Recensione

Disney Infinity 3.0

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a cura di LoreSka

Vecchi furbacchioni, quelli di Disney. Dico, siete entrati in un Disney Store di recente? Quello che un tempo era un luogo pieno di pupazzi teneroni da coccolare e di vestitini da principessa oggi ha il suo angolino nerd. Perché, da quando Disney si è comprata LucasFilm, il marchio Star Wars ha invaso tutti i punti vendita, lasciando noi trentenni maschi con un validissimo motivo per varcare la soglia di quei negozi oltre al solito “portiamo la fidanzata a comprare il peluche di Simba”. Così, mentre lei solleva un leone di pezza urlando “…è la giostra che vaaaaaa, questa vita cheeeee” noi non sentiamo più la necessità di nasconderci dalla vergogna, perché siamo in un altro angolo intenti a premere il pancino dell’action figure parlante di Chewbacca. E a sentirci incredibilmente felici.
Disney, con l’acquisizione di Star Wars, ha esteso il suo pubblico prendendo sotto la propria ala protettrice uno dei franchise più di successo di sempre, diventando oltre ogni ragionevole dubbio una delle aziende più cross-generazionali e cross-gender di sempre. E, ovviamente, il marchio Star Wars non poteva certo essere escluso dall’ambizioso Disney Infinity, un prodotto che mira a superare le barriere di età e di sesso più di qualunque altro. E, diamine, ci stanno riuscendo.
Gloria al 3.0
Disney Infinity 3.0 parte dalle solide basi del proprio predecessore: ancora una volta, il gioco mescola un’ampia componente creativa con una componente di gioco più tradizionale, in una formula che consente ai giocatori di costruire i propri livelli, scaricare quelli altrui o giocare a delle vere e proprie avventure realizzate dal team di sviluppo. E che team! Quest’anno Disney ha assunto alcuni validissimi sviluppatori per curare ogni aspetto del proprio gioco, mettendo le singole componenti di un prodotto così eterogeneo in mani esperte. Il combattimento è stato affidato ai Ninja Theory (creatori di Enslaved, Heavenly Sword e DmC Devil May Cry), le meccaniche di guida ai Sumo Digital (Driver 76, Forza Horizon 2 e Sonic & Sega All-Stars Racing) e poi ancora United Front Games e Studio Gobo, tutti sotto la guida dei veterani di Avalanche Software, creatori della serie. Il dream team di Disney, come una vera e propria corazzata, quest’anno ha lavorato sodo per limare ogni aspetto negativo del precedente titolo e per aggiungere una mole di nuovi contenuti, il tutto mantenendo un livello qualitativo straordinariamente omogeneo.
La modalità Scatola dei Giochi ha ottenuto numerose modifiche: il vasto e stratificato editor di Disney Infinity ha mantenuto le caratteristiche introdotte con la versione 2.0 (che aggiungeva gli interni e i costruttori che generano i livelli in maniera procedurale), espandendosi però con l’arrivo di nuovi potenti tool nelle mani dei giocatori. Gli aiutanti/costruttori sono diventati più di 90, ognuno dei quali può essere equipaggiato con oggetti che ne modificano le statistiche e l’utilizzo. Si possono creare delle piccole guardie armate per il proprio villaggio, pronte a rispondere agli attacchi di eventuali nemici. O, perché no, si può chiedere a un aiutante di costruire una strada o una serie di città o di coltivare un campo.
Questo si aggiunge a un potenziato editor dei trigger e degli elementi di programmazione, che consentono ai giocatori più abili di generare veri e propri eventi scriptati nei propri livelli. Questa volta gli sviluppatori hanno aggiunto la possibilità di assegnare dei pattern ad alcuni oggetti o personaggi, consentendo così di animare le proprie creazioni e di circoscrivere il raggio d’azione dei propri aiutanti.
Ancora una volta, non è possibile utilizzare personaggi provenienti da differenti universi nei playset, e gli improbabili crossover tra i mondi Disney, Pixar, Marvel e Star Wars sono possibili solo nella modalità scatola dei giochi. Una scelta che pone dei limiti ma a cui i giocatori sembrano ormai essersi abituati: poiché la community è molto attiva e centinaia di livelli vengono caricati ogni giorno, non occorreranno che poche settimane per vedere Paperino intento a combattere con Darth Vader.

