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Recensione

Hyrule Warriors: Definitive Edition, recensione dello spin-off di Zelda su Nintendo Switch

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Avatar di Nicolò Bicego

a cura di Nicolò Bicego

Redattore

Pubblicato il 16/05/2018 alle 00:00
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Il Verdetto di SpazioGames

7

Cinque anni fa, nessuno si sarebbe mai immaginato di accostare il nome di The Legend of Zelda a quello di Dinasty Warriors. Nintendo è sempre stata gelosa delle sue proprietà intellettuali, e ben pochi sono gli studi esterni che hanno messo le mani su episodi della longeva saga della triforza. Le cose erano però destinate a cambiare: nel 2014 infatti uscì Hyrule Warriors, titolo sviluppato da Omega Force e Team Ninja, che univa il tradizionale gameplay di Dinasty Warriors alle ambientazioni e ai personaggi di The Legend of Zelda. Il gioco spaccò la critica, tra chi non riusciva a digerire la natura musou del titolo e chi, invece, apprezzava la chiave di lettura donata dalla licenza Nintendo. Dopo aver fatto capolino anche su Nintendo 3DS, oggi siamo qui per parlarvi della versione definitiva del gioco, chiamata proprio Hyrule Warriors: Definitive Edition.
Abbattere le frontiere dimensionali
Andiamo dritti al sodo: la trama di Hyrule Warriors è un godibile pretesto per far scendere in campo un gran numero di personaggi provenienti dalla serie di Zelda e per far menar loro le mani con orde di nemici senza volto e senza nome. Come da tradizione, abbiamo il malvagio Ganondorf ad architettare un piano che prevede la conquista di Hyrule, mentre dalla parte opposta abbiamo Link, il nostro eroe verde vestito che, in quest’occasione, viene accompagnato da molti guerrieri provenienti da diversi giochi della serie, con l’aggiunta di alcuni personaggi originali creati appositamente per Hyrule Warriors. Proprio qui sta uno dei punti di forza del gioco: sebbene la storia non sia affatto canonica, la ripresa di personaggi ed ambientazioni della serie principale non potrà che fare felici i fan di lungo corso, che potranno divertirsi a scegliere chi utilizzare tra i loro beniamini, potendo inoltre vestire Link e Zelda con costumi appartenenti alle loro diverse incarnazioni che abbiamo conosciuto nel corso degli oltre trent’anni di vita della serie. Per questa Definitive Edition, sono stati aggiunti anche dei costumi ispirati all’ultimo Breath of the Wild, che saranno sicuramente familiari a tutti i possessori di Nintendo Switch.
Tecnicamente il titolo si porta un gradino più in alto di quanto visto nella versione Wii U, girando a 1080p con un frame rate estremamente stabile nonostante la presenza di orde di nemici sullo schermo; stabilità che non viene compromessa neanche nel multiplayer locale, che stavolta utilizza lo split screen. I personaggi e le ambientazioni sono ben realizzati e definiti, e nonostante il gioco sia ancora fondamentalmente quello di quattro anni fa, il lavoro di rifinitura lo rende ancora piacevole da vedere. Lo stesso riguarda il comparto audio, che ripropone in tutto e per tutto le stesse tracce, pompose e adrenaliche, già ascoltate da chi ha giocato l’avventura a suo tempo.
Un solo eroe salverà il mondo
Come vi abbiamo già detto, a suo tempo Hyrule Warriors spaccò la critica tra chi non digeriva il tipico gameplay da musou e chi, invece, ne apprezzava la nuova chiave di lettura. Effettivamente, Hyrule Warriors fa ben poco per allontanarsi da quello che è lo stereotipo dei musou: ci troveremo anche qui a controllare un personaggio che, da solo, maciullerà orde ed orde di nemici, senza che questi riescano a costituire una reale minaccia per lui. Sono ben pochi gli avversari sul campo di battaglia che resistono a più di un colpo e, se escludiamo i boss, quasi tutti i nemici non saranno che anonime pedine pronte a cadere di fronte alla nostra lama. Anche il combat system ricalca la struttura semplicistica tipica dei musou: per combattere vi ritroverete spesso a premere spasmodicamente la stessa combinazione di tasti, senza necessità di pianificare attentamente i vostri attacchi. Fortunatamente, ci sono diverse mosse speciali che contribuiscono a diversificare i combattimenti, donando anche una grande soddisfazione vista la loro alta dose di spettacolarità. A rendere le missioni della modalità storia (o leggenda, come viene chiamata nel gioco) più varie rispetto ad un infinito button smashing ci pensano gli obiettivi della missione: dovremo conquistare avamposti, difendere radiomine, alleati, sconfiggere boss e così via. La nostra non sarà dunque una carneficina meccanica, ma dovremo stare costantemente attenti a quello che i personaggi si dicono e a ciò che avviene sulla mappa di gioco, dove vengono segnalati tutti i punti di interesse. Inoltre, le missioni spesso nascondono anche obiettivi secondari che, se completati, ricompensano il giocatore con succulenti bonus per personalizzare il proprio combattente, spesso ripresi a piene mani dalla serie principale di Zelda. Ed è qui che entra in gioco una delle carte vincenti di Hyrule Warriors: