Il Verdetto di SpazioGames
Gli zombie hanno ormai invaso tutti i media. Sia che si parli di film, di serie tv o dei nostri amati videogame questi simpatici mangia cervello sembrano poter godere di un fascino incredibile, tale da attirare a loro migliaia e migliaia di appassionati. I videogame li hanno dipinti ormai un po’ in tutte le salse ed i generi rimasti fuori da questa ondata non morta si possono contare veramente sulle dita di una mano masticata.Bootsnake Games deve aver dunque pensato che fosse un peccato lasciare fuori dai puzzle game tanto successo ed hanno quindi deciso di dare vita a Contaiment: The Zombie Puzzler.
AccerchiatiIl sistema di gioco alla base di Containment è piuttosto semplicistico. Sulla nostra area di gioco, dalle sembianze di una stradina urbana, compariranno decine di persone allineate in maniera completamente casuale e tra di loro si celeranno anche i nostri amici zombie. Compito del giocatore sarà dunque quello di circondare completamente i non morti con la stessa tipologia di civili, così da permettere agli umani non ancora infetti di eliminare la minaccia.I sopravvissuti saranno divisi in quattro “classi”, riconoscibili immediatamente grazie ai colori sgargianti delle loro divise: avremo le infermiere, armate di sega e vestite in rosa; i militari, con mitragliatore e mimetica verde; i poliziotti armati con fucili e la classica camicia azzurra d’ordinanza e per finire i membri delle gang cittadine, punkettoni con la cresta arancione equipaggiati con due pistole. Purtroppo, sebbene l’armamentario sia differente, il danno causato ed il sistema per infliggerlo rimarranno uguali per tutti, facendo propendere il giocatore ad utilizzare esclusivamente la tipologia più numerosa. Per accerchiare i nostri bersagli potremo scambiare di posizione due personaggi, a prescindere da dove questi si trovino sulla griglia. Il sistema di gioco ricorda quindi molto da vicino quanto visto in titoli come Bejeweled ma viene eccessivamente semplificato proprio dalla possibilità di attingere da tutto lo schema di gioco piuttosto che solo da elementi adiacenti alla zona interessata. Gli zombie dalla loro avranno la possibilità di infettare un umano a loro vicino ma saranno talmente lenti nel farlo che raramente la situazione ci sfuggirà di mano, andando ad abbassare in maniera preoccupante la curva di difficoltà.Durante tutta la campagna infatti, suddivisa in tre atti per un totale di oltre cento livelli, sarà praticamente impossibile vedere la schermata del game over dato che le unità necessarie per chiudere le formazioni saranno sempre a portata di click. Circondando un numero elevato di zombie inoltre, verrete omaggiati con tutta una serie di bonus a seconda dei civili utilizzati. Questi andranno dal colpo di cecchino in grado di eliminare un bersaglio istantaneamente, una granata che ne porterà all’inferno cinque, fino ad arrivare a bombardamenti aerei, bombe incendiarie e parafulmini. Potrete immagazzinare fino a tre di questi power up contemporaneamente per poi utilizzarli nel momento che riterrete più opportuno. Alcuni di questi potranno coinvolgere nelle esplosioni anche le vostre unità, senza darvi tuttavia alcun malus, rivelando così una grave pecca all’interno del gameplay.Quello che più lascia straniti infatti, è la completa mancanza di un sistema di punteggio, vero punto di forza dei puzzle game, e motore che spinge i giocatori a cercare di battere i propri record in maniera sistematica, aumentando conseguentemente la longevità a dismisura. L’unica modalità in cui è presente una sorta di punteggio è denominata survival ma anche qui i vostri risultati saranno esclusivamente visionabili tra un livello e l’altro senza dare un’idea chiara del reale andamento della partita, di quali siano i punti assegnati per ogni azione o combo portata a termine o quanto in realtà un’uccisione non desiderata influisca sul risultato finale. A poco servono in questo senso le leaderboard online, le quali mostrano unicamente la quantità di zombie uccisi -premiando ovviamente il giocatore che passerà più tempo sul titolo- ed i risultati della modalità survival.
Zombie maghi e dinozombie, non ci facciamo mancare proprio nulla eh?Avanzando di livello in livello verremo in contatto con non morti evoluti, più pericolosi e decisamente fuori dall’ordinario. Tra questi spiccano degli zombie esplosivi, in grado di infettare tutti i civili in contatto; temibili zombie stregoni protetti da uno scudo speciale distruggibile esclusivamente sfruttando i civili della classe appropriata, fino ad arrivare ad un enorme gorilla zombie e ad uno scheletro di T-Rex animato. Come accennavamo inizialmente, nonostante questa varietà, la velocità con cui sarà possibile eliminarli riduce praticamente a zero qualsiasi minaccia, rendendo le due ore abbondanti necessarie a portare a termine i livelli della campagna piuttosto noiose.A poco serve dunque la possibilità di interagire con alcuni elementi dello scenario per creare esplosioni e variare gli schemi di gioco: il titolo non riesce mai a decollare. Probabilmente il fatto di essere stato ideato per dispositivi iOS ha influito in maniera sostanziale su questo porting, dapprima sul sistema di controllo, non sempre preciso, e, successivamente, sulla cura generale, qui particolarmente carente.La qualità grafica arriva a stento alla sufficienza. Nonostante sia un semplice puzzle game una maggior attenzione alle texture ed alla qualità delle animazioni sarebbe stata gradita, oltre ad una ripetitività piuttosto marcata negli effetti sonori e nelle musiche, in grado di stancare piuttosto in fretta.
– Idea di base interessante
– Troppo semplice
– Manca un sistema di punteggi efficace
– Annoia in fretta
5.0
Nonostante il prezzo ridotto a cui viene venduto Contaiment: The Zombie Puzzler (si parla di 3,99€ su Steam) ci sentiamo di sconsigliare il prodotto. Le buone idee di base non sono state sfruttate a dovere in fase di realizzazione, facendo risultare il titolo piatto e completamente carente di quell’originalità di spicco spesso vero e proprio punto di forza dei progetti indie. L’idea egli zombie da sola non basta, dato che al posto loro potevano esserci le solite gemme bolle o quant’altro ed il risultato non sarebbe minimamente cambiato: l’idea andava sfruttata meglio.