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Recensione

Ghost Recon 2

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Avatar di Matty

a cura di Matty

Pubblicato il 09/12/2004 alle 00:00
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Il Verdetto di SpazioGames

8

Visti gli aggiornamenti recentemente subiti dalle serie di Rainbow Six e Splinter Cell, non poteva mancare un nuovo capitolo della saga di Ghost Recon, l’ennesima basata sui romanzi di Tom Clancy, in un mondo sempre sull’orlo della crisi.

TramaLa Corea del Nord si ritrova in pessime condizioni, reduce da anni di carestie, complice pure la politica suicida attuata dal governo, concentratosi sulle spese militari e resosi così capace di far collassare l’economia.Vista la situazione, lo Stato si vede costretto a chiedere aiuto alle forze speciali straniere; ma le forze armate del Paese non la prendono bene, e annunciano una rivolta, riunificatisi sotto il determinato, privo di scrupoli, generale Jung. Gli Stati Uniti, l’Inghilterra, la Francia, la Germania ed altre potenze rispondono positivamente alle richieste d’aiuto dei poteri regionali, inviando una missione che ha un solo, semplice scopo: annientare le forze del generale Jung, prima che si possa scatenare un conflitto di dimensioni mastodontiche.

Modalità di giocoLe modalità in cui Ghost Recon 2 ci permette di cimentarci sono suddivise tra quelle in singolo e quelle in più giocatori. Per quanto concerne il Single Player, abbiamo la possibilità di affrontare l’intera Campagna, opzione principe del gioco, o una Missione Rapida. Quest’ultima può essere uno scenario vissuto in modalità Lupo Solitario (il giocatore agisce da solo), Ricognizione (anche qui non si è accompagnati, ma in questo caso bisogna effettuare un determinato numero di ricognizioni, senza affrontare il nemico), Difendi (la squadra deve difendere la posizione dall’attacco delle forze avverse) o Missione.In multiplayer, è consentito giocare sulla stessa console (fino a quattro utenti), via System Link oppure tramite Xbox Live.

Un semplice sequel?Chiariamo subito che Ghost Recon 2 piacerà a coloro che riusciranno ad accettare un sistema di gioco completamente differente rispetto al prequel. Per questo nuovo capitolo, infatti, UbiSoft pare aver esplicitamente scelto un approccio più consono ai cosiddetti “casual gamers”, trascurando – o addirittura eliminando del tutto – molti aspetti prettamente tattici. Se per esempio in Ghost Recon e nella sua espansione denominata “Island Thunder” potevamo passare anche diverse ore col solo scopo di affinare la pianificazione delle missioni, ora tutto ciò non è più possibile. Il perchè è presto detto: il giocatore, dopo aver scelto le armi ed aver visionato un filmato in FMV che illustra le circostanze, viene catapultato nel bel mezzo dell’azione: la fase che ci sollecitava a meditare sul da farsi è scomparsa. Un bene per molti, un male per altrettanti e, in particolare, per coloro che avevano apprezzato del prequel completezza e sana difficoltà. Ma le novità non terminano qui, anzi, ed una balza immediatamente agli occhi. Si tratta della visuale adottata: a quella in prima persona è stata preferita quella in terza (situata, per intenderci, alle spalle del personaggio); nonostante essa sia sicuramente valida e comoda, per i più nostalgici è presente nel menù l’opzione che consente di tornare alla visuale in stile First Person Shooter (e qualche interrogativo sorge sul perchè non sia stato reso possibile intercambiare telecamera tramite la pressione di un tasto sul pad, ma tant’è). Altro cambiamento rilevante è il fatto che non prenderemo più il controllo dell’intera squadra di “Fantasmi”, ma soltanto del comandante Scott Mitchell: conseguenza diretta è che, una volta morto il suddetto soldato (il nostro, appunto), comparirà la fatidica scritta “Missione Fallita”. Non potremo dunque impersonare gli altri membri del team, bensì dovremo rassegnarci a caricare l’ultimo salvataggio effettuato. Ciò provoca non di rado un fastidioso senso di frustrazione, anche poichè l’appostamento delle forze nemiche è tale da causare la nostra morte più di qualche volta: si genera così un “muori e riprova” che tende a divenire quasi irritante. Rimanendo in tema di difetti, vanno segnalate alcune imperfezioni – abbastanza clamorose – relative al sistema di puntamento dell’arma: in alcune circostanze, è capitato di non riuscire a colpire il nemico – o addirittura di non capire se gli si fosse sparato o meno – sebbene si fosse utilizzato correttamente il mirino. E’ un qualcosa che suscita un minimo di scalpore, anche perchè tutti ricordiamo come nel prequel un singolo colpo ben assestato potesse far morire un nemico.Sono mutati anche i menù fruibili per assegnare gli ordini ai compagni, divenuti analoghi a quelli visti in Rainbow Six 3, ma meno pratici; inoltre, è possibile parlare ai compagni di squadra tramite il Voice Communicator.Per quanto riguarda il resto, l’IA si presenta sui livelli medi delle altre produzioni e, come già accennato, è in grado di impegnarci a dovere; in più, i nostri compagni sanno difendersi abbastanza bene anche senza il nostro aiuto, e qui è doverosa una lode nei confronti dei programmatori; l’arsenale a disposizione della squadra è invece certamente diminuito in termini di quantità, nonostante la qualità sia quella di sempre.Luci ed ombre, quindi, sul gameplay di Ghost Recon 2: l’impressione è quasi quella di un titolo “arcade”, con le dovute proporzioni, molto simile a Rainbow Six 3 e contemporaneamente piuttosto lontano dal predecessore che fu; non si fraintendano queste parole: l’utente medio saprà apprezzare pienamente la “rivoluzione” attuata da UbiSoft. Potrà o meno storgere il naso, invece, chi aveva amato alla follia Ghost Recon.