i personaggi. Ciascuno di essi ha il suo modo di combattere che, pur senza stravolgere il semplice combat system, riesce ad essere abbastanza differente da quello degli altri da risultare interessante, e da spingere quindi il giocatore a variare nella scelta. Nella modalità storia potremo portare con noi fino a quattro personaggi (il numero varia in base alla missione), e come nella versione Legends potremo passare in qualsiasi momento al controllo di uno dei personaggi inattivi. Anche se è possibile dare ordini di spostamento ai personaggi che non stiamo utilizzando, questi faranno ben poco senza il nostro intervento diretto: per questa ragione, è sempre consigliabile alternare spesso l’utilizzo dei diversi combattenti, soprattutto per fare accumulare punti esperienza a ciascuno di loro. 
Qualora volessimo potenziare un personaggio senza utilizzarlo, è possibile farlo aumentare di livello presso il bazar, dove è anche possibile potenziare il nostro personaggio grazie agli stemmi. Gli stemmi sono di tre tipi: attacco, difesa e bonus. Per avere questi stemmi è necessario raccogliere dei materiali appositi durante le missioni di gioco, impresa amichevolmente consigliata vista la profondità che viene aggiunta da questi potenziamenti. 
Non riesco a vedere la fine
La modalità leggenda è di per sé abbastanza longeva: considerando che le molteplici missioni a disposizione durano intorno alla mezz’ora, il conteggio delle ore di gioco si alza velocemente. Dalla versione 3DS è stata ereditata la comoda funzionalità di salvataggio, che può essere utilizzata in qualsiasi momento: una benedizione necessaria per chi intende giocare Hyrule Warriors in modalità portatile. Una volta terminata la modalità leggenda, il gioco è ben lungi dall’essere finito: ci sono molte altre modalità che attendono il giocatore. La prima di queste è la modalità libera: come si può intuire dal nome, questa modalità non fa che riproporre le missioni della modalità leggenda, permettendo però di scegliere liberamente il personaggio da utilizzare. La modalità avventura, invece, si diversifica dalle precedenti: qui ci troveremo a muovere un Link (o qualunque altro personaggio sceglieremo di interpretare) in due dimensioni su delle mappe che richiamano diversi titoli della serie di Zelda. Ogni blocco della mappa corrisponde ad una missione, con obiettivi specifici che variano enormemente da livello a livello. Il completamento della missione ed il soddisfacimento delle condizioni di vittoria sblocca il quadrato di mappa su cui ci troviamo e permette di avanzare verso i successivi, altrimenti inaccessibili. Le ricompense sono succose e variano da oggetti ad armi, passando anche per costumi ed eroi, rendendo di fatto la modalità avventura la seconda portata principale dopo la modalità leggenda. C’è poi la modalità sfida, dove il giocatore dovrà affrontare missioni con obiettivi specifici da portare a termine. Sebbene la premessa sia molto simile a quella della modalità avventura, le sfide contenute in questa modalità sono diverse dalle precedenti, e prevedono, tra le altre cose, di prendere il controllo di quella bestia infernale che risponde al nome di Ganon. C’è poi un’ultima modalità, ereditata dalla versione 3DS, in cui è possibile interagire con le fate liberate in modalità avventura. Esse potranno essere selezionate per accompagnare il nostro eroe in battaglia, e possono persino salire di livello a loro volta per imparare nuove abilità. Grazie al grande numero di modalità, non dovrete stupirvi se vedrete il contatore del tempo di gioco superare di gran lunga le cento ore.
Come c’era da aspettarsi da una versione finale, Hyrule Warriors: Definitive Edition racchiude tutti i contenuti presenti nelle versioni Wii U e 3DS, compresi quelli usciti tramite aggiornamenti e DLC. Per chi si fosse perso il gioco o per chi desiderasse giocare alle componenti non presenti nella sua versione, dunque, l’acquisto della versione per Nintendo Switch potrebbe essere assolutamente sensato. Quello che manca in questa Definitive Edition sono le novità: se escludiamo i nuovi costumi per Link e Zelda, il gioco non aggiunge davvero nient’altro a quanto già visto. Trattandosi della terza versione del gioco, qualche aggiunta in più non avrebbe guastato.

– La versione definitiva del gioco, tecnicamente e non

– Ricco di contenuti

– Grande libertà di personalizzazione degli eroi

– Si porta dietro i difetti storici dei musou

– Novità praticamente assenti

7.0

Hyrule Warriors: Definitive Edition costituisce un’occasione ghiotta sia per chi ha già giocato il titolo originale e vuole recuperare i contenuti rilasciati in seguito o quelli che, in precedenza, erano rimasti esclusivi della versione 3DS, sia per chi, invece, non ha mai messo le mani sul gioco. A patto di non provare un’eccessiva antipatia per i musou, questo Hyrule Warriors saprà divertirvi per davvero molto tempo. Rimane però il rammarico delle novità presenti in questa Definitive Edition: davvero poche per chi ha già spolpato il titolo originale ed i suoi contenuti aggiuntivi.

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