Recensione

Army of Two: The 40th Day

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a cura di Gianluca Arena

Senior Editor

Army of Two è uno dei brand cui Electronic Arts ha dimostrato di tenere di più negli ultimi anni, pubblicando due titoli, entrambi di ottima qualità, per le piattaforme next – gen, ottenendo il plauso tanto della critica specializzata quanto del pubblico giocante. Il Quarantesimo Giorno, ultimo in ordine di tempo, va adesso incontro alla “miniaturizzazione” per PlayStationPortable, l’unica console non facente parte dell’ultima generazione a godere di una conversione dedicata del gioco. Attirati dal luccichio del titolo originale, e dall’attenzione che EA sembrava aver dedicato a questa uscita portatile, abbiamo provato a fondo il titolo per voi, rimanendo abbastanza delusi.

Giochiamo a Shanghai?La trama riprende grossomodo quella del capitolo uscito sull’ammiraglia di casa Sony, e, purtroppo, il continuo confronto con la versione “maggiore” risulterà impietoso a più riprese per la conversione PSP. Salem e Rios, loquaci come sempre e sempre più fuori di testa, si troveranno ad affrontare uno scenario apocalittico, in cui immani esplosioni hanno devastato diverse città del mondo, prima fra tutte Shanghai, tra le cui strade sono infatti ambientati i primi livelli.Con l’aiuto di una gentil pulzella (cui presto dovrete salvare il fondoschiena) e seguendo gli ordini impartiti dall’alto, da bravi mercenari, dovrete farvi largo tra strade infestate di nemici, che puntano decisamente sul loro numero (saranno sempre in rapporto di circa tre a uno nei vostri confronti) piuttosto che sull’intelligenza artificiale, decisamente deficitaria.Altre modalità: non pervenute.Quello di cui siamo certi, purtroppo, è che non è stata implementata alcuna modalità online, e il multiplayer si limita al locale, consentendo ad un amico (dotato anche lui di una copia del gioco, digitale o fisica che sia) di spalleggiarvi durante le missioni.Non un buon biglietto da visita, insomma.

Nel mezzo della sparatoriaIl cuore del gioco, ciò che, dopotutto, ne determina la qualità, non è malvagio, ma soffre di una serie di difetti che ne minano seriamente le fondamenta.La visuale di gioco è isometrica (con qualche eccezione) e ricorda molto da vicino quella dell’ottimo Killzone: Liberation, punto di riferimento del genere su PSP.Ahi noi, le somiglianze si fermano qui: laddove il titolo Sony era straordinariamente impegnativo tanto da rasentare la frustrazione, Army of Two è di una facilità sconcertante, qualsiasi livello di difficoltà scegliate, e, al level design vario e ispirato del succitato titolo, l’ultima fatica di EA contrappone una serie di strade anonime, sempre uguali, il cui monotono susseguirsi genera noia già dopo poche ore. Il livello di sfida, poi, è azzerato dalla presenza del nostro compagno, che, con la semplice pressione di un tasto, sarà in grado di ripristinare completamente la nostra barra di energia, tanto quanto noi saremo in grado di fare con lui: capirete bene che ciò significa una virtuale immortalità, perché, a meno che entrambi i personaggi non siano conciati davvero male (e ci sembra difficile visti i continui bonus rilasciati dai nemici caduti), sarà virtualmente impossibile morire. Ciò, oltre ad essere assolutamente irrealistico, rende anche gli scontri più animati un gioco da ragazzi, tanto, in ogni caso, non avrete assolutamente nulla da perdere.Forse per controbilanciare questa magagna, per la prima volta in un gioco del genere su PSP è stato implementato il cosiddetto “fuoco amico”, ovvero la possibilità di ferire il proprio partner sparando contro i nemici. Apprezzabile, se non fosse che, dopo averlo steso, anche per errore, basterà una pressione prolungata del dorsale sinistro per farlo tornare come nuovo.Dicevamo anche del level design: vi annoierete presto, sia perché i livelli sono tutti uguali, sia perché, all’interno di questi, non vi sarà data alcuna libertà di movimento, e sarete costretti sempre a seguire un percorso rigidamente prefissato che, nel 2010, sembra davvero una cosa anacronistica.Per chiudere le dolenti note, non possiamo non citare la deficiente intelligenza artificiale di cui sono dotati i nemici, che finiranno con l’essere “cannon fodder”, ovvero carne da macello per le vostre armi: a parte abbassarsi (per poi rialzarsi un istante dopo), questi diabolici figuri non faranno altro che corrervi incontro, senza una minima strategia, e scaricarvi addosso i loro caricatori fino all’inevitabile dipartita.Non c’è da stupirsi se nessuno di loro (a parte forse quello armato di lanciafiamme) vi darà mai problemi, facendo scorrere le missioni lisce come l’olio.Salviamo invece il sistema per sparare, che associa ad ognuno dei quattro tasti di PSP una direzione di fuoco, rendendo comodo e funzionale il tutto.

Almeno la graficaA livello meramente tecnico, il gioco si difende bene, e si risolleva leggermente, pur senza far gridare al miracolo: il filmato introduttivo è pulito e definito, e i modelli dei protagonisti altrettanto ben realizzati e riconoscibili per i fan della saga.I livelli e i nemici, come detto, tendono a ripetersi con eccessiva frequenza, ma non disturbano l’occhio e strappano una meritata sufficienza.A livello sonoro va fatto un distinguo: a fronte di un doppiaggio più che dignitoso, interamente in italiano e con voci credibili, dobbiamo segnalare delle musiche anonime, più in linea con il level design del gioco che con la sua realizzazione tecnica.L’avventura non è troppo lunga da portare a termine, e rimane decisamente più breve di quella proposta dal succitato Killzone, ma la longevità è uno degli ultimi problemi del titolo.Decisamente da provare prima di considerare un eventuale acquisto, e questo vale anche per i fan del franchise originale.

– Buon sistema per fare fuoco

– Buon doppiaggio

– Piatto e poco ispirato

– Facile come pochi

– AI non pervenuta

– Nulla di originale

5.9

C’erano le premesse per realizzare un gioco di tutto rispetto, vista la bontà dei titoli originali, il grande nome dietro la produzione (EA) e la scarsa concorrenza presente su PlaystationPortable, e invece si è gettata al vento questa occasione.

Army of Two: Il Quarantesimo Giorno è un titolo anonimo, senza mordente e senza qualcosa che lo caratterizzi, se non un livello di difficoltà bassissimo e un level design da prendere a pugni i programmatori.

Eppure non è tutto da buttare, a partire dal sistema di puntamento e di fuoco, passando per la realizzazione tecnica, ma consigliarne l’acquisto sarebbe sinceramente troppo per le reali potenzialità del gioco, che rimane un triste incompiuto.

Voto Recensione di Army of Two: The 40th Day - Recensione


5.9