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Recensione

Atelier Rorona - The Alchemist of Arland

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Avatar di Fabfab

a cura di Fabfab

Pubblicato il 02/02/2011 alle 00:00
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Il Verdetto di SpazioGames

7

Stanchi di salvare il mondo nei panni di un bambino seienne in bretelle? Che ne direste allora di prendervi carico di un’impresa di… alchimia?

L’alchimista di statoIl piccolo ma prospero regno di Arland deve le sue fortune ai manufatti di un’antica civiltà, che affiorano in tutto il territorio e che i suoi abitanti sanno recuperare ed utilizzare a proprio favore grazie agli insegnamenti di un alchimista che anni or sono si trovò a passare da quelle parti. Per ricompensarlo dell’impagabile apporto, i regnanti di Arlan gli permisero di stabilirsi nella capitale ed aprire una bottega dove sviluppare la sua arte. Sono passati molti anni da allora e la bottega è sempre passata di mano agli eredi del primo alchimista: l’ultima è Astrid, famosa per la sua genialità, ma anche per la pigrizia che la porta a trascurare il lavoro. Per questo i regnanti decidono di intervenire, minacciando la chiusura del negozio se questo non riesce a garantire standard minimi di produzione nei tre anni a venire. La situazione, già problematica, diventa disperata quando Astrid decide di manlevarsi, promuovendo titolare la sua giovane apprendista Rorolina Frixell e passando a lei la patata bollente. Riuscirà la dolce ma determinata ragazza, che tutta la città conosce come Rorona, a salvare la storica attività della sua bottega?

Vita da bottegaiCome da introduzione, questo Atelier Rorona potrebbe rappresentare un piacevole diversivo per l’appassionato di giochi di ruolo, a patto di comprendere ed apprezzarne le particolari meccaniche.Ambientato in un mondo colorato e fiabesco, popolato da deliziosi personaggi realizzati in puro stile “anime”, il gioco ha una trama lineare che spinge il giocatore a dedicarsi sostanzialmente due attività distinte, ma collegate: da un lato c’è il classico mix di esplorazione e combattimento, dall’altro il crafting, vale a dire la possibilità di combinare assieme oggetti e materiali per ottenerne di nuovi. Il tutto scandito dall’inesorabile passare del tempo, che mai come in questo titolo rappresenta la sfida principale per l’utente.Come in ogni gioco di ruolo che si rispetti potremo collezionare una grande quantità di quest, ma di vitale importanza saranno gli incarichi ufficiali assegnatici dal governo, dodici in totale, ognuno dei quali da risolversi obbligatoriamente entro tre mesi “virtuali”: pertanto è indispensabile tenere d’occhio il calendario, e subordinare ogni azione al raggiungimento dell’obiettivo primario, perchè in caso di fallimento si giungerà ad una conclusione prematura ed insoddisfacente della storia. Si tratta di un sistema abbastanza ostico durante le prime fasi di gioco, perchè tutte le attività richiedono tempo, dal semplice spostarsi alle complesse pratiche alchemiche: fortunatamente il tutto diventa meno frustrante una volta impadronitisi delle meccaniche base.

Corsa contro il tempoAssimilato il concetto del tempo che scorre, l’attenzione del giocatore verrà per lo più dedicata alla risoluzione dei vari incarichi. Le risorse da utilizzarsi nella fase alchemica possono venire reperite in tre modi: in vendita dai negozi, come drop dei nemici oppure in giro per l’ambiente. In ogni momento Rorona può lasciare la città che funge da base per le sue attività ed avventurarsi nei territori e dungeon circostanti, alla ricerca di materiali: ogni spostamento ovviamente richiede ore o giorni di viaggio e più ci si allontana dalla città, maggiore sarà il tempo che andrà perduto. Una volta all’aperto, mappe non troppo complesse consentono di individuare facilmente gli oggetti ivi dispersi (che vengono opportunamente evidenziati); la monotonia viene spezzata dalla necessità di risolvere semplici enigmi o di affrontare qualcuno dei numerosi mostri da cui sono popolate, che sono visibili a schermo e quindi spesso evitabili.Una volta raccolto il necessario, o semplicemente una volta riempito lo scarso spazio che l’inventario offre, si ritorna alla bottega dove la protagonista potrà riposarsi dalle fatiche, o dedicarsi alla creazione dell’oggetto desiderato.