Infine, dalla modalità Scatola dei Giochi sarà possibile accedere a due diversi mini-game: un racing game aperto a tutti i personaggi mai prodotti (più di 90 statuine, incluse quelle già annunciate ma non ancora in vendita) e un dungeon crawler, anch’esso aperto a tutti i personaggi. Questi contenuti, a differenza di quanto avvenuto in Disney Infinity 2.0, non sono inclusi nello starter pack ma acquistabili separatamente come DLC. Nel frattempo, è comunque possibile cimentarsi in alcune sfida di guida (e di volo) pre-caricate, che ci mostrano la forza dei Sumo Digital al timone di questa componente, con un gameplay che non ha nulla da invidiare a quello visto in Sega All-Stars Racing. Il sistema di volo, al contrario, è molto difficile da padroneggiare, e crediamo che i bambini avranno difficoltà a controllare con precisione aerei e navicelle inclusi.
Nel complesso, questo aspetto del gioco è straordinariamente ben riuscito. Un hub chiaro e una guida che introduce nuovi elementi a ritmo più che accettabile sono un toccasana per chi intende prendere parte al processo creativo di Disney Infinity 3.0. Chi, invece, intende sfruttare le creazioni già disponibili sulla community avrà delle sorprese straordinarie: come di consueto, i più bravi creatori di livelli riescono a mostrare l’enorme potenziale dell’editor attraverso delle creazioni mozzafiato, che spesso fanno il verso ad altri giochi presenti sul mercato. Non esageriamo se vi diciamo che nei primi minuti di gioco siamo incappati in una parodia di Splatoon fatta sorprendentemente bene, con tanto di Stregatto a decretare la squadra vincente: l’editor di questo gioco è, in una parola, stupefacente.
Il Crepuscolo della Repubblica
Lo starter pack disponibile al momento del lancio include i personaggi di Anakin Skywalker e di Ashoka Tano, entrambi in versione Star Wars Rebels. Il playset, intitolato il Crepuscolo della Repubblica, ci porta in una lotta contro l’Impero. Viene mantenuta la struttura open world dei precedenti giochi, con la possibilità di accedere alle varie missioni da un hub che viene sbloccato dopo una breve introduzione.
In questo playset ci cimentiamo con la parte sviluppata da Ninja Theory: il sistema di combattimento. Il gioco è migliorato in maniera sensibile sotto questo aspetto, con un combattimento stratificato che fa uso di combo temporizzate, mosse speciali, combattimento aereo, schivate e parate. Naturalmente – e all’opportuno livello di difficoltà – il gioco è completabile con il button mashing selvaggio che ci si aspetterebbe da un bambino. ma i giocatori alla ricerca di un po’ di sfida e di qualche finezza nel gameplay potranno apprezzare la profondità introdotta dagli sviluppatori di Enslaved in questo gioco.
Al contempo, giocando nel playset abbiamo avuto l’opportunità di dare uno sguardo al rinnovato albero delle abilità diviso in tre diversi rami, che consente di personalizzare il proprio personaggio dopo averlo opportunamente livellato. In questo modo i giocatori potranno plasmare i propri eroi a proprio piacimento, modificandone le caratteristiche offensive, difensive e di resistenza a seconda delle proprie esigenze. Il giocatore, dunque, potrebbe trovarsi spinto a scegliere la statuetta più opportuna per ciascuna missione o momento dell’avvdentura, prediligendo – ad esempio – un personaggio bilanciato per la parte esplorativa e un personaggio con molta salute per lo scontro con i boss. I bambini si divertiranno molto a sostituire le statuette con intelligenza.
Miglioramenti tecnici
Se il primo Disney Infinity era una vera festa di rallentamenti e bug, il secondo migliorò la situazione in maniera vistosa. Ma è solo con il terzo capitolo che possiamo finalmente parlare di un titolo qualitativamente soddisfacente. Siamo ben lontani dalla perfezione, e su console continuiamo ad assistere ad alcuni episodi di stuttering e a un evidente (ma mai troppo fastidioso) tearing nella versione Xbox One. 
Tutto il resto, però, va alla grande: le animazioni sono molto belle, i personaggi sono ben curati, gli ambienti ispirati e la varietà di ambienti e oggetti è enorme. Il sonoro – che fa largo uso delle musiche originali di ciascun franchise presente nel titolo – è di ottima qualità, con l’eccezione del doppiaggio che – per quanto mai fuori posto – non è certo il migliore che abbiamo udito quest’anno.

– Esperienza variegata e per tutte le età

– Editor migliorato

– Bella community

– Le statuette sono bellissime!

– Ancora qualche screzio tecnico

– Doppiaggio non sempre entusiasmante

– Sistema di volo impreciso e frustrante

8.0

Disney Infinity 3.0 è il miglior capitolo di questa saga uscito fino ad ora. Curato in quasi tutti i suoi aspetti, con contenuti di ottima qualità e un editor sempre più raffinato e pieno di possibilità, questo gioco può mettere d’accordo diverse generazioni di giocatori. Il playset Il Crepuscolo della Repubblica non delude le aspettative, con un combattimento molto coinvolgente e qualche momento speciale. Naturalmente il gioco si rivolge ai più piccoli e, nonostante i Ninja Theory, tutto è stato pensato per essere “sicuro” e “giocabile” da chiunque. Ciononostante, resterete sorpresi dai vari livelli di profondità offerti da questo gioco che, in generale, si rivela essere un’esperienza consigliata a tutte le famiglie.

Voto Recensione di Disney Infinity 3.0 - Recensione


8