dagli attacchi di base con la spada (fendente veloce o attacco pesante) per poi passare all’arco usando il solo pulsante cerchio. Premendo invece il tasto R si aprirà in alto a destra della schermata un nuovo piccolo menù, il quale farà corrispondere ai pulsanti alcune nuove abilità poco spettacolari ma più efficaci di quelle di base. La componente RPG, seppur in piccolissima parte, si mostra con l’acquisizione dei punti esperienza e con la possibilità di riempire una barra che farà crescere il livello del protagonista, garantendo l’apprendimento di nuove abilità. Purtroppo la resa del generale risulta piuttosto debole, mostrando molti fianchi scoperti. La giocabilità è innanzitutto inficiata da un sistema di impatti poco realistico e da un’evidente ripetitività dell’azione. I nemici non godono di una un’intelligenza artificiale consona e vi attaccheranno senza una logica apparente, trasformandosi presto in carne da macello pronta a cadere sotto i vostri fendenti. L’unico lato positivo è la buona varietà di avversari, chiaramente mutuati dalle pellicole: incontrerete orchi, orchetti, goblin, troll, Uruk Hai e molti altri, senza considerare i vari boss. Nonostante l’avvincente narrazione, il titolo non raggiunge un buon livello a causa della giocabilità decisamente sotto gli standard, vista anche l’assenza di quest secondarie che avrebbero potuto perlomeno aumentare la longevità.

La Terra di MezzoGraficamente il titolo propone personaggi caratterizzati da un design cartoonesco. A livello stilistico e di design le ambientazioni sono state riprese in maniera fedele dalla trilogia cinematografica e garantiscono una buona immersione, lo stesso non si può purtroppo dire per la qualità dei livelli veri e propri, con strutture eccessivamente ripetute. Il comparto audio gode di una pessima trasposizione della colonna sonora originale delle pellicole, caratterizzata da tracce tagliate ed inserite in maniera del tutto casuale. Il doppiaggio italiano risulta invece ben fatto e rende appieno lo spirito narrativo del gioco.

– La colonna sonora è indimenticabile

– Guiderete Aragorn

– Buona idea

– Ripetitivo

– Enigmi fin troppo semplici

– Giocabilità molto limitata

– Graficamente da rivedere

5.0

Per tutti gli appassionati della saga, l’L’Avventura di Aragorn poteva rappresentare un titolo potenzialmente appetibile. Purtroppo, la ripetitività, gli enigmi semplicissimi e i nemici poco reattivi ne fanno un titolo destinato a deludere tanto i fan quanto coloro in cerca di un semplice action adventure. La nota positiva, se così si può chiamare, è che comunque l’idea di fondo non è male: la narrazione post – Trilogia potrebbe portare in futuro a sviluppare giochi che basati sul seguito della saga, ovvero quello che da Tolkien verrebbe definita la Quarta Era.

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5