Il piccolo chimicoIl sistema di crafting risulta discretamente profondo e soddisfacente per chiunque gli dedichi il giusto tempo di apprendimento. Gli oggetti da raccogliere non solo sono numerosi, ma si differenziano anche per tipologia e qualità, permettendo un numero elevato di combinazioni. Per utilizzare l’alchimia sarà comunque indispensabile disporre di apposite ricette, mentre la qualità delle nostre realizzazioni varia in base al tipo di ingredienti utilizzati. Un aspetto da tenere presente nel corso dell’avventura, infatti, è che gli incarichi opzionali portati a termine oltre a guadagnarci ricompense (e i soldi fanno sempre comodo), influiscono sulla considerazione che la cittadinanza ha di Rorona: fallire gli incarichi, realizzare oggetti di bassa qualità o praticare prezzi alti faranno scendere la considerazione, atteggiamenti opposti la faranno salire. Il discorso vale in generale per gli abitanti di Arland, ma ha anche un aspetto più diretto, dato che alcuni personaggi interagiranno più direttamente con noi. Durante le fasi di esplorazione, infatti, Rorona può farsi accompagnare fino da due aiutanti, che vanno arruolati per l’occasione e il loro ingaggio ci costerà tanto di più quanto il nostro rapporto con loro non è positivo. I compagni servono per meglio affrontare gli scontri, che nella migliore tradizione nipponica si svolgono a turni, in una schermata apposita che vede protagonisti e avversari schierati gli uni di fronte agli altri. Il solito menù permette di decidere quali azioni esperire, tra attacchi, magie e utilizzo di oggetti. Ma la vera particolarità è data dalla presenza della sola barra degli HP, alla quale attingere non solo per i danni subiti, ma anche per l’utilizzo delle abilità speciali: ogni mossa va dunque studiata attentamente, anche perchè una Rorona debilitata obbliga a rientrare alla base per riposare e ripristinare la salute.

NippocarinerieIl comparto tecnico possiamo definirlo adeguato al tipo di prodotto.Atelier Rorona beneficia di una grafica semplice, ma piacevole in cel-shading, che esalta i personaggi realizzati in stile anime e il gioioso mondo in cui si muovono. Per la prima volta nella serie Atelier gli scenari beneficiano della terza dimensione, mentre la maggior parte dei dialoghi tra protagonista e personaggi principali sono realizzati secondo la consueta tecnica della silhouette, che valorizza il bellissimo chardes di Mel Kishida. La colonna sonora si presenta varia e molto piacevole, accompagnando il giocatore nel corso dell’avventura senza mai diventare fastidiosa o ripetitiva.La versione europea del gioco non è stata localizzata in italiano, però è possibile scegliere tra doppiaggio inglese e originale e data l’evidente matrice nipponica di personaggi e situazioni, consigliamo senz’altro la seconda opzione. La longevità, infine, è discreta: l’avventura si porta a termine in 20-30 ore circa, però per sbloccare tutti gli obiettivi e godere della decina di finali diversi previsti, occorre affrontare l’avventura più e più volte (magari avendo l’accortezza di conservare salvataggi diversi per i punti chiave).

– Design cartoonoso e colorato

– Buon sistema di crafting

– Impegnativo

– Buona longevità

– Fase di esplorazione poco soddisfacente

– Combattimenti noiosi

7.0

Atelier Rorona si presenta come un titolo diverso dalla media dei giochi di ruolo giapponesi, data la sua forte componente manageriale e una trama che non prevede cattivi da affrontare o mondi da salvare, ma si limita a simulare la vita di una giovane alchimista in un mondo di pura poesia. Nonostante l’esplorazione e i combattimenti si rifacciano a meccaniche classiche e ormai superficiali, per quanto impegnative, le soddisfacenti fasi di crafting e il delizioso comparto tecnico lo rendono un titolo interessante a chi voglia sperimentare un approccio diverso al genere.

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