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Recensione

Firefighter F.D. 18

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Avatar di Mirai Trunks

a cura di Mirai Trunks

Pubblicato il 13/06/2004 alle 00:00
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Il Verdetto di SpazioGames

6.5

Rammento di un viaggio in the USA in cui mi esaltai come un bambino nel giocare ad un coin-op che aveva come periferica un simpaticissimo estintore; rammento anche un vigile del fuoco (vero) a dir poco maranza che tentava d’accalappiare qualunque essere vivente di sesso femminile che deambulasse nei paraggi mettendo in mostra divisa e fisico palestratissimo (nonchè regalando sguardi languidi e pieni di carica erotica) non curandosi che nel frattempo case e persone (virtuali, per fortuna) andassero pacificamente a fuoco. Son bei momenti, lo so, ma ormai appartengono al passato. Il presente invece è rappresentato da Firefighter F.D. 18, un gioco col quale potremo rievocare le gesta di coloro che giornalmente rischiano la pellaccia per salvare quella degli altri, i mai sufficientemente considerati e ringraziati vigili del fuoco. Nella confezione, ahimè, non è compreso un estintore ma quantomeno non avremo un essere umano perennemente in calore in giro per casa. Fatte le debite proporzioni, abbiamo tutto da guadagnare.

Time to fight fire, firefighterCos’abbia nel cervello un piromane io non l’ho mai capito: se proprio volessi fare dei danni alle cose o alle persone lo farei in maniera estremamente più funzionale e rimunerativa che non appiccando un incendio (salvo che non fossi uno a cui piace vedere boscaglie in fiamme). Sta di fatto che stavolta la pezza ai danni del piromane di turno la dovete mettere voi.La trama fa molto film d’azione ma è di solidità molto relativa e si rivela poco più che un elemento di contorno; non un problema gravissimo, ma detto che produttore e sviluppatore rispondono al nome di Konami, mica Pinzio & Nino, la cosa lascia perplessi. Vabbè, niente fronzoli, mano all’idrante e buttiamoci nel vivo dell’azione! FFD18 vi vedrà agire in 3 locazioni suddivise in vari astages. Lo schema di gioco si risolve quasi totalmente nel salvare persone intrappolate dalle fiamme prima che ci lascino le penne; il problema principale sarà chiaramente raggiungerle: la via potrebbe essere bloccata dalle fiamme e allora giù con l’idrante, o da ostacoli e allora mano all’ascia e via di viulenza. Talvolta è perfino necessario recuperare chiavi o risolvere semplici puzzle per sbloccare aree altrimenti inaccessibili. Il tutto, naturalmente, in pericolosa compagnia del fuoco, malvagio e sordido nemico che non abbassa mai la guardia, con la straordinaria partecipazione di (“featuring” magari non l’avrebbero capito tutti…) cavi elettrici scoperti, macchinari in corto circuito e simpaticissimi gas altamente infiammabili. Ma non v’è dubbio alcuno che i momenti più esaltanti di gioco siano gli scontri coi boss. Fiamme che vivono, che pensano, che provano emozioni. Fiamme che sfruttano l’ambiente circostante per avere la meglio sull’uomo: camicie (rigorosamente on fire!), automobili, botti…vi arriverà addosso di tutto (non sapevo che il fuoco conoscesse la telecinesi). Un’altra minaccia alla vostra vita giungerà dalla telecamera che non sempre offrirà il miglior punto di vista possibile e che non sarà in grado di generare uno straccio di trasparenza, in questo caso necessaria: come faccio a vedere dove punto l’idrante quando la visuale è esattamente dietro il mio pompierino? Non che spegnere il fuoco sia un lavoro così chirurgico ma in questo modo non sempre è possibile vedere se le nostre opere abbiano avuto l’effetto sperato o meno. Un’altra magagna si nasconde nelle viscere del sistema di controllo: non è possibile correre ed utilizzare l’idrante allo stesso tempo; esiste in realtà un’opzione che permette (più o meno) di farlo ma è implementata davvero male e richiede l’utilizzo di una terza mano che – chiedo pubblicamente scusa – non ho fatto in tempo a coltivare (il boss vuole gli articoli in fretta, sapete com’è…). Una limitazione sicuramente importante che gambizza il già non eccelso livello di realismo e che si fa sentire soprattutto negli scontri coi boss, ove muoversi in continuazione è essenziale.

