Il Verdetto di SpazioGames
Ikki Tousen: Eloquent Fist è un titolo dedicato all’omonima fortunata serie manga e anime dell’artista nipponico Yuji Shiozaki. Liberamente ispirata a “Il romanzo dei tre Regni”, la trama dell’opera racconta una guerra tra scuole giapponesi, che si contendono ferocemente il territorio del Kanto, battendosi tra loro senza esclusione di colpi. Il successo dell’opera è stato certo garantito dalla forte ed esagerata componente action, assaporabile nel corso delle serratissime battaglie studentesche, così come dall’ammiccante sensualità dispensata in abbondanti dosi con le procaci fanciulle protagoniste e gli onnipresenti siparietti erotici serviti in ogni salsa. E’ stata solo questione di tempo prima che una trasposizione videoludica portatile del lavoro giungesse sugli schermi della piccola console Sony. Questa, limitata al solo pubblico nipponico, sarà proprio di seguito soggetta a una doverosa analisi “import” per palati occidentali. Che il combattimento abbia inizio!
Un nostalgico sguardo al passatoEloquent Fist vuole omaggiare doverosamente e digitalmente l’opera originale di riferimento, calando il giocatore nelle battaglie scolastiche, e lasciandogli impersonare i potentissimi guerrieri al centro delle vicende raccontate. E quale miglior modo di farlo se non con il chiassoso universo picchiaduro? In questo caso a scorrimento, specificatamente pescato a piene mani dal lontano passato bidimensionale del genere. Come da tradizione, ecco allora che dovrete comandare i vostri eroi orizzontalmente lungo lo schermo, annichilendo gli avversari rigurgitati a ogni metro per poter proseguire fino all’immancabile boss di fine livello. Lo schema di comandi è tanto semplice quanto efficace: triangolo e cerchio per attaccare (da alternare in modi diversi per effettuare immancabili combo), X per saltare, cerchio per scatenare la propria mossa speciale (drenante energia ad ogni sua attivazione), R per correre, e infine L + uno dei tasti attacco per appellarsi alle proprie forze più arcane dando il via a iper-colpi dalla smisurata potenza. Parimenti, su schermo si colloca ogni elemento che ci si potrebbe aspettare da un gioco di questa tipologia: una barra per la vita, una per il ki (che si riempie arrecando danni, e si svuota ad ogni utilizzo di iper-mosse), il numero di vite rimaste, la salute dell’avversario con cui ci si sta confrontando, il contatore combo e quello del punteggio. Il reale problema di fondo è come per concludere ogni quadro sia necessario semplicemente pigiare forsennatamente gli stessi tasti, a fronte di una marcata carenza di combinazioni. Questo può divertire sulle prime, anche considerata l’acquisizione di livelli esperienza, che aumentano statistiche e parametri dei personaggi, stancando però decisamente sul lungo andare. Per lo meno, malgrado poveri di ricche e copiose concatenazioni di mosse, i personaggi si dimostrano uno diverso dall’altro, con il proprio stile, i propri punti forza e le proprie debolezze, distinguendosi ognuno assai lodevolmente nel ricco roster a disposizione, con i suoi 17 componenti selezionabili.
Poco arrosto da queste partiTenendo da conto l’effettiva ripetitività di fondo nel gameplay appena discussa, l’offerta ludica di Eloquent Fist non viene certo incontro al giocatore, presentando una rosa di modalità poco soddisfacente, e votata alla rigiocabilità più nauseante. In Storia (questo il nome naturalmente tradotto dal giapponese) è possibile impersonare una delle tre scuole rivali, attraversando i livelli di gioco con ognuno dei rappresentanti della fazione selezionata, incentivando così il giocatore a fruire più volte della modalità per assumere i diversi punti di vista disponibili a seconda dei contendenti scelti. In Arcade si viene lasciati invece liberi di prendere qualunque personaggio disponibile (alcuni dei quali sbloccabili), terminando la successione di stage (gli stessi di Storia) con un solo e unico lottatore. Insomma, si è unicamente chiamati a picchiare ripetute volte dalla prima all’ultima locazione allestita per poi cominciare nuovamente da capo, a ruota fino a che non se ne ha abbastanza di scazzottate digitali. E per rompere la complessiva monotonia a poco serve Galleria, elegante raccolta di immagini, costumi, ed elementi sonori sbloccabili con molteplici completamenti dell’avventura, potendoli comodamente gustare in separata sede. Avrebbe giovato certamente qualche espediente finalizzato alla variazione di un’offerta ludica tanto piatta che, per quanto possa divertire nel breve termine, tende a stancare molto presto, a patto di non essere sbavanti estimatori della serie animata/cartacea di riferimento.Graficamente Eloquent Fist non si presenta tanto male, grazie a mondi bidimensionali colorati (malgrado accompagnati da motivetti sonori decisamente anonimi) e alle discrete animazioni dei personaggi. I nemici purtroppo vengono riutilizzati troppo spesso, cambiando ben che vada solo il colore dei propri abiti, e costringendo l’utenza a confrontarsi con esseri umani fatti a stampino, nonché dal medesimo e prevedibile pattern d’attacco (a mettere in difficoltà ci pensa infatti il loro numero piuttosto che le relative capacità marziali).Graditi sono gli artwork delle protagoniste giocabili, ognuno provvisto di siparietto erotico al momento della propria sconfitta nelle vesti di boss, tra vestiario fatto a pezzi e nudità timidamente coperte. Senza poi contare gli abiti sensuali sbloccabili con il completamento delle modalità, ben accette stuzzicherie per gli amanti del fan service.
– Buona grafica 2D
– Pesantemente e nostalgicamente “old school”
– Nutrito roster
– Ripetitivo
– Poche mosse
– Poche modalità
– Poca varietà
6.5
Ikki Tousen: Eloquent Fist è un picchiaduro a scorrimento che eredita dai capostipiti del genere videoludico considerato relativi pregi e difetti. Ripetitività della struttura ludica offerta, pochezza di combo e penuria di modalità variegate mal si sposano con i tempi correnti, facendo davvero poco per arricchire il menù proposto. Mettendo da parte queste carenze profondamente penalizzanti, il titolo è invero capace di fare la gioia dei puristi del beat’em’up e dei fan della serie, dovendo interagire con un universo di gioco ben riprodotto in 2D, confrontarsi con orde di famelici avversari, e gustarsi le features sottilmente erotiche che il prodotto assicura prontamente in varie forme. A questa (e questa sola) tipologia di utenza, insomma, viene certo consigliato l’arraffamento (naturalmente sul mercato import) di questo comunque divertente titolo arcade senza eccessive pretese.