Xbox LiveSe è vero che qualche critica al gameplay l’abbiamo mossa, l’opzione multiplayer risolleva in toto la giocabilità. E’ infatti parere diffuso tra gli utenti della comunità online che la modalità Xbox Live rende Ghost Recon 2 uno dei titoli più apprezzati del periodo recente su Xbox.Il numero di modalità disponibili è davvero notevole, capace di soddisfare le esigenze di chiunque: sono difatti presenti sia gli scontri Deathmatch (“tutti contro tutti”), sia quelli a squadre, e viè pure la possibilità di usufruire della cooperazione con altri giocatori. Citiamo in particolare Ultimo Uomo, Tiratore Scelto e Hamburger Hill, già conosciute dai più, alle quali si aggiungono il Trova e Libera e il Cerca e Distruggi. Delle ultime due, la prima è riservata al gioco di squadra e consiste nella protezione di alcuni medici sino al termine del countdown; la seconda è invece ideata per il Deathmatch: il giocatore deve individuare un determinato avversario, dopo l’uccisione del quale diventerà a sua volta preda.Se la presenza delle succitate opzioni garantisce molte ore di divertimento, va detto che non mancano nemmeno qui, ahinoi, diverse lacune, anche piuttosto gravi. Come l’impossibilità di leggere, nella lobby, il nome della persona che sta parlando o di capire, nel corso della partita (alla quale, se già iniziata, non si può aggiungere alcuno spettatore!), chi sia realmente ancora in vita tra i giocatori presenti.Ci è inoltre successo di incappare in errori dovuti alla non perfetta ottimizzazione del gioco, quali misteriose schermate d’errore (anche in single player), o l’improvvisa disconnessione dal server, cui si aggiunge l’immancabile lag.

TecnicaL’aspetto grafico è quello che convince maggiormente, ed è stato integralmente rivisto rispetto a quello del predecessore. I colori utilizzati sono sempre consoni all’ambiente, si avvalgono delle giuste tonalità, e le texture adottate risultano sempre di buona qualità. Impressiona pure la totale assenza di aliasing, per una nitidezza dell’immagine assolutamente invidiabile. Gli scenari godono di una vastità quasi inverosimile, sebbene non ci permettano un’adeguata interazione, e anche la realizzazione degli elementi marginali, quali gli alberi, dimostra una buona cura. Belle le esplosioni, al pari degli effetti particellari e dell’acqua, resa splendidamente grazie allo sfruttamento dei Pixel Shader.L’esaltazione che deriva da tutto questo è assolutamente fuori norma, ma viene mitigata dalle (immancabili?) imperfezioni, che vanno ricercate nelle animazioni degli uomini (specie di quelli colpiti mortalmente da un proiettile) e nella fluidità, che nelle circostanze più concitate cala vistosamente.

SonoroIl comparto audio può essere definito nel complesso buono. Gli effetti ambientali adempiono egregiamente al loro dovere e garantiscono un ottimo coinvolgimento; meno bene si può invece parlare dei dialoghi che, pur essendo in lingua italiana, non soddisfano del tutto a causa di un’interpretazione discutibile. Discreti i rumori causati dalle armi, dei quali alcuni risultano migliori di altri.

LongevitàIl fattore longevità si assesta decisamente su buoni livelli, forte delle quindici missioni disponibili in single player (nonchè delle varianti alle stesse), e di un multiplayer che propone infinite possibilità. I livelli di difficoltà fra cui scegliere, Normale e Difficile, rendono il livello di sfida elevato e il superamento degli scenari provoca appagamento, a patto di non badare alla frustrazione che può a tratti sussistere.

– Grafica curata

– Supporto a Xbox Live

– Semplificato rispetto al prequel

– Cali di frame rate

– Semplificato rispetto al prequel

– Alcune imprecisioni a livello di gameplay

8.0

E’ probabilmente azzardato considerare Ghost Recon 2 come il vero e proprio sequel di Ghost Recon. Le differenze che esistono tra i due prodotti sono più di qualcuna, i cambiamenti si presentano in dose massiccia e possono concorrere ad avere di questo gioco un’idea completamente diversa rispetto a quella che si aveva del prequel. Il che non significa certo che questo nuovo capitolo sia da disprezzare, tutt’altro. UbiSoft ha voluto venire incontro all’utente medio che aveva trovato delle difficoltà con il primo Ghost Recon, e ha semplificato diversi aspetti del gameplay, rendendo il prodotto più simile a Rainbow Six. Sebbene non manchino dei difetti, il titolo è ugualmente in grado di divertire – specie se si dispone di un kit Xbox Live -, e gode di un comparto grafico nettamente migliorato.

Al di là di tutto, comunque, Ghost Recon 2 piacerà a chi saprà aprire gli occhi e dimenticare (perchè no, con un pizzico di nostalgia) il predecessore e la sua dannatamente bella complessità.

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