Tecnicamente parlandoLa grafica di Firefighter F.D. 18 è nulla più che nella media. Il solito pastone che le software houses che producono giochi mediocri ci rifilano. Strano che stavolta sia stata Konami a rifilarci siffatta sòla. L’unica nota positiva è proprio il fuoco che di per sé non è certo il migliore mai visto su console ma i cui movimenti bruschi ed improvvisi (gli unici eventi casuali non programmati dalla cpu) contribuiscono a rendere la scena sicuramente pericolosa ma altrettanto coreografica. Le musiche e gli effetti sono parimenti avvolti dallo scialle della mediocrità: è un trionfo di tracce sì evocative, che a conti fatti ben si inseriscono nel clima di tensione che si respira nel gioco, ma poveramente arrangiate e soprattutto di un parlato poco vario e realizzato da attori di dubbie capacità. Sentirsi dare gli stessi ordini 300 volte fa sorgere strani istinti verso colui che sta dall’altra parte del filo, allo stesso modo sentirsi dire da un demente a cui abbiamo appena salvato la vita “Ma come mai c’hai messo così tanto?”…peccato che l’ascia la si possa usare solamente contro gli oggetti.

Se dev’esserci un perché…Se proprio non avete niente di meglio da fare che spende 50 carte per FFD18 beh, fatelo nel nome dell’originalità del gioco. Gironzolare attraverso palazzi in fiamme alla ricerca di persone da salvare e sopprimendo personificazioni demoniache del fuoco è anche divertente, posso perfino sbilanciarmi nel dire che il gioco lo si termina senza bofonchiare troppo per la noia. Ma poi un grosso punto di domanda spunterà sulla nostra testa quando cercheremo di trovare anche un solo motivo per rigiocarlo: il gameplay è tropo lineare, le cose da fare troppo poche e se la prima volta potreste essere spinti alla fine dell’avventura dall’immane voglia di affrontare nuovi boss, mi chiedo da cosa potrete essere spinti la seconda. Esiste in verità la possibilità di raccattare svariate medaglie soddisfacendo determinati parametri durane la missione ma queste cose a me non piacciono né piaceranno mai e continueranno a parermi un tentativo alquanto losco e malriuscito per far durare di più il gioco. E andiamo avanti così. La statistica vuole che qualche fanatico di giochi di questo genere vi sia, lui sarà felice e non ne dubito ed è altresì indubbio che FFD18 possa fornire un’esperienza di gioco alternativa che non può che far bene, ma che è destinata a finire presto. Per fortuna esistono dei simpatici rivenditori che i giochi li noleggiano. Fateci ‘nu penziero.

Ma su tutto, una domandaDurante tutta l’avventura il nostro eroico pompiere è accompagnato (ovviamente) dalla sua fedele manichetta per l’acqua, sennò con cosa domerebbe il fuoco? Però una domanda sorge spontanea: va bene gironzolare per palazzi a spegnere incendi ma gli idranti wireless non li hanno ancora inventati, giusto? E allora com’è che fa il nostro pompierino a proseguire sempre per la sua strada senza mai doversi preoccupare di inquietanti ingarbugliamenti? Mistero.

– Idea originale

– Mediocre sotto tutti i punti di vista: anche Konami mangia fagioli

6.5

Originale è originale, niente da dire. Ma oltre a quello? Con un po’ di buona volontà potremmo anche definirlo divertente, nonostante sia drasticamente breve (4-5 ore sono sufficienti per portarlo a termine) ed il sistema di controllo sia tutt’altro che perfetto. Ma dopo averlo terminato? Temo che a quel punto il dimenticatoio sia il posto più adatto ove riporlo: l’azione è infatti piuttosto ripetitiva ed ergo scemato l’effetto novità l’entusiasmo crolla vertiginosamente ed il costume da pompiere riposto malinconicamente nell’armadio. Si noti poi che gli extra presenti sono praticamente nulli. Firefighter F.D. 18 è sicuramente un prodotto adatto al noleggio, giusto per provare un’esperienza di gioco diversa dal solito